Passa al contenuto principale
Causa lavori di manutenzione attualmente la disponibilità di AutoScout24 è limitata. Questo riguarda in particolare funzioni quali i canali di contatto con i venditori, l’accesso o le modifiche ai veicoli in vendita.
header image elektroauto.jpg

Auto elettriche

Modelli più popolari

Le auto elettriche più ricercate

Auto elettriche: modelli, costi, manutenzione, ricarica, pro e contro

Alcuni le amano, altri tutto il contrario. Le auto elettriche stanno via via conquistando sempre più consensi anche se non mancano i grandi oppositori delle auto a batterie. Le auto elettriche, oggettivamente, hanno alcuni vantaggi: sono pulite, marciano in silenzio anche se iniziano a esserci esempi che dimostrano il contrario, sono mediamente più care delle auto termiche di pari segmento e costano meno da mantenere perché sono più “semplici”, avendo meno componenti meccaniche soggette a usura. In Europa le auto elettriche stanno in parte sconvolgendo il mercato poiché l’UE ha deciso di mettere al bando le auto termiche a partire dal 2035, anche se non è ancora esattamente chiaro come il mercato potrà convertirsi completamente all’elettrico in così pochi anni. leggi di più

Meccanicamente, uno o più motori elettrici alimentati da una batteria ricaricabile sostituiscono il vecchio motore termico e cambia tutto a livello di design e di abitabilità, grazie al diverso sfruttamento del passo e al diverso ingombro dei motori stessi. Mediamente, un’auto di segmento D come la Hyundai Ioniq 5 offre uno spazio interno di segmento superiore, ma le differenze tra auto termiche ed elettriche non finiscono ovviamente qui.

Hyundai-Ioniq-5-Hero

Le auto elettriche hanno una storia particolare che viaggia parallela fin dalle origini delle auto termiche. Elon Musk è stato abile a trasformare la sua Tesla in un riferimento per l’intero mondo dell’auto, costringendo numerosi brand concorrenti a rincorrere con il fiato corto. Le origini delle auto elettriche, però, parlano di un fenomeno nato già nel 1880 per non parlare dei primi accumulatori al piombo della metà del 1800. Solo di recente, però, dal 2010 in avanti, l’auto elettrica e il suo sviluppo hanno avuto un boom anche in parte dovuto alla scelta dell’imprenditore sudafricano, oggi l’uomo più ricco del mondo, di fondare la sua Tesla e sconvolgere le regole del mondo delle quattro ruote.

Tesla Model Y

Quali sono i vantaggi delle auto elettriche? Quali i modelli più popolari, quali sono le auto elettriche usate e cosa dice oggi il mercato? Pensate che nella prima metà del 2023 il SUV Tesla Model Y è stata l’auto più venduta d’Europa, dimostrando che l’interesse per l’auto elettrica è ormai maturo ma sono ancora tanti gli ostacoli da superare, specialmente in Italia. Stanno crescendo le auto elettriche usate, che permettono di risparmiare rispetto all’acquisto del nuovo; uno dei problemi maggiori delle auto elettriche è, infatti, il prezzo d’acquisto che è ancora proibitivo nel confronto diretto con le auto termiche tradizionali. Molti modelli, infatti, permettono di confrontare direttamente i prezzi delle auto a benzina/Diesel con quelli delle auto elettriche.

Le auto elettriche più vendute: i modelli più popolari

Tesla ha aperto la strada, e oggi può vantare il record di vendite anche in Europa grazie a un modello molto popolare come la Tesla Model Y, che è anche l’elettrica più venduta in Italia nella prima metà del 2023 grazie alle politiche aggressive sui prezzi adottata dalla Casa californiana. Oggi l’offerta, però, comprende decine di modelli, molti dei quali sono arrivati sul mercato negli ultimi anni. Complice la pandemia da coronavirus, sembra essere esplosa la mania delle auto elettriche. Nel 2010, però, furono la francese Renault e la giapponese Nissan a lanciare due elettriche a loro modo rivoluzionarie, la Zoe e la Leaf. Utilitarie, compatte, economicamente più convenienti di una Tesla, hanno cercato di invertire la tendenza di considerare l’auto elettrica un bene di lusso.

nissan-leaf-front

Anche la Renault Twizy è stata a suo modo protagonista di una democratizzazione dell’auto elettrica, proseguita tra 2020 e 2021 con l’arrivo di modelli oggi tra i più popolari di auto elettriche come la FIAT 500 elettrica o la Dacia Spring, piccolo crossover che è stato tra i più venduti in Italia grazie a un prezzo, questa volta sì, competitivo nei confronti delle rivali a prescindere dalla motorizzazione. Tante altre marche si sono nel frattempo adeguate: Volkswagen, ad esempio, oggi offre diversi modelli della gamma .ID, tra cui la compatta ID.3, cui seguono la ID.4, la ID.5, la nuova ID.7 e il van ID.Buzz.

vw-id-buzz-front

Oggi per capire quali siano le auto elettriche più popolari è importante leggere le classifiche di vendite, capaci di indicare basandosi sui dati quali siano i modelli più apprezzati per diverse caratteristiche tra cui prezzo, autonomia, potenza e rapporto qualità/prezzo. Secondo i dati ufficiali di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) al 31 luglio 2023 i 10 modelli più popolari nonché la top ten delle vendite in Italia vede questa classifica:

Ovviamente sono molti di più i modelli di auto elettriche vendute in Italia, tra cui molte vetture premium come la BMW iX, la Ford Mustang Mach-e, la Mercedes-Benz EQS, la Porsche Taycan, la Kia EV6 e la Hyundai Ioniq 6. Notare, però, come tra le 10 più vendute, anche se Tesla non segue perfettamente questo esempio, ci siano auto elettriche più economiche di altre. In questo discorso bisogna poi considerare le politiche di incentivi promosse dal governo italiano che, da qualche anno a questa parte, sovvenzionano l’acquisto di auto a zero emissioni promuovendo al contempo il rinnovo del parco circolante previa rottamazione dei vecchi usati, spesso più inquinanti della media. L’Italia, in particolare, vanta uno tra i parchi circolanti più vecchi d’Europa. Anche per questo motivo incentivare l’acquisto dell’auto elettrica, sebbene il prezzo sia ancora troppo alto anche con lo sconto, è la strada giusta per rinnovare il mercato.

