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Kia Station wagon

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KIA Station Wagon: storia, modelli, versioni e motori

Arrivata in Europa come “brutto anatroccolo” tra i marchi emergenti, oggi KIA è una delle Case più apprezzate per la tecnologia delle sue automobili, una cura estetica importante e un rapporto qualità-prezzo ancora concorrenziale. Capace di offrire utilitarie, SUV e Station Wagon, KIA si è spinta anche nella produzione di sportive come la berlina Stinger e l’attuale elettrica EV6, facendosi apprezzare anche per la qualità delle sue vetture. Dalla fine degli anni ’90 parte del Gruppo Hyundai, KIA è arrivata in Europa nel 1991, approdando in Italia per la prima volta tra il 1993 e il 1994 con la berlina Sephia e il SUV Sportage, una vera intuizione geniale della Casa coreana. Nel 1997, poi, arriva sul mercato la KIA Pride, modello rimarchiato di Ford Festiva e Mazda 121. Da quella prima Pride, utilitaria squadrata e non troppo interessante, derivò la prima KIA Station Wagon, la Pride Sport Wagon. Proprio con lei nacque questa denominazione che, ancora oggi, definisce le familiari della Casa coreana. Oggi, la gamma di station wagon KIA prevede due modelli, entrambi realizzati sulla base della compatta media Ceed. La prima è la classica KIA Ceed Sportswagon, erede della tradizione di familiari spaziose e razionali del brand coreano, mentre al suo fianco è comparsa, nel 2018, l’inedita KIA Proceed, una shooting brake che aggiunge sportività ed emozioni alla carrozzeria familiare. Non sono state solo queste le station wagon KIA proposte in Italia: scopriamo allora tutti i modelli di station wagon KIA, i motori e le versioni.

Modelli KIA Station Wagon

Come anticipato in apertura, KIA ha fatto il suo debutto ufficiale sul mercato italiano relativamente poco tempo fa, tra il 1993 e il 1994. Allora, la gamma KIA era formata da due modelli, la berlina a tre volumi Sephia e il SUV Sportage, uno dei primi esempi di automobile a ruote alte ma con delle caratteristiche tecniche e dinamiche di una berlina. A queste, nel 1997 si sono aggiunte la più grande berlina Shuma, l’intermedia Clarus e la piccola Pride, in vendita in altri Paesi europei già dal 1991. Queste ultime due vetture, la Clarus e la Pride, sono anche stati i primi modelli station wagon di KIA: le versioni familiari di entrambe le vetture, infatti, erano proposte anche in versione Sport Wagon. Questi sono, in ordine cronologico, i modelli station wagon di KIA proposti in Italia dal 1997 ad oggi:

  • KIA Clarus Sport Wagon
  • KIA Pride Sport Wagon
  • KIA Rio Sport Wagon
  • KIA Cee’d Sportswagon
  • KIA Optima Sportswagon
  • KIA Ceed Sportswagon
  • KIA Proceed

Il primo dei modelli KIA Station Wagon ad arrivare in Italia è stata la Clarus Sport Wagon, berlina di grandi dimensioni decisamente poco ricordata per via di un successo commerciale diciamo deludente. Proposta in Italia tra il 1998 e il 2000 e realizzata sulla base della Mazda 626, la versione station wagon poteva contare su un look posteriore tondeggiante e piuttosto “barocco”, in pieno stile anni ’90, che celava un bagagliaio che partiva da 351 litri e arriva a 1.500 litri abbattendo il divano posteriore. Proposta con una meccanica “mista” di origine Mazda e KIA, la Clarus Sport Wagon è stata abbandonata nel 2000 per lasciare spazio a wagon più piccole, come la Pride Sport Wagon. Stessa permanenza sul mercato è stata concessa al secondo dei modelli KIA Station Wagon, la Pride Sport Wagon. Lanciata anche lei nel 1998 e cancellata allo scoccare del Nuovo Millennio, più che una familiare la Pride Sport Wagon appare come una Pride monovolume. Dotata di cinque porte, tetto alto e grandi superfici vetrate, nonostante un bagagliaio più grande della ben più lunga Clarus (440 i litri di capacità con i sedili posteriori in posizione), anche Pride Sport Wagon non incontrò i favori del pubblico, anche a causa del suo stile ben poco europeo e molto squadrato.

