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Potenza dell’auto tra cavalli e Kw: per neopatentati ed esperti

Capire la potenza di un'auto è fondamentale, sia per scegliere il veicolo giusto che per rispettare la legge, specialmente se si è neopatentati. Ma cosa indicano davvero i cavalli (CV) e i kilowatt (kW) riportati nelle schede tecniche? Qual è la differenza tra le due unità di misura?

Prima di addentrarci nelle pieghe delle normative del 2025 sulla potenza dell’auto espressa in cavalli, facciamo un salto indietro sino alla fine del 1700: all’epoca, l’inventore scozzese James Watt introdusse l’unità di misura cavallo vapore (in inglese horsepower, HP) quando le macchine a vapore iniziavano a sostituire i cavalli da tiro in diverse applicazioni industriali, specie nelle miniere. Da quel tempo, i cavalli divennero il parametro per eccellenza per esprimere la forza delle macchine. Con l’avvento dei motori a combustione interna e la nascita dell’auto, l’unità di misura venne ereditata.

D’altra parte, esprimere la potenza di un motore in cavalli fornisce un’immagine assimilabile della capacità di traino e accelerazione degli animali, mezzo di trasporto per eccellenza. Ancora oggi, nonostante l’unità di misura ufficiale del Sistema Internazionale sia il Kilowatt (kW), la potenza dei motori delle auto continua ad essere comunemente espressa in cavalli vapore (CV in Europa, HP nei paesi anglosassoni). Vediamo cos’hanno a che fare i cavalli con bollo auto, assicurazione, neopatentati.

Sommario

CV, KiloWatt: di che si tratta

Un CV rappresenta la potenza necessaria per sollevare un peso di 75 kg a un’altezza di un metro in un secondo. La formula di conversione per i CV è: 1 CV = 735,49875 Watt ≈ 0,735.​ Il KiloWatt (kW) è l'unità di misura della potenza riconosciuta dal Sistema Internazionale di Unità di Misura (SI). Viene utilizzata nei documenti tecnici e legali, come il “libretto” di circolazione dell'auto: oggi DUC, Documento Unico di Circolazione.

Per questo motivo, sulle schede tecniche moderne e sui documenti ufficiali, la potenza è sempre indicata in kW. La relazione tra kW e CV è: 1kW ≈ 1,35962 CV. Arrotondati a 1,36. Per convertire i kW in CV, basta moltiplicare il valore in kW per 1,35962. Viceversa, per convertire i CV in kW, si divide il valore in CV per lo stesso fattore o si moltiplica per 0,7355.

Cavalli fiscali per bollo e assicurazione

Un’altra sigla che compare sul libretto auto è il Cavallo Fiscale (CVF). Non indicano la potenza reale del motore, ma sono un valore utilizzato a fini meramente burocratici e fiscali, per il calcolo del bollo auto (tassa di proprietà della Regione) e dell'assicurazione Rc auto obbligatoria.

Il numero dei cavalli fiscali viene calcolato in base alla cilindrata del motore, secondo tabelle predefinite dalla legge, e non ha una correlazione diretta e lineare con la potenza effettiva del motore. Due auto con la stessa cilindrata ma tecnologie motoristiche diverse possono avere lo stesso numero di cavalli fiscali, ma potenze in kW e CV molto differenti. Sono dati chiave per qualsiasi guidatore, sia neopatentato (cioè con meno di tre anni di patente) sia esperto.

Limite di potenza neopatentati

Ai titolari di patente di guida di categoria B conseguita dal 14 dicembre 2024 (nuovo Codice della Strada), per i primi tre anni dal rilascio, non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 75 kW/t. Nel caso di veicoli di categoria M1, anche elettrici o ibridi plug-in, ai fini di cui al primo periodo, si applica l’ulteriore limite di potenza massima pari a 105 kW. La conversione è semplice: 1 kW equivale a 1,36 CV.

Invece, ai titolari di patente di guida di categoria B conseguita sino al 13 dicembre 2024 (vecchio Codice della Strada), per il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t. Nel caso di veicoli di categoria M1, ai fini di cui al precedente periodo si applica un ulteriore limite di potenza massima pari a 70 kW. Per le autovetture elettriche o ibride plug-in, il limite di potenza specifica è di 65 kW/t compreso il peso della batteria.

Il titolare di patente di guida italiana che vìola le disposizioni sulla potenza delle auto guidando una macchina vietata, paga una multa di 165 euro, con sospensione della patente da due a otto mesi. Se causa un incidente al volante di un’auto troppo potente e vietata, subisce la rivalsa RCA: la compagnia risarcisce la vittima, ma poi ha il diritto di ottenere il rimborso dal colpevole.