Porsche-Taycan-4S-Cross-Turismo-Front-Side

Quanto costa un’auto elettrica?

Dei modelli sopra citati, la Peugeot 208 di nuova generazione, introdotta nel 2019, gode di particolare interesse sia nella versione termica sia in quella elettrica. Facendo un rapido esempio, e confrontando i listini aggiornati al mese di agosto 2023, rispetto ai 19.720 euro per la entry level 1.2 PureTech Active da 75 CV, una e-208 elettrica non parte da meno di 36.430 euro considerando l’ingresso della nuova motorizzazione da 156 CV. Si tratta di un divario superiore a 16.700 euro che, anche con l’incentivo statale attuale (pari a 5.000 euro a fronte della rottamazione dell’usato) rimane comunque importante. Si può risolvere la questione scegliendo formule differenti come il finanziamento o il noleggio, ma il divario è ancora troppo importante. Uno dei motivi per cui l’elettrico stenta a decollare in Italia, la situazione in alcuni paesi europei è diversa, e che spiega una quota ancora molto bassa che a luglio 2023 è stata del 3,4%, in crescita dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2022.

Peugeot e-208

Questi sono i costi all’acquisto, e abbiamo citato l’esempio della 208 che è calzante per confrontare la stessa macchina sulla quale possono essere installati sia motori termici sia motori elettrici. Rispetto alle auto termiche, almeno facendo una media dell’offerta attuale, il costruttore tende a offrire un pacchetto di optional più completo a fronte dell’acquisto dell’auto elettrica: la piccola francese dimostra esattamente questa tesi: l’allestimento d’ingresso Active offre il clima automatico monozona che la versione termica non offre, idem come sopra per sistemi di assistenza alla guida supplementari e i fari anteriori Ecoled che sono alogeni sulla 208 base. A tutto questo, ovviamente, si aggiungono per qualsiasi auto elettrica i cavi di ricarica tra cui il Modo 3 (T2, max 22 kW) e il cavo di ricarica domestica Tipo 2 con presa Schuko.

Ciò che incide tanto nel divario di prezzo tra un’auto elettrica è un’auto termica è dato principalmente dalla batteria, nonostante quest’ultimo sia già drasticamente diminuito al crescere dell’offerta e quindi della domanda di auto elettriche in Europa e non solo. Sul costo di un’auto elettrica incide, anche e soprattutto, il trattamento agevolato riguardo al pagamento di bollo e assicurazione. Per incentivarne l’acquisto, la quasi totalità delle compagnie assicurative propone tariffe agevolate, mentre le Regioni italiane, con differenze tra una e l’altra che si spera possano essere regolate da una legge statale, offrono la riduzione totale o parziale del bollo. Ad esempio, in Piemonte e Lombardia chi compra un’auto elettrica oggi non pagherà mai il bollo. A tutto questo si sommano gli incentivi: l’ultima finanziaria ha fissato a 5.000 euro il tetto massimo di sconto ottenibile sull’acquisto di un’auto elettrica a fronte della rottamazione di un’auto usata, a patto che la nuova auto a batterie non costi più di 42.700 euro IVA inclusa.

I costi sul lungo periodo, invece, si scontrano con una doppia realtà. Da una parte, infatti, il fenomeno dell’auto elettrica è relativamente recente e pochi possono dire di possedere un’auto elettrica da almeno vent’anni, forse solo qualche pionieristico cliente di Tesla che si fidò dell’azienda californiana fin dagli albori. Senza alcun dubbio, i costi di un’auto elettrica sul lungo periodo vanno incontro a un’oggettiva realtà: mantenere un’auto elettrica costa meno di un’auto termica. I motori a combustione necessitano di una cura maggiore, basti pensare alla famosa cinghia o al cambio dell’olio che su alcuni motori viene consumato relativamente di più rispetto ad altri. Ultimo esempio viene dato dai freni: le pastiglie dei freni a disco di un’auto elettrica durano in media di più perché la forza frenante data dalla capacità rigenerativa del motore elettrico permette di non usufruire dei freni e di ridurne di conseguenza il consumo sul lungo periodo.

Perchè comprare un’auto elettrica

Abbiamo visto come il mercato dell’auto elettrica sia in crescita, ma forse non abbastanza per giustificare un rapido aumento della domanda. Guardando ai dati, nel mese di agosto 2023 in Italia la quota di mercato si è attestata al 5,0%, contro il 3,5% di un anno fa. Sempre troppo poco per parlare di un mercato di auto elettriche in crescita. Certo, i dati dimostrano che la crescita c’è ma quest’ultima è troppo lenta per parlare di vero e proprio fenomeno dell’auto elettrica in Italia. Non accade questo, anzi, fuori dai confini nazionali, e con questo intendiamo che l’Italia ancora una volta è fanalino di coda. I dati ACEA, che monitorano le vendite di nuove auto a livello continentale, confermano che a luglio 2023 sono state vendute 115.971 auto elettriche in Europa. Rispetto al 2022, le vendite segnano un balzo in avanti del 60,6%, con una quota di mercato media del 13,6%. Rispetto all’Italia, tre volte scarse la quota di mercato e numeri del tutto incomparabili che segnano una svolta nelle vendite di auto elettriche a livello europeo. Fanno impressione i numeri del Belgio, dove tra 2022 e 2023 sono aumentate le vendite di auto elettriche del 235,9%.

