Filtro antiparticolato: cos’è e come funziona il FAP
Quando si parla di DPF o di FAP, cos’è e come funziona dono senza dubbio le domande più comuni. Per capire che cos’è il DPF bisogna analizzare nel dettaglio il suo funzionamento. Quando un’automobile diesel percorre strade urbane, mantenendo una velocità inferiore ai 50 km/h, il filtro antiparticolato trattiene le polveri sottili; una volta superata la velocità di 70 km/h, il sistema avvia la pulizia del filtro e il processo di rigenerazione. Quest’ultimo viene gestito da un software che valuta l’effettiva necessità di rigenerare il filtro; solo se la quantità di polveri è elevata, avviene la combustione e la pulizia del filtro. A questo scopo, però, è necessario raggiungere alte temperature: questo è il motivo per cui la rigenerazione può essere effettuata solo a velocità sostenute.
L’obiettivo principale di questo dispositivo è il rispetto dei limiti di emissione nei Diesel, attraverso la diminuzione del PM10 (10 millesimi di millimetro) di origine carboniosa emesso dai motori, le polveri sottili considerate particolarmente pericolose, in quanto contengono sostanze fortemente tossiche come gli idrocarburi policiclici aromatici.
Secondo gli studi effettuati, il Filtro antiparticolato ha dimostrato a oggi una notevole efficacia nella cattura del particolato emesso dai motori Diesel. Le misurazioni dell’Istituto Sperimentale per i Combustibili, dicono che le polveri vengono abbattute di 7 volte in massa e di 10.000 volte in numero, con il filtro che cattura particelle delle dimensioni di 10 nanometri.
Sebbene ci siano diverse tipologie di filtri in commercio, il funzionamento di base è il medesimo per tutti. Il sistema di scarico raccoglie i gas combusti nel collettore di scarico e poi li convoglia verso la marmitta catalitica, passando per il filtro antiparticolato vero e proprio, procedendo verso il vaso d’espansione, il silenziatore e l’uscita. Un software di diagnosi e gestione monitora continuamente il filtro per assicurare un corretto funzionamento e una altrettanto corretta manutenzione dello stesso. Questo è a sua volta abbinato a un pre-catalizzatore che ha lo scopo di filtrare fisicamente le polveri sottili. Alcune vetture Diesel sono dotate anche di un terzo elemento, che consiste nell’aggiunta di un additivo al carburante. Quest’ultimo permette al sistema di ridurre la temperatura necessaria per effettuare il sistema di rigenerazione, ma la maggiore diffusione di sistemi senza additivo ha dimostrato la non reale necessità di questo passaggio ulteriore, che appesantisce il veicolo a causa del serbatoio e del sistema di iniezione e, oltre ad essere meno economico da produrre perché avente più pezzi, costringe il consumatore agli interventi di rabbocco occasionali.
Una tendenza degli ultimi anni è quella di avvicinare il filtro antiparticolato al motore, invece che posizionarlo sottoscocca come i primi esemplari, aumentandone così le temperature di esercizio, il tempo di warm up e l’efficienza.