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Emissioni auto: cos’è la normativa Euro?

Per limitare il fenomeno delle emissioni auto sono stati fatti passi da giganti per quanto riguarda la normativa antinquinamento delle auto, ponendo dei limiti sempre più stringenti.

A livello europeo, sono stati stabiliti dei certi limiti per le emissioni di gas di scarico destinati ai nuovi veicoli venduti dai vari Paesi membri dell’Unione Europea. Rispetto a un decennio fa, le emissioni di auto sono di gran lunga minori, proprio grazie all’emanazione degli standard di emissioni.

Questi ultimi sono identificati dalla sigla “Euro” accompagnata da un numero, che viene aumentato progressivamente dall’Unione Europea, attribuendo delle caratteristiche sempre più limitanti. Le vetture che non rispettano questa normativa non possono essere vendute all’interno dell’Unione Europea, ma questi standard non vengono applicati sui veicoli già in circolazione. Nonostante ciò, non sono rari i blocchi alla circolazione in diverse zone della città per quei modelli più inquinanti e obsoleti. Per esempio, alcune città hanno il diritto di bloccare permanente o temporaneamente la circolazione di vetture caratterizzate da un determinato standard, consentendo la marcia solo di quelli più recenti.

Emissioni auto: cos’è la normativa Euro?

La prima normativa Euro che introdusse dei limiti in materia di emissioni auto è stata emanata attraverso il Regolamento ECE 15, con il ciclo di prova ECE-UDC. Nel corso degli anni sono state apportate numerose modifiche al regolamento, con l’ultima versione costituita dalla numero 4, in vigore dalla Direttiva 83/351. Successivamente vennero varate misure ancora più stringenti, come l’Euro 1, a partire dal 1991. Si tratta del periodo in cui termini come “benzina verde” e “catalizzatore” hanno assunto una maggiore rilevanza nel settore. Con la sigla “Euro” 0 si segnalano tutti quei veicoli privi di catalizzatori, cioè quelli immatricolati prima del dicembre del 1992. Le normative seguenti hanno poi superato la normativa Euro 1, per raggiungere quella attuale, ovvero la Euro 6. A mano a mano, sono state introdotte nuove prove, come il controllo delle emissioni allo scarico dopo una partenza a freddo, e abbassate le soglie per le emissioni.

Prima dell’entrata in vigore di ciascuna normativa, i modelli di auto rispettosi del nuovo ciclo sono inseriti gradualmente nello stesso. Infatti, viene sempre stabilita una data, a partire dalla quale le nuove limitazioni investiranno solamente i veicoli da omologare, e un’altra ancora dalla quale valgono le ultime regole anche per le nuove immatricolazioni.

Vediamo adesso ciascuna normativa nel dettaglio:

  • Euro 1, in vigore a partire dal 1993. Ha reso l’iniezione elettronica nei motori a benzina e la marmitta catalitica obbligatori, consentendo la scomparsa dei carburatori;
  • Euro 2, attiva dal 1997, impostando una serie di limiti concernenti motori a diesel e a benzina;
  • Euro 3, è stata emanata nel 2001 ed ha introdotto dell’On Bord Diagnostic (OBD), ovvero un sistema di monitoraggio delle emissioni. Grazie a questo particolare sistema, è stato possibile fissare dei nuovi limiti che, una volta oltrepassati, accendono una spia di malfunzionamento, che segnala il guidatore della presenza di problemi in termini di emissioni;
  • Euro 4, in vigore dall’anno 2006, ha reso obbligatoria l’utilizzo del filtro antiparticolato per i motori a diesel;
  • Euro 5, attiva dall’ottobre 2008, che riduce i livelli di emissioni consentiti per le auto a benzina, mentre per le diesel rende obbligatorio anche il catalizzatore SCR;
  • Euro 6, che risulta obbligatoria per tutti i veicoli immatricolati dopo gennaio 2016. In questo caso i limiti alle emissioni di CO2 sono di 1 g/km per i motori a benzina e di 0,5 g/km per i motori a diesel.