Fondamentali sono stati, in questi paesi, le politiche di incentivi che in Italia chiamiamo comunemente Ecobonus. Già durante la pandemia, quando il solo Ecobonus statale raggiungeva i 10.000 euro (oggi, come si è detto, è la metà) schizzarono a doppia cifra le vendite della piccola Dacia Spring, un modello di auto elettrica popolare che oggi ha già visto alzare i suoi listini rispetto al debutto in Italia. Senza incentivi, non si può spingere alla vendita di auto elettriche, poiché gli stessi incentivi sono necessari per ridurre il gap economico tra un’auto elettrica e un’auto termica. Grazie agli incentivi e alle politiche ambientali, poi, l'automobilista deve trovarsi nella condizione di poter scegliere a parità di prezzo, o quasi, l’auto più adatta alle sue esigenze. Non si può costringere l’automobilista a cambiare auto, cosa che l’Unione Europea sembra voler fare a partire dal primo gennaio 2035. La Norvegia rappresenta un esempio eclatante: è stato tra i primi paesi europei a credere negli incentivi e ora che la mobilità elettrica ha preso piede la politica norvegese ha deciso di ridurre o quasi annullare gli incentivi, tra cui la sosta a tariffa ridotta che in Italia si traduce con la sosta gratuita sulle strisce blu per le auto elettriche.

Nel primo trimestre 2022 si raggiunse una quota dell’83%, rendendo di fatto la Norvegia uno dei paesi più avanti sull’elettrico a livello mondiale. Tutti, o quasi, viaggiano in Norvegia con l’auto elettrica, ma così si crea un altro problema: ora il governo norvegese vuole incentivare a lasciare l’auto a casa, per ridurre il traffico, per incentivare questa volta il cittadino a muoversi in bicicletta, con i mezzi pubblici o semplicemente a piedi. Intanto, il “caso studio” Norvegia conferma che con 10 anni di anticipo rispetto al resto dell’Europa la vendita di auto termiche sarà bandita già dal 2025. Sicuramente, risalendo al boom delle auto elettriche in Norvegia, che affonda le sue radici sul finire degli anni ‘90, la quasi completa detassazione dell’auto a batteria è stata fondamentale per avvicinare anche l’automobilista più scettico a questa nuova tecnologia che, tanto nuova, come vedremo, non lo è affatto.

I costi di manutenzione di un’auto elettrica

Le auto elettriche si stanno affermando, con grosse differenze tra un paese come l’Italia e uno come la Norvegia, e sono tecnologicamente più “semplici” di un’auto termica. Già, ma quanto costa mantenere un’auto elettrica? Questa domanda ci aiuta a capire effettivamente un aspetto poco conosciuto che si lega ai costi di gestione sul lungo periodo affrontati precedentemente. La manutenzione di un’auto elettrica riguarda principalmente due aspetti, l’uso e la durabilità delle batterie (la quasi totalità dei costruttori le garantisce 8 anni dopo l’acquisto) e il costo effettivo della manutenzione dovuto all’uso quotidiano delle altre componenti. Non cambia nulla, invece, sul fronte delle tempistiche: la prima revisione deve venire obbligatoriamente entro i quattro anni dalla produzione, poi ogni due anni.

Sull’auto elettrica non c’è il cambio, non ci sono i filtri comuni a un motore termico e ci sono meno liquidi circolanti. La manutenzione dell’auto elettrica è, di conseguenza, molto più economica di un’auto termica. Il motivo è dato dal numero molto inferiore di parti meccaniche che compongono un normale motore elettrico rispetto a un normale motore endotermico. L’ispezione da parte di un’officina autorizzata permette di stimare il costo della manutenzione di un’auto elettrica ma anche in questo caso basti pensare ai danni che può fare un mancato cambio dell’olio sull’auto endotermica rispetto agli stessi effetti su un’auto elettrica. Un normale tagliando di un’auto elettrica è una vera e propria ispezione: a meno di problemi segnalati dalla centralina che possono riguardare la batteria, e in quel caso lo smontaggio e la sostituzione delle celle che richiede un tecnico esperto e qualificato, il resto si concentra sul controllo del telaio, sul controllo dell’usura delle pastiglie e sull’olio dei freni idraulici.

Sull’usura dei freni si apre il secondo aspetto della manutenzione di un’auto elettrica. Rispetto a una termica, come ricordato, il consumo dei freni è estremamente minore perché molta della forza frenante viene esercitata quasi “automaticamente” dall’azione frenante del motore elettrico, con punte che possono arrivare ai 200 kW nei rallentamenti più avventati. Basti pensare alle elettriche del gruppo Volkswagen che, anche per questo motivo, hanno scelto un più classico freno a tamburo per il ponte posteriore, là dove in quel caso specifico è posizionato il motore elettrico quando la trazione è solo su un asse.

Volkswagen ID.3 2024

Parlando della batteria, invece, molti automobilisti associano questo componente vitale di un’auto elettrica con la fonte di maggiori preoccupazioni. Come si smaltisce? Come si gestisce e, soprattutto, che costo ha il suo mantenimento? Una normale batteria di un’auto elettrica è ingabbiata in sicurezza appena sotto il pavimento dove poggiate i vostri piedi e serve a immagazzinare energia da trasferire al motore o ai motori elettrici. Sono una delle parti più soggette a usura, tanto che si consiglia di non caricarle mai fino al 100% e non farle mai scendere sotto il 20%, un consiglio che si applica anche ai comuni smartphone. Il problema è che non rispettando queste semplici regole sul lungo periodo viene ridotta l’autonomia, tanto che si potrebbe paventare una costosa sostituzione. Quindi cosa significa mantenere una batteria? Essenzialmente tenere sotto controllo il suo stato tramite un semplice controllo via cavo che permette una precisa diagnostica. Un’analisi essenziale per la garanzia che molte case automobilistiche offrono standard di almeno 8 anni su 150.000/200.000 km, garanzia che non è più valida se l’usura rilevata è sotto un certo livello che il cliente accetta in fase di firma del contratto, solitamente intorno al 70/75%.