Il primo dei modelli KIA Station Wagon capace di convincere la clientela europea è stata la Rio Sport Wagon, nata nel 2000 nel momento di maggior splendore delle familiari di Segmento B e prodotta fino al 2005. Realizzata sulla base della nuova utilitaria della casa, la Rio appunto, la nuova familiare compatta coreana ha uno stile più tradizionale rispetto a Clarus e Pride, un bagagliaio generoso (449 litri di capacità minima), una meccanica affidabile e la classica impostazione delle KIA e Hyundai di un tempo: materiali robusti e fatti per durare, pochi fronzoli e prezzi concorrenziali. Prodotta con alterne fortune fino al 2005, Rio Sport Wagon lasciò orfani di station wagon i modelli KIA fino al 2007, quando arrivò l’inedita Cee’d. Prima vettura della Casa coreana nata dal suo Centro Stile europeo, prodotta in Europa per rispondere alle esigenze del mercato del Vecchio Continente, insieme alla berlina arrivò anche la familiare Sport Wagon.

Dotata di una linea ben più interessante, dotazione di serie molto ricca, un buon comportamento dinamico e l’ormai tradizionale rapporto qualità-prezzo, Cee’d Sportswagon è stato il primo dei modelli station wagon di KIA a scalare le classifiche di vendita, diventando uno dei modelli più interessanti tra le wagon di segmento C. Disponibile con motori benzina, Diesel e GPL, nel 2012 la prima generazione di Cee’d Sportswagon lasciò spazio alla seconda serie, ora più moderna, tecnologica e personale. Ancora dotata dell’ottimo rapporto qualità-prezzo tipico di KIA, la seconda generazione di Cee’d ha mostrato per prima le ambizioni della Casa coreana, che stava crescendo a vista d’occhio in qualità, tecnologia e dotazioni.

A metà della carriera della seconda Cee’d Sportswagon, tra i modelli di station wagon KIA è comparso un secondo modello, la Optima Sportswagon. Basata sulla più grande berlina Optima, molto apprezzata negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, questa grande wagon non è riuscita a convincere il mercato italiano, sebbene i contenuti a livello di qualità e tecnologia fossero di prim’ordine. Prodotta fino al 2019, dopo la Optima sono comunque comparsi due modelli di KIA station wagon. Nel 2018, infatti, KIA ha lanciato la nuova Ceed, che perde l’apostrofo per guadagnare ancora in qualità costruttiva e tecnologia. Questa volta, però, la Ceed Sportswagon è diventata più razionale e pratica, con un grande bagagliaio e un pragmatismo molto evidente. Al suo fianco, infatti, è arrivata l’inedita KIA Proceed. Quella che è stata per le prime due generazioni la versione a tre porte di Ceed si è trasformata in una filante e sportiva Shooting Brake, ovvero una station wagon con linee e impostazione più dinamica e votata al piacere di guida. Oggi sono queste due le rappresentanti dei modelli station wagon di KIA, una più razionale e da famiglia e la seconda più dinamica e da tempo libero.

Motori KIA Station Wagon

Nella sezione dedicata a meccanica e motori delle station wagon KIA vedremo i grandi passi avanti fatti dalla Casa coreana negli ultimi 25 anni, passando da modelli con meccanica prodotta su licenza a propulsori ibridi e turbocompressi di livello assoluto. Sia la KIA Pride che la Clarus Sport Wagon utilizzavano una piattaforma derivata dai modelli Mazda, rispettivamente da 121 e 626. In Italia, la Pride Sport Wagon era importata solo con un 1.3 quattro cilindri benzina da 64 CV e 135 Nm di coppia, mentre la Clarus proponeva due motori quattro cilindri aspirati a benzina, un 1.8 16v da 116 CV di produzione KIA o un 2.0 16v da 133 CV di origine Mazda. Leggermente più generosa è la gamma motori della station wagon KIA successiva, la Rio Sport Wagon. Realizzata sul pianale della cugina Hyundai Accent, KIA Rio è stata proposta con due motori quattro cilindri benzina aspirati, un 1.3 da 75 CV (diventati 82 nel 2004) e un più potente 1.5 16v da 97 CV e 133 Nm di coppia, più adatto all’utilizzo a pieno carico.