L’Unione Europea non ha più il semplice obiettivo di ridurre le emissioni auto allo scarico, in quanto risultano sempre più difficili da determinare, a causa delle dimensioni e delle quantità delle particelle. Infatti, si sta cercando di rendere più efficienti i cicli di omologazione, così da renderli più assimilabili al reale utilizzo delle vetture. Un esempio è rappresentato dallo standard Euro 6d-TEMP, che riguarda tutte le omologazioni effettuate per i nuovi veicoli a partire dal settembre 2017 e che prevede l’abbandono del test usato in origine, ovvero il New European Driving Cycle (NEDC), preferendo al suo posto il WLTP, acronimo di procedura di prova per veicoli leggeri armonizzata a livello mondiale. Quest’ultimo è affiancato dal Real Driving Emissions (RDE), che si serve di test di laboratori e sistemi portatili di misurazione delle emissioni.

Da settembre 2019 è stato stabilito come tutte le nuove auto immatricolate debbano rispettare l’omologazione Euro 6d-TEMP. Fino a settembre 2022 è stato concesso ai costruttori un fattore di conformità di 2,1, così da adeguare i veicoli attuali ai nuovi limiti, mentre, con l’introduzione dell’Euro 6d definitivo sarà ammesso un margine di errore pari a 1,5.

Qual è la legislazione in materia di emissioni?

Il trasporto su strada è uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 in Europa, in quanto costituisce il 20% del totale, con i furgoni e le autovetture che contribuiscono che compongono il 15%. Il protocollo di Kyoto fissò l’obiettivo di ridurre dell’8% le emissioni di anidride carbonica in tutti i settori entro il 2008-2012, rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Negli ultimi anni, le emissioni di CO2 imputabili ai trasporti sono aumentate, dal 21% del totale nel 1990 al 28% nel 2004. Attualmente, quelle dell’Unione Europea costituiscono il 3,5% delle emissioni globali di anidride carbonica. Ad oggi, l’unica vera soluzione per contrastare questa tendenza è rappresentata dalla costruzione di veicoli ecologici da parte delle case automobilistiche, quindi elettrici, plug-in o ibridi.

Come calcolare le emissioni di CO2?

Sapere quanto inquina la propria vettura è una sicuramente importante, soprattutto a seguito delle numerose restrizioni varate dai Comuni italiani. Oltre a ciò, permette di conoscere i valori che influiscono sui costi gestione, sulla mobilità e sulla sostenibilità ambientale in generale. I veicoli più inquinanti, non a caso, sono soggetti alla cosiddetta “Ecotassa” ed è assolutamente probabile che nei prossimi anni verranno create nuove imposte di questo tipo.

Calcolare le emissioni di CO2 del proprio veicolo è molto facile, bisogna solamente fare riferimento al valore indicato dall’azienda produttrice e moltiplicarlo per il numero di chilometri percorsi mediamente in un anno. In questo modo, otterrete un valore in grammi per chilometro, stabilito secondo i nuovi standard WLTP. Lo stile di guida può condizionare enormemente la quantità di emissioni di anidride carbonica, quindi è bene essere attenti in questo senso. È consigliabile evitare frenate brusche e le accelerazioni repentine, oltre che l’uso spropositato del condizionatore.

Proviamo a calcolare le emissioni di una vettura a benzina, come la Ford Fiesta 1.0 da 100 CV. Questo modello produce 108 g/km, quindi possiamo constatare che genera circa 2.160 kg di CO2 ogni anno. Chiaramente questo valore può cambiare in base alla distanza percorsa e allo stile di guida.

Domande e risposte

Come si fa a sapere che Euro è la mia macchina?

Per conoscere quale Euro rispetta la propria macchina, bisogna controllare la carta di circolazione, essendo riportata in corrispondenza della voce V. 9, presente nel riquadro 2.

Quando entrerà in vigore la normativa Euro 7?

La Comunità Europea ha previsto l’entrata in vigore della normativa Euro 7 nel 2025, se anche potremmo aspettarci dei ritardi nell’adozione di questo nuovo standard di omologazione, quindi non è scontato che le scadenze verranno rispettate.

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