Possiamo concludere con una domanda che racchiude tutte le altre. Quanto costa mantenere un’auto elettrica? I tagliandi sono mediamente più economici rispetto alle termiche, si arrivano a spendere tra i 100 e i 500 euro, ovviamente sulla base del segmento. Se escludiamo i circa 20.000 euro che Tesla potrebbe chiedervi per la sostituzione completa della batteria di una Model S, caso molto remoto, tutto sommato manutenere un’auto elettrica oggi non è così dispendioso.

Costo ricarica auto elettrica?

Affrontato il discorso sui costi di manutenzione e sulle varie componenti che vanno controllate con maggiore scrupolo, è ora di parlare di quanto costa nella pratica la ricarica di un’auto elettrica. Si tratta di un argomento molto ampio che si aggiorna di mese in mese, basti pensare che ora anche in Italia alcune colonnine permettono di pagare la ricarica con una carta di debito/credito senza necessità di essere iscritti alle varie app come Enel X Way o BeCharge che chiedono una tantum una carta per l’addebito delle ricariche. Nel metodo più classico, è proprio tramite un’app che è possibile aprire una mappa, capire quale sia la colonnina più vicina a voi, talvolta prenotarla come sull’app di Enel X per un costo di 25 euro/anno al patto di scegliere la tariffa Pay Per Use Premium, e recarsi a caricare. Nel caso di Tesla, invece, grazie alla sua rete di Supercharger l’operazione è più semplice e tutto avviene in maniera automatica visto che la colonnina “riconosce” l’auto che va a caricare addebitandone il costo sul profilo del cliente proprietario. Terzo caso, quello consigliato per chi possiede un box dove ristora l’auto elettrica, è la wallbox. Qui i costi possono dipendere da vari fattori che dipendono a loro volta dal vostro fornitore di energia, ma mediamente caricare da una wallbox da 7,4 kW ha un costo decisamente inferiore di quelli delle normali colonnine pubbliche, sia che esse siano in corrente alternata sia che siano in corrente continua. Le prime, che erogano una corrente a 22 kW, permettono una ricarica più lenta delle auto elettriche utilizzando il cavo Tipo 2, fornito insieme all’automobile, le seconde possono arrivare ai 300 kW e chiudere la questione in poche decine di minuti utilizzando il connettore standard CCS Combo 2 (si calcola sempre la ricarica dal 20 all’80%, quella consigliata).

Detto questo, è facile pensare che la ricarica in corrente alternata sia più economica delle ricariche in corrente continua, e per spiegarvi meglio facciamo l’esempio con Enel X che è uno dei provider con la maggiore copertura sul territorio. Le tariffe sono aumentate nel corso del 2022 dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e, inspiegabilmente, non sono ancora scese nel momento in cui scriviamo. Si parla di 0,69 euro/kWh per una colonnina standard max 22 kW, mentre per una CCS Combo 2 max 100 kW si spendono 0,89 euro/kWh. Ancora diverso il caso delle colonnine HPC (High Power Charger): qui il costo arriva a 0,99 euro/kWh, che è anche la tariffa più alta con cui oggi si può caricare un’auto elettrica. Facciamo un esempio per scoprire quanto possa costare una ricarica di un’auto premium: un’Audi Q4 e-tron ha una batteria da 77 kWh; considerando una ricarica che non superi l’80%, basta fare una piccola proporzione per scoprire matematicamente a quanto corrisponde questa percentuale sul totale netto della batteria (in questo caso, 61,6 kWh) e dividere semplicemente per il costo al kWh sopra elencato. Caricare una Q4 e-tron da una colonnina HPC costerà quindi 60,9 euro dagli HPC (61,6/0,99), fino a un minimo di 42,5 euro da una colonnina in corrente alternata. Questo è un esempio che fa capire come i costi di ricarica dell’auto elettrica siano aumentati negli ultimi anni: nel marzo 2022 sempre dalle colonnine Enel X la Pay Per Use AC costava 0,58 euro/kWh rispetto ai 0,69 euro/kWh di oggi, mentre la Pay Per Use HPC oltre i 150 kW costava 0,79 euro/kWh contro i 0,99 euro/kWh di oggi. Sempre parlando di Enel X, esistono anche tariffe flat che partono da un minimo di 49 euro/mese (City, 80 kWh), 79 euro/mese (Travel, 160 kWh) e 129 euro/mese (Travel Plus, 320 kWh). Anche in questo caso, nel confronto con l’inizio del 22 siamo passati da 25 euro per un Flat Small da 70 kWh ai 49 euro di un City da 80 kWh, e da un 45 euro di una Flat Large con un massimo di 145 kWh ai 79 euro della Travel da 160 kWh.

Audi-Q4 e-tron

Da questa analisi si evince come caricare un’auto elettrica costi di più se volete metterci meno tempo. Qualcosa sta cambiando con le colonnine Free to X che si stanno rapidamente diffondendo lungo le principali arterie autostradali italiane. I costi sono minori, si parla di circa 0,7 euro/kWh anche per le ricariche sopra i 150 kW, lo standard durante una sosta che deve durare il meno tempo possibile. Ancora diverso il caso di Tesla: il costo può cambiare anche in base all’orario (on-peak, off-peak dalle 16:00 alle 20:00) senza mai superare i 0,51 euro/kWh anche nelle ore on-peak. Ora che i Supercharger sono aperti anche a non possessori di Tesla, si deve considerare un piccolo aumento nell’ordine dei 0,69 euro/kWh.

Infine, i costi della ricarica dell’auto elettrica possono aumentare se si occupa la colonnina oltre il tempo dedicato alla ricarica. Si tratta di una piccola penale che costringe chi ha caricato a liberare lo stallo il prima possibile così da concedere spazio a un nuovo cliente (tariffe che possono variare tra i 0,2 e i 0,25 euro/minuto).