Dalla Rio Sport Wagon, la meccanica e i motori delle KIA station wagon successive sono diventate progressivamente più raffinate e moderne. La nuova KIA Cee’d Sportswagon, ad esempio, ha ancora motori quattro cilindri benzina aspirati robusti e non particolarmente vigorosi, ma la piattaforma è tutta nuova, compaiono i primi motori CRDi turbodiesel common rail e anche le interessanti versioni a GPL. Nel dettaglio, KIA Cee’d Sportswagon prima serie è stata proposta con un 1.4 16v da 90 o 109 CV e con un più potente 1.6 da 122 o 126 CV a seconda dell’anno di produzione (entrambi i motori erano disponibili anche con impianto GPL). Tra i motori Diesel, invece, a spiccare era il 1.6 CRDi da 90 o 115 CV. Con la seconda generazione di Cee’d Sportswagon, i motori della station wagon KIA diventano più numerosi e moderni. Tra i motori benzina, al lancio troviamo il classico 1.4 CVVT aspirato da 100 CV (disponibile anche con alimentazione a gas), affiancato da un nuovo 1.6 GDi a iniezione diretta da 135 CV, disponibile anche con cambio automatico DCT a doppia frizione. Con il restyling del 2016, invece, debutta il moderno 1.0 T-GDI tre cilindri turbobenzina da 100 o 120 CV, ancora centrale nell’offerta di motori KIA. Tra i Diesel, invece, debutta un nuovo 1.4 CRDi turbodiesel da 90 CV, affiancato da un 1.6 CRDi da 110, 128 o 136 CV, quest’ultimo disponibile anche con cambio automatico DCT.

AS24 PHEV Kia Optima SW PHEV

Basata sulla piattaforma della Hyundai Sonata, non in vendita in Italia, la più grande delle Station Wagon KIA, la Optima Station Wagon, è stata proposta per tre anni in Italia con pochi motori e piuttosto diversi tra loro. L’unico rappresentante della gamma a benzina è il potente 2.0 T-GDI da 245 CV, visto ad esempio sulle Hyundai i30 e Kona N, mentre la gamma Diesel è formata dal 1.7 CRDi da 141 V, disponibile sia con cambio manuale che automatico DCT. Il pezzo forte della gamma motori di KIA Optima Sportswagon è però la versione Plug-In Hybrid, prima PHEV di Casa KIA, dotata di un motore 2.0 GDi aspirato e di un motore elettrico che, insieme, scaricano a terra 205 CV. Infine, arriviamo alla gamma motori della KIA Station Wagon di adesso, a partire dalla “razionale” Ceed Sportswagon.

Nonostante abbia circa 5 anni di vita, la familiare coreana ha già visto diversi motorizzazioni diverse e cinque alimentazioni: benzina, Diesel, GPL, Mild Hybrid e Plug-In Hybrid. I motori a benzina sono rappresentati dal 1.4 MPI quattro cilindri benzina aspirato da 100 CV, sostituito nel 2020 dalla versione da 100 CV del 1.0 T-GDI tre cilindri turbo, dallo stesso 1.0 T-GDI da 120 CV e dal più grande 1.4 T-GDI da 140 CV. Tra i Diesel, invece, l’unico motore è il 1.6 CRDi da 115 o 136 CV, mentre anche nella gamma GPL troviamo l’avvicendamento tra il 1.4 MPI aspirato e il 1.0 T-GDI turbo, entrambi da 100 CV. Oggi, invece, la gamma motori della station wagon KIA è formata principalmente da motori ibridi, Mild Hybrid o Plug-In Hybrid. Tra le ibride leggere troviamo infatti il nuovo 1.5 T-GDI da 160 CV, sostituto del 1.4 da 140 CV, il 1.6 CRDi turbodiesel da 136 CV con cambio manuale intelligente iMT o automatico DCT e l’interessante versione PHEV, con motore termico 1.6 GDi aspirato da 105 CV, potenza combinata di 141 CV e una batteria da 8,9 kWh che garantisce un’autonomia nel ciclo WLTP di 60 km.

