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Focus: Amministrazione
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Prescrizione multe: quando scatta il diritto di non pagare i verbali

Contravvenzioni da Codice della Strada, argomento scottante se si considera che solo nel 2024 i Comuni hanno incassato 1,7 miliardi di euro in contravvenzioni; tuttavia, esistono regole precise anche per gli Enti locali, come la prescrizione multe.

Di che parliamo? La prescrizione indica l’estinzione di un diritto per il decorso di un determinato periodo di tempo stabilito dalla legge. In generale, le multe stradali si prescrivono in cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione; ma, per essere valido, il verbale dev’essere notificato entro 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione. Qui in basso vediamo la situazione in dettaglio.

Sommario

Le regole sulla prescrizione multe

  1. La prescrizione multe relative al Codice della Strada segue le regole generali stabilite dall’articolo 28 della Legge 689/1981: “Il diritto a riscuotere le somme dovute per le violazioni si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione. L’interruzione della prescrizione è regolata dalle norme del Codice Civile”.

  2. L’articolo 209 del Codice della Strada specifica tutto. Per essere valida, la multa deve essere notificata a casa del proprietario