I costi mensili di un’auto elettrica

Per valutare i costi mensili di un’auto elettrica può essere utile valutare un chilometraggio medio calcolato su un percorso annuale. Prendiamo, ad esempio, una percorrenza media di 10.000 chilometri, che talvolta è lo standard in molte offerte di noleggio a lungo termine che ormai comprendono anche le auto elettriche. L’esempio è una FIAT 500 elettrica che per 359 euro/mese, con durata di 36 mesi, anticipo 3.000 euro e, guarda caso, un chilometraggio massimo di 10.000 chilometri, permette di guidare la citycar elettrica che è stabilmente tra le auto elettriche più vendute d’Italia con un canone tutto incluso. A questo costo mensile vanno aggiunte, nel caso specifico dei noleggi, i costi della ricarica visto che il canone include la manutenzione, la copertura assicurativa, l’assistenza e il soccorso stradale, il ritiro dell’usato e la consegna dell’auto a domicilio.

Fiat-500e-cabrio

Diverso il caso di fronte all’acquisto o al finanziamento di un’auto elettrica. Sempre prendendo a riferimento la 500 elettrica, il costo mensile di un’auto elettrica spalmato su un anno con lo stesso chilometraggio deve tenere conto di una spesa che parte da un minimo di 29.950 euro a parità di allestimento e motore rispetto all’offerta sopra descritta del noleggio. A questi costi di gestione mensile di un’auto elettrica bisogna aggiungere la manutenzione, con i tanti pro e i pochi contro che presenta la gestione di un’auto a zero emissioni, e i costi accessori quali assicurazione e bollo. Se nel caso del noleggio l’assicurazione viene inclusa nel canone, nel caso dell’acquisto/finanziamento è un costo in più. Ancora diverso il caso del bollo: ci sono regioni italiane, come Piemonte e Lombardia, dove l’esenzione dal pagamento del bollo per chi compra un’auto elettrica è perenne. Anche in regioni in cui si paga, dopo i 5 anni quest’ultimo viene ridotto nell’ordine del 75% quale ulteriore sgravio fiscale per incentivare l’acquisto di questi veicoli green. In conclusione, il costo mensile di un’auto elettrica è decisamente variabile e dipende da molti fattori. A confronto con le auto termiche di pari segmento, che costano comunque meno sia con il noleggio mensile sia con l’acquisto classico, bisogna inoltre considerare il tipo di percorso, il costo del carburante e altri costi accessori come la manutenzione che richiede una spesa maggiore per le termiche rispetto alle elettriche.

Quanto costa un 1 kWh di elettricità per un’auto elettrica?

Con il rialzo sia dell’energia elettrica, quindi dei costi di ricarica, sia dei carburanti tradizionali (nell’estate 2023 si sono sfiorati e spesso superati i 2 euro/litro sia per benzina sia per Diesel) parlare di un confronto diretto tra il costo di 1 kWh di elettricità per un’auto elettrica e di un litro di carburante può diventare interessante. Innanzitutto, abbiamo è facile dedurre quanto costa 1 kWh rileggendo il paragrafo dedicato ai costi di ricarica. Abbiamo visto che possono dipendere dal fornitore, con Tesla che ha tariffe più economiche presso i suoi Supercharger rispetto a Enel X, ma dove questo costo è direttamente proporzionale al tipo di colonnina usata: più economico con una wallbox con contratto domestico, più caro alle colonnine HPC che permettono di ricaricare in poche decine di minuti.

Possiamo calcolare che con 1 kWh di energia un’auto elettrica percorre in media non più di tre o quattro chilometri, con punte di 8/10 chilometri a kWh per auto molto efficienti come la nuova Hyundai Ioniq 6, premiante dal punto di vista dell’efficienza aerodinamica. Considerando un costo massimo di 0,99 euro/kWh, facile dedurre il costo per percorrenza chilometrica. Percorrere 10 chilometri può costare circa 9,9 euro su una Ioniq 6 ma può costare molto di più, praticamente il doppio, se prendete a riferimento un’auto non così tanto efficiente. Questo costo può al contempo ridursi se caricate la vostra auto elettrica da una wallbox con un contratto domestico vantaggioso, cosa che il proprietario di un’auto termica non può fare dipendendo esclusivamente dal costo del carburante gravato in Italia, come ben noto, da diverse tasse tra cui le odiate accise.

Scegliere la giusta tariffa per ricaricare l’auto elettrica è, quindi, fondamentale. Ad esempio le tariffe Flat di Enel X sono la soluzione giusta per risparmiare se l’auto elettrica viene usata fondamentalmente sugli stessi percorsi, con una certa abitudinarietà. Chi si muove sul percorso casa-lavoro, con qualche eccezione, può invece risparmiare scegliendo un contratto di fornitura a fronte della fornitura e dell’installazione di una wallbox domestica. Ultimo caso quello del cliente che percorre molti chilometri con la sua auto elettrica. In questo caso l’unica scelta può essere quella di diventare “cliente” di più fornitori, tra cui Free to X, Enel X, Be Charge ecc per avere sempre disponibilità di colonnine lungo i percorsi.

Quanto costano 100 chilometri a bordo di un’auto elettrica?

Anche in questo caso, il costo di 100 chilometri a bordo di un’auto elettrica può variare molto in base alla tipologia di auto, alla sua potenza, al suo peso e alle sue caratteristiche aerodinamiche, senza considerare il costo dell’energia elettrica. In media dobbiamo calcolare un consumo variabile, sempre a seconda dell’auto, tra i 10 e i 20 kWh per percorrere 100 chilometri. Caricando dalla wallbox in garage, con un costo dell’energia oggi in tariffa monoraria che non supera i 0,2 euro/kWh, la cifra è davvero molto bassa e contenuta entro i 5 euro. Per percorrere la stessa distanza con un’auto a benzina che consuma 15 km/l, servono in media 6,6 litri che moltiplicati per il costo del litro di benzina (ca. 2 euro/litro) la spesa è ben maggiore, circa 14 euro.