Infine, la gamma motori della station wagon KIA più sportiveggiante mai prodotta, la Proceed, è pressoché identica a quella della Ceed Sportswagon. La principale differenza è che, per differenziare i due modelli, Proceed è dotata solo dei motori più potenti della gamma Ceed, e non è offerta con motorizzazioni GPL. Troviamo quindi il 1.4 T-GDI da 140 CV, sostituito per pochi mesi dal 1.5 T-GDI turbobenzina non ibrido da 160 CV e poi dalla versione Mild Hybrid 48 V di pari potenza, mentre i motori Diesel sono stati offerti solo in versione “liscia” da 136 CV: il Diesel ibrido non è mai arrivato, e infatti oggi non è più proposta. Non c’è neanche la versione Plug-In Hybrid, mentre al top c’è la Proceed GT, dotata del 1.6 T-GDI quattro cilindri turbo da 204 CV, disponibile sia con cambio manuale che con il veloce automatico DCT, lo stesso della Hyundai i20 N.

Versioni KIA Station Wagon

Concludiamo allora con le versioni delle KIA Station Wagon. Per i primi modelli, ovvero Pride e Clarus, KIA non ha effettuato nessun restyling di metà carriera, vista anche i pochi anni di produzione che hanno interessato le due vetture. Per quanto riguarda la successiva Rio, prodotta per cinque anni tra il 2000 e il 2005, le versioni della station wagon KIA più compatta degli anni ’00 ha ricevuto una rinfrescata nel 2003, quando arrivò un nuovo disegno per frontale, paraurti e mascherina, mentre al posteriore trova posto un nuovo set di fari posteriori più moderni. Anche i motori sono leggermente aggiornati, con più potenza per il 1.3 e più coppia per il 1.5. Per quanto riguarda la successiva Cee’d SW, KIA la sottopose ad un restyling piuttosto corposo nel 2009, che cambiò totalmente il frontale. Dalla mascherina a nido d’ape trapezoidale, infatti, derivò il nuovo Tiger Nose, la griglia diventata negli anni segno distintivo della Casa coreana, mentre minori novità arrivarono a livello di posteriore e interni, con materiali più curati e dotazioni più ricche.

Molto simile l’approccio di KIA alle versioni della station wagon successiva, la nuova Cee’d Sportswagon. Già dotata di uno stile molto personale, con un frontale aggressivo dove spicca ancora di più la mascherina Tiger Nose, un profilo a cuneo e un interno molto più curato, nel 2015 arrivò la versione restyling che cambiò gli interni, introducendo un nuovo schermo dell’infotainment touch, nuovi fari anteriori e posteriori, una griglia anteriore più grande e l’introduzione delle luci diurne “Ice Cubes”, quattro piccoli fari quadrati ispirati ai cubetti di ghiaccio. Per quanto riguarda la più grande Optima, invece, la Casa coreana non ha optato anche in questo caso per rinnovate versioni della station wagon KIA, vista anche la produzione di soli tre anni. Differente, infine, è la questione per le versioni delle station wagon KIA oggi in produzione, Ceed Sportswagon e Proceed.

Kia Optima Europe Al lancio, nel 2018, della nuova Ceed, lo stile della familiare coreana è stato giudicato da molti fin troppo tradizionale e poco sportivo, lasciando fin troppo lo scettro del dinamismo alla più sportiva Proceed. Lo stile razionale e rassicurante della nuova Ceed Sportswagon ha così subito una rinvigorita nel 2021: con l’introduzione del nuovo logo KIA, infatti, il brand sudcoreano ha scelto di ristilizzare tutte le sue vetture. Ceed Sportswagon ha potuto contare così sui nuovi fari più affusolati e dinamici della Proceed, di una nuova mascherina con Tiger Nose rivisto e il nuovo logo KIA e dei fari posteriori ristilizzati ma non esagerati come quelli della KIA Ceed berlina. La Proceed, infine, ha modificato solo leggermente il suo stile, già riuscito prima del restyling. Caratterizzata da un lunotto molto inclinato, dalla “pinna” nel montante posteriore e da un frontale aggressivo, con l’adozione dei nuovi loghi i fari sono diventati leggermente più allungati, mentre dietro i fari uniti da una sottile striscia a LED sono ora più scuri, e complice lo spostamento del logo KIA sembrano anche più grandi e prominenti.