Dove trovare i cavalli sul “libretto”

Il “libretto” è il documento d'identità della tua auto e contiene tutte le informazioni tecniche e legali fondamentali. La potenza del motore è una delle voci più importanti. Che è espressa ufficialmente in Kilowatt (kW). La troverai solitamente alla voce P.2, che indica la "potenza massima netta in kW". Talvolta, per veicoli più datati o per semplice informazione aggiuntiva, potresti trovare anche il valore in Cavalli Vapore (CV) stampato accanto o in altre sezioni informative del libretto. È importante memorizzare il valore in kW poiché è quello che fa fede per la legge italiana, sia per le restrizioni di potenza per i neopatentati sia per il calcolo del superbollo (se applicabile).

Il calcolo della potenza di un motore è un processo complesso che coinvolge diverse variabili e viene eseguito in fase di progettazione e test del motore. Tuttavia, possiamo capire i princìpi fondamentali che determinano la potenza. La potenza di un motore (P) è il prodotto della coppia motrice (C) per la velocità angolare dell'albero motore. Questi calcoli sono eseguiti su banchi prova motore, dove il motore viene sottoposto a vari regimi di rotazione e carichi per misurare la coppia e, di conseguenza, la potenza erogata. Il valore che compare sul libretto è la potenza massima netta, ovvero la potenza che il motore è in grado di erogare al volano nelle condizioni standardizzate, senza considerare le perdite dovute alla trasmissione e agli accessori.

Aumentare la potenza (tuning): serve l’ok della Motorizzazione

Esistono numerosi approcci per aumentare i cavalli di un'auto, raggruppabili in due macro-categorie: modifiche elettroniche e modifiche meccaniche. Tutte le modifiche meccaniche che alterano le prestazioni o le emissioni del veicolo, o che non sono conformi al Codice della Strada (es. scarichi troppo rumorosi o senza omologazione), sono illegali e comportano il ritiro del libretto e sanzioni. Serve l’ok della Motorizzazione.

  1. Rimappatura della Centralina (ECU Remapping). La centralina elettronica del motore (ECU) è il "cervello" dell'auto. Controlla parametri vitali come iniezione del carburante, fasatura dell’accensione, pressione del turbo (se presente). La rimappatura consiste nel modificare il software interno della ECU per ottimizzare questi parametri, spesso aumentando la pressione del turbo e l’iniezione di carburante. È il metodo più comune, relativamente economico e non invasivo. I guadagni di potenza possono variare dal 10% al 30% a seconda del motore. Se non eseguita da professionisti qualificati, può compromettere l'affidabilità e la durata del motore, aumentare i consumi e le emissioni.

  2. In Italia, la rimappatura della centralina non è legale se comporta un superamento dei limiti di potenza e/o emissioni omologati. Qualsiasi modifica che alteri le caratteristiche costruttive del veicolo riportate sul libretto di circolazione deve essere sottoposta a una nuova omologazione e aggiornamento del libretto, un processo estremamente complesso e costoso (e quasi mai attuabile per le rimappature): necessario il sì della Motorizzazione.

  3. Moduli Aggiuntivi (Piggyback Modules). Sono dispositivi elettronici esterni che si collegano tra la centralina originale e i sensori del motore. Intercettano e modificano i segnali inviati alla centralina, ingannandola e inducendola a erogare più potenza. Facili da installare e rimuovere, reversibili. Possono offrire buoni incrementi di potenza. Spesso meno precisi di una rimappatura diretta e possono anch'essi portare a problemi di affidabilità se non di buona qualità. Valgono le stesse considerazioni della rimappatura: non sono legali se alterano le caratteristiche omologate del veicolo.

Quali modifiche per avere più cavalli

  1. Sostituire la turbina originale con una più grande permette di immettere più aria nei cilindri, aumentando drasticamente la potenza. Richiede però anche una rimappatura della centralina e spesso rinforzi ad altri componenti.

  2. Intercooler Maggiorato: raffredda l'aria compressa dal turbo prima che entri nel motore. Un intercooler più grande migliora l'efficienza, portando a una combustione più densa e potente.

  3. Interventi più radicali che modificano profondamente la meccanica interna del motore, aumentando l'efficienza volumetrica, i rapporti di compressione o la resistenza a sollecitazioni maggiori. Questi sono interventi costosi, invasivi e tipici del motorsport.

  4. Se un motore è aspirato, l'aggiunta di un turbocompressore o un compressore volumetrico è il modo più efficace per aumentarne drasticamente la potenza, ma è un intervento molto complesso, costoso e richiede modifiche strutturali importanti.

Mille rischi e rivalsa Rca in agguato

Guidando un’auto con tuning privo di ok della Motorizzazione, in caso di incidente causato, la compagnia assicurativa potrebbe esercitare il diritto di rivalsa: risarcisce i danni, ma poi si fa indennizzare dal cliente. Un aumento di potenza non accompagnato da adeguati rinforzi al motore, alla trasmissione, ai freni e alle sospensioni può inoltre causare usura precoce, guasti gravi e pericolosi.

Le modifiche non autorizzate invalidano la garanzia del costruttore. Un'auto con più potenza ma senza adeguamenti di freni e sospensioni può diventare pericolosa da guidare, specialmente in situazioni di emergenza.

FAQ

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