Nel caso di una Tesla caricata al Supercharger, 100 chilometri costano sicuramente di più, tra 8 e 12 euro. Altra media si può fare considerando un’auto elettrica piccola come la già citata 500 elettrica che ha una batteria da 42 kWh; in questo caso facendo una media tra il prezzo massimo alle colonnine HPC (0,99 euro/kWh) e il prezzo di una ricarica domestica si può raggiungere un valore, non troppo indicativo, di circa 22 euro per un “pieno”.

Costi auto elettriche comparati alle auto ibride e termiche

Nel confronto tra auto elettriche e auto termiche/ibride, sono tanti i parametri da valutare. Innanzitutto non sono pochi coloro i quali non amano particolarmente le auto elettriche principalmente perché non emettono rumore, o se lo emettono è palesemente artificiale. Al contrario, c’è chi sostiene che viaggiare nel silenzio sia la scelta giusta quando si è a bordo di un’auto. Difficili da convincere, i detrattori dell’auto elettrica possono quanto meno ricredersi dopo un test drive. Avendo un peso importante concentrato nella parte bassa del veicolo, ne giova il famoso baricentro. Senza perderci nelle leggi della fisica, significa che a pari potenza un’auto elettrica è più piacevole da guidare rispetto a un’auto termica: prendiamo un SUV molto pesante che, grazie al baricentro ribassato, diventa più piacevole da guidare rispetto a un veicolo di pari dimensioni con motore termico. Questo è ciò che sostengono gli amanti delle auto elettriche, che vedono ormai di cattivo gusto motori di grossa cilindrata che inquinano e fanno troppo rumore.

Altro aspetto da considerare parlando di piacere di guida è l’accelerazione. La coppia istantanea che garantisce il motore elettrico spesso non è comparabile a quello di qualsivoglia motore termico. Qui il confronto può scattare tra supercar elettriche e termiche come la Audi e-tron GT RS da 646 CV pesante 2,34 tonnellate e la Audi R8 Coupé con il suo 5.2 da 620 CV. La prima accelera da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi, la seconda in 3,2 con la trazione integrale quattro. Ne deriva che l’elettrica accusa il peso di almeno 5 quintali superiore rispetto alla termica, specie quando è il momento di scattare da ferma. Diverso il caso sullo 0-50 km/h, dove anche una piccola citycar come la famosa FIAT 500 elettrica è sicuramente più scattante di una 500 termica.

audi-rs-e-tron-gt-front

Veniamo però al nocciolo della questione, il costo delle auto elettriche comparato a quello delle auto termiche o ibride. Se prendiamo le auto nuove, l’esempio diretto è stato già fatto precedentemente con la Peugeot 208 termica ed elettrica. Non si tratta di due auto di pari potenza e pari allestimento, certo è che fa impressione pensare che quasi 17.000 euro ballino a fronte dell’acquisto di un’auto che fondamentalmente è la stessa per ingombri e per numerose altre caratteristiche. Abbiamo visto che può costare meno il costo dell’elettricità di un’auto elettrica caricando nel box domestico e che così facendo il confronto nel costo di gestione di un’auto elettrica rispetto a un’auto termica è palesemente a favore della prima.

Sono più popolari le auto elettriche o le auto a combustione?

Le auto elettriche stanno diventando popolari specialmente in paesi dove la legislazione e l’abbondanza di infrastrutture, oltre a un costo dell’energia minore, hanno permesso una rapida diffusione di questo tipo di autovetture considerabili green nel senso che non emettono emissioni nocive e la temibile anidride carbonica quando si muovono. Non è lo stesso discorso sull’intero ciclo di vita di un’auto elettrica, considerando le energie spese per estrarre i minerali che compongono una batteria agli ioni di litio, ma questo è un altro discorso anche se molti detrattori delle auto elettriche si appellano esattamente a questa motivazione per criticarle. Tolti i discorsi pro/contro ambientalistici, è innegabile che la popolarità delle auto elettriche stia crescendo. Lo dimostrano i dati di vendita europei, dove un modello come la Tesla Model Y è stata la più venduta nel primo semestre 2023. Basterebbe questo dato per confermare la popolarità crescente delle auto elettriche ma non bisogna dimenticare che questa considerazione varia da paese a paese. In Italia, il paese in cui viviamo, le elettriche godono al contrario di tanta diffidenza, vuoi per il costo ancora poco accessibile vuoi per la paura che coincide con la necessità di pianificare i viaggi con le auto elettriche per non trovarsi a piedi in situazioni scomode. La causa principale che non fa godere di popolarità le auto elettriche è, però, il prezzo. Nonostante l’attuale incentivo di 5.000 euro, per molti cifre come i 35.950 euro richiesti per la nuova FIAT 600e sono improponibili nel confronto con un’auto termica di pari segmento che può costare poco più di 20.000 euro (il caso di Jeep Avenger, è emblematico: 24.300 euro la 1.2 turbo benzina, 37.900 euro l’elettrica).

Se prendete i puristi della guida e gli amanti delle auto sportive sarà difficile convincerli che un’auto elettrica sia migliore di un’auto termica. Il mercato e l’offerta commerciale, non bisogna dimenticare che le case automobilistiche rispondono a regole dettate dall’Unione Europea, ci stanno cercando di convincere che l’auto elettrica sia innegabilmente più attraente di un’auto termica, come se quest’ultime fossero diventate tutto a un tratto pezzi da museo. Basti pensare ai vituperati motori Diesel che sono destinati all’uscita dal mercato quando con un motore moderno come i famosi 200 d di Mercedes-Benz, con il progresso della tecnologia, riescono a offrire autonomie vicine ai 1.200 chilometri con un pieno di gasolio. Quando vedremo un’auto elettrica percorrere un’autonomia paragonabile, forse sarà troppo tardi per ripensare a quanto fossero performanti le attuali generazioni di motori termici.

