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Jaguar XJSC

Jaguar XJSC in sintesi

Qui trovi una panoramica generale dell’auto Jaguar XJSC inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più

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*Prezzo più basso su AutoScout24 nel mese scorso

Jaguar XJS-C: la gran turismo del Giaguaro

Le case automobilistiche britanniche hanno una lunga tradizione con le eleganti granturismo, portata avanti dalle Aston Martin e Bentley. Fra i marchi più apprezzati c’è anche la Jaguar, che è stata presente in questa categoria con coupé XJS e la cabrio Jaguar XJS-C, sportive usabili quotidianamente dallo stile in grado di mescolare perfettamente eleganza e sportività. Questi due modelli sono stati assai longevi (la produzione è durata fra il 1975 e il 1996), a testimonianza delle loro qualità.

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Jaguar XJS-C: com’è fatta, pro e contro

La Jaguar XJS debutta nel 1975 e viene concepita da Malcolm Sayer, apprezzato tecnico britannico autore di approfonditi studi sull’aerodinamica delle auto, tanto da aver dettato le linee guida per lo sviluppo di alcune fra le più celebri Jaguar del passato (le C-Type e D-Type da corsa, oltre alla mitica E-Type). Il lavoro di Sayer è supervisionato da Doug Thorpe, a capo dello stile per il marchio inglese, mentre la direzione tecnica dei lavori ricade sotto la responsabilità di William Heynes. Sayer mette in pratica le sue idee e riesce a far sviluppare una vettura dalla silhouette slanciata e filante, con un lungo cofano, il tetto ribassato e la sfuggente parte posteriore. Le dimensioni della XJS sono imponenti: 4,87 metri di lunghezza e 1,80 metri di larghezza, mentre l’altezza è di soli 1,27 metri. L’interno è 2+2, con i sedili posteriori per bambini o brevi tragitti.

L’abitacolo delle Jaguar XJS è ricco come da tradizione per la casa inglese, grazie agli estesi rivestimenti in pelle e alle rifiniture in legno per la plancia, che si sviluppa orizzontalmente su tre livelli: in quello superiore ci sono i diffusori dell’aria, in quello centrale i comandi dell’impianto audio e in quello inferiore i tasti per la regolazione dell’impianto di ventilazione. Il massiccio tunnel, dove svetta la leva del cambio, si restringe verso il morbido poggia-braccio centrale. Il motore della Jaguar XJS è un V12 aspirato di 5.3 litri, con 287 CV. Le prestazioni sono di livello per l’epoca, con uno ‘0-100’ in poco meno di 7,0 secondi, nonostante la Jaguar XJS avesse trasmissioni ben poco performanti: quella manuale ha 4 rapporti, l’automatica è dotata pure di una marcia in meno (e ciò si percepisce: lo ‘0-100’ viene portato a termine in meno di 8,0 secondi).

Nel 1978 viene svelato il prototipo Jaguar XJSpider, messo a punto dalla torinese Pininfarina: telaio e motore sono della XJS, ma la carrozzeria è spider e ha forme più affusolate. Il frontale, in particolare, è molto più sporgente e ha una sottile mascherina ovoidale, e ad abbellire il tutto pensano i fari retrattili (molto in voga negli Anni 70). La prima edizione della Jaguar XJS, nota come Series I, viene prodotta dal 1975 al 1981 in circa 15.000 esemplari. A sostituirla è la XJS Series II, sottoposta ad un lieve restyling stilistico: i fari, dalla forma invariata, hanno le parabole sdoppiate; la parte bassa del fascione è più massiccia e in quella superiore c’è una cromatura; le frecce laterali passano dal fascione alle fiancate. Arrivano inoltre nuove ruote e migliorie per l’abitacolo, fra cui nuove rifiniture in legno.

La Jaguar XJS viene rinnovata in modo più marcato “sottopelle”, perché al motore V12 5.2 si affianca il meno oneroso 6 cilindri in linea di 3.6 litri con 224 CV. Nel 1983 debutta anche la variante targa della XJS, con il tetto in tela e un originale struttura per supportarlo: la Jaguar XJS ha infatti la cornice dei finestrini laterali e un inusuale montante centrale, che rinforza il telaio e protegge la testa dei passeggeri in caso di ribaltamento. L’estetica ne esce compromessa, perché la XJS ha una silhouette meno pulita della cabriolet, ma tale soluzione ha il merito di far crescere anche la precisione di guida. Questa variante però non riscuote il successo sperato e viene sostituita nel 1988 dalla Jaguar XJS-C, una cabriolet a tutti gli effetti con la capote retrattile in tela (il suo abitacolo però ha solo le poltrone anteriori).

Il 1988 è anche l’anno della versione sportiva Jaguar XJR-S, con un’evoluzione del motore V12 5.3: la potenza supera i 320 CV. Ad occuparsi dell’elaborazione è la Jaguar Sport, che modifica la carrozzeria aggiungendovi specifiche appendici, introduce nuove ruote e modifica l’assetto. Dal 1989 la Jaguar XJS-R vede salire la cilindrata del V12 a 6.0 litri; inoltre, grazie all’iniezione elettronica e ad un nuovo software per la gestione del motore, la potenza supera i 330 CV. La Series II viene sostituita nel 1991 dalla Jaguar XJS Series III, riconoscibile esteticamente per il rinnovato finestrino posteriore: è più ampio. Nuovo è anche il motore 6 cilindri, di 4.0 litri, mentre il V12 raggiunge i 6.0 litri di cilindrata ed i 307 CV di potenza. La produzione della Jaguar XJS termina nel 1996, dopo circa 115.000 esemplari costruiti.

Jaguar XJS-C: allestimenti, motori e prezzi

Le Jaguar XJS e XJS-C debuttano con il più nobile motore V12 di 5.3 litri, al quale dal 1983 si affianca il 6 cilindri 3.6. Con la terza edizione, svelata nel 1991, la cilindrata del V12 passa da 5.3 a 6.0 litri e quella del 6 cilindri raggiunge i 4.0 litri.

Benzina

  • 6 cilindri in linea 3.6 aspirato
  • 12 cilindri a V 5.3 aspirato

Poco diffuse in Italia, dove si preferivano le rivali delle Maserati e Mercedes, le Jaguar XJS e XJS-C si trovano a prezzi talvolta non proibitivi: su AutoScout24 gli esemplari meno costosi sono in vendita a partire da circa 13.000 euro, ma non mancano anche quelli a 15.000 euro (già iscritti al registro dell’ASI, l’Automotoclub Storico Italiano, dunque favoriti a livello fiscale).

Jaguar XJS-C: conclusioni

La Jaguar XJS e la sua variante cabriolet, la XJS-C, sono auto eleganti e di gran classe, che poco hanno da invidiare alle più moderne granturismo: merito del look ancora oggi distintivo, del regale motore V12 e dell’abitacolo, rivestito da morbida pelle e con eleganti rifiniture in legno. Se lo charme è tipico delle auto inglesi, lo stesso discorso vale per l’affidabilità: non è esattamente “a prova di bomba”, come ci hanno (purtroppo) abituato molte prestigiose vetture d’Oltremanica. La XJS, in più, essendo stata molto poco diffusa, può far sorgere qualche grattacapo a chi va alla ricerca di parti di ricambio.