I pro e i contro delle auto elettriche

Come tutte le auto, anche le auto elettriche hanno i loro pro e i loro contro. Nel corso di questa disamina abbiamo visto come quest’ultime possono diventare più economiche nella loro gestione e molto più economiche se si pensa alla manutenzione nel confronto diretto con un’auto termica. Di contro, il peso elevato, il costo fuorimisura e la pianificazione necessaria per calcolare esattamente le varie soste alle colonnine quando si affronta un lungo viaggio rappresentano uno svantaggio notevole rispetto alle auto che si muovono grazie a combustibili tradizionali derivati dagli idrocarburi. Non bisogna dimenticare, approfondiamo a breve, che agli albori della storia dell’auto l’auto elettrica sembrava la soluzione più adatta ma la scoperta dei giacimenti di petrolio e della possibilità di muoversi a costi minori fece dirottare la storia in un’altra direzione.

Uno dei grandi vantaggi che oggi rendono popolare l’auto elettrica sta nella sua silenziosità di marcia. Anche qui non è esattamente emozionante sentire in abitacolo un suono creato in laboratorio ma è innegabile che nel traffico di una metropoli la differenza si sente eccome, senza pensare alla qualità dell’aria che ne beneficia. Lo dimostrano paesi come la Norvegia, dove già più della metà del parco circolante è elettrico: si respira meglio e la quantità di polveri sottili è diminuita. A parità di potenza, inoltre, l’auto elettrica è più prestante di un’auto termica. I motivi li abbiamo spiegati e stanno nell’erogazione istantanea di potenza e soprattutto di coppia, senza contare che l’efficienza termica è decisamente superiore e questo si traduce in un migliore sfruttamento dell’energia stessa, che sia essa elettrica o derivante dalla combustione termica di una miscela di aria e benzina in una camera di scoppio. La trazione integrale di un’auto elettrica, inoltre, migliora le prestazioni rispetto a un 4x4 termico. L’installazione di un motore davanti e di uno dietro, senza ricorrere a un albero di trasmissione, migliora l’erogazione della potenza sulle singole ruote anche su fondi viscidi.

Il vantaggio maggiore concesso dall’auto elettrica “marciante” è poi dato dall’assenza di emissioni. Da quando viene messa in moto la prima volta, l’auto elettrica si muove senza emettere alcun emissione. Il critico potrebbe parlare di microplastiche diffuse nell’ambiente dal rotolamento degli pneumatici, ma questo è un aspetto che accomuna qualsiasi tipo di autovettura. Proprio il fatto che le auto elettriche siano a zero emissioni ha giocato sull’aspetto politico, visto che le amministrazioni hanno sempre agevolato la circolazione di questo tipo di auto anche nei centri città, laddove l’accesso è precluso ad auto inquinanti nel più ampio senso del termine. Infine, le poche parti meccaniche che compongono i motori elettrici sono meno soggetti a usura rispetto ai motori a combustione, quindi ne deriva un costo di manutenzione minore. Veniamo ai contro delle auto elettriche, che non sono pochi. Partiamo dalla batteria: se mal gestita, può diventare la croce di un’auto elettrica anche per il discorso che facevamo relativamente alla garanzia. Il costruttore spesso offre 8 anni e un chilometraggio superiore ai 150.000 chilometri, ma se l’efficienza del pacco batterie diminuisce sotto il 70% possono insorgere problemi. Inoltre, la batteria è la principale fonte del grosso problema che affligge le elettriche: il peso. La ricerca sta marciando sulla riduzione dello spessore degli accumulatori, a parità di densità. Il progresso porterà a nuovi tipi di batterie, si parla già di batterie allo stato solido che saranno meno ingombranti e più performanti, ma ci vorrà tempo. Oggi la principale fonte per la costruzione delle batterie è il litio, già soprannominato il nuovo petrolio. Di conseguenza per “ingabbiare” una batteria agli ioni di litio anche il telaio deve essere sufficientemente resistente in caso di incidente.

Volvo EX90 levertijd: elektrische 7-zitter rolt nog in 2023 van de productieband

Tutto questo incide ancora una volta sul peso, il vero contro delle auto elettriche oltre al prezzo. Una piccola FIAT 500 elettrica pesa quasi 1,5 tonnellate, e non c’è confronto con una 500 termica che non arriva alla tonnellata. SUV di segmento E come la Volvo EX90 arriva a sfiorare le 3 tonnellate. Il tutto pensando che, allo stato della tecnologia attuale, è difficile trovare auto elettriche che riescano a superare i 500 chilometri di autonomia. Con un peso minore, questo dato migliorerebbe di conseguenza. Qui si può altrettanto affermare che è ampiamente dimostrabile come la maggior parte degli automobilisti europei percorra ogni giorno circa 50 chilometri, quindi l’autonomia può diventare un vero problema sulle lunghe distanze. Se è vero che non bisogna preoccuparsi dell’autonomia nella maggioranza dei casi, si pone un altro dei contro: la ricarica pubblica. Basti pensare al caso più classico: cosa succede se arrivo a una colonnina con la batteria al limite e trovo quest’ultima non funzionante o occupata? Chiudiamo con il prezzo: a parità di segmento, ricordiamo che un divario superiore ai 15.000 euro è un ostacolo troppo grande davanti agli occhi ingenui di un cliente indeciso nella scelta tra un’auto elettrica e un’auto termica.

Auto elettriche: le usate più popolari

Su Autoscout24 sono già molto numerosi gli annunci di auto elettriche usate, un bel modo per risparmiare soprattutto considerando il fatto che le auto in vendita di seconda mano hanno mediamente pochi chilometri. Per la maggiore vanno le auto elettriche compatte usate, con modelli come la Peugeot e-208, già soggetta a un restyling, la Mazda MX-30 e la Opel Corsa. Non mancano anche le auto del segmento medio, considerando la “pioniera” Nissan Leaf che è aumentata di dimensioni tra la prima generazione e la seconda. In altre parole, chi vende la sua auto elettrica lo fa perché o non si è trovato a suo agio con ricariche e tempi di attesa o ha cambiato il modello, magari preferendo un’auto endotermica tradizionale o un’elettrica più efficiente e performante dopo aver “assaggiato” questa nuova tecnologia.

Non mancano anche modelli di auto elettriche usate di segmento superiore, ma così facendo si perde il vantaggio del prezzo più conveniente che permette di risparmiare. Certo è che l’elettrico, per come si sta evolvendo il mercato, sta penetrando più nel mercato premium che nel mercato delle utilitarie, l’antitesi di quella che dovrebbe essere la democratizzazione dell’elettrico. Ecco perché le auto elettriche usate possono essere un viatico per contribuire a ringiovanire il parco circolante italiano.

Auto elettriche: un po’ di storia

Elon Musk, come si accennava, ha fatto rinascere l’interesse per le auto elettriche quando nel 2004, dopo il suo ingresso in Tesla, ha contribuito a rilanciare la sorte dell’auto elettrica. Sbagliato è pensare che l’auto elettrica sia un fenomeno recente, anzi. I primi esperimenti risalgono al 1860, quando nel 1800 fu inventata la pila di Volta che è stata la base per la diffusione dell’elettricità su larga scala. Fu il fisico francese Gaston Planté a capire per primo la potenzialità di un’auto elettrica, ma fu l’inventore austriaco Franz Kavogl a presentare il primo veicolo elettrico nel 1867 all’Esposizione Universale di Parigi, ben prima della presentazione della prima auto termica che arriverà solo sul finire del 1800. Già nel 1885 circolavano in Europa auto elettriche primordiali capaci di raggiungere velocità di 20 km/h e di marciare per 30 chilometri prima di fermarsi con le batterie scariche.

Sono anni in cui l’auto è ancora un fenomeno poco diffuso ma si calcola che, nel primo decennio del XX secolo, un terzo dei veicoli circolanti negli Stati Uniti fosse elettrico. Tutto cambia quando, siamo nel 1911, aumenta la costruzione di strade, si pone il problema dell’autonomia e, soprattutto, la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi permette di sfruttare a prezzi più bassi il motore a benzina. Altra invenzione che riguarda l’elettricità è l’arrivo dei motorini di avviamento, invenzione di Charles Kettering. Henry Ford diede il colpo di grazie nella storia dell’auto elettrica all’inizio del 1900 con l’invenzione della catena di montaggio e di un modello alla portata di tutti come la Model T. Sembrava destinata a finire la storia dell’auto elettrica, sparita dai radar per decenni. Si ricomincia a parlare di elettrico negli anni ‘70, quando la crisi petrolifera di un mondo che nel frattempo ha visto nuovi stati affacciarsi nella produzione del petrolio, basti pensare al Medio Oriente, inizia a smuovere le coscienze e a risvegliare l’interesse sull’auto elettrica. Già negli anni ‘90 non sono mancate le sperimentazioni, basti pensare che FIAT propose la Panda Elettra nel 1990 in occasione dei Mondiali di Calcio svoltisi in Italia. A mancare nell’ultimo decennio del ventesimo secolo fu, però, la domanda.

In America è General Motors, prima ancora di Tesla, a proporre la sua idea di auto elettrica su larga scala, la EV1. Non ha avuto molto successo ma è stata di ispirazione per la creazione di Tesla, protagonista indiscutibile della storia delle auto elettriche. La Roadster lascia il segno, è una sportiva con 340 chilometri di autonomie, linee molto sportive e la prima a utilizzare la chimica degli ioni di litio che ancora oggi sta alla base della quasi totalità delle batterie installate sulle auto elettriche. Le auto elettriche iniziano a diffondersi e il prezzo si riduce del 50% in quattro anni, pur essendo ancora decisamente proibitivo per molti automobilisti.

Auto elettriche: cosa dice il mercato oggi

Se ci basiamo sui dati del mercato europeo, è evidente come il fenomeno dell’auto elettrica sia ormai una realtà. Nel vecchio continente le vendite nei primi sei mesi del 2023 hanno superato e definitivamente avviato alla pensione l’auto Diesel, con quasi 100.000 unità di differenza. La crescita, rispetto al 2022, è stata del 45%, con annesso Regno Unito. In questo contesto non si può dire lo stesso, però, dell’Italia. Vero è che, sempre secondo i dati di UNRAE aggiornati al 31 luglio 2023, la quota di mercato delle auto full electric è aumentata, ma stiamo parlando di 0,2 punti percentuale (3,6% vs 3,8%). Troppo poco per dichiararlo un fenomeno. Emblematico è il caso della Jeep Avenger, la Car of the Year 2023, disponibile sia con motore benzina sia con motore elettrico in alcuni paesi dove, per l’appunto, l’elettrico stenta a decollare. Solo a luglio Jeep Avenger benzina ha scalato le classifiche delle auto a benzina, che da sole valgono il 28,6% del mercato, con 1.926 unità. La Avenger elettrica, invece, si è classificata nona con 127 unità. Tra le due un delta prezzo importante: ballano, infatti, 13.600 euro tra la Avenger 1.2 benzina (24.300 euro) e i 37.900 euro dell’elettrica, salvo promozioni o offerte della Casa madre.

Jeep Avenger

Da una parte il mercato delle auto elettriche in Italia è frenato sì dal prezzo ma, anche e soprattutto, da una politica di incentivi ancora poco efficace (e mal distribuita) e da una carenza infrastrutturale di colonnine ad alta potenza di ricarica che sta anno dopo anno migliorando ma presenta ancora gravi carenze tra nord e sud, tra capoluoghi e province e non è sufficiente a coprire l’intera rete autostradale. Oggettivamente chi investirebbe in una tecnologia e in un’infrastruttura quando le quote di mercato sono così esigue? Parliamo di un’istantanea che vede l’Unione Europea come principale sostenitore della transizione al full electric e di un’Unione Europea che deve mettere tutti i paesi nella stessa condizione di operare. Il 2035 si avvicina, molte case automobilistiche hanno già annunciato la loro decisione di diventare brand full electric già al 2030, con 5 anni di anticipo. Con una crescita così lenta, almeno in Italia, questo orizzonte sembra poco veritiero.

Tutti i modelli, tutte le versioni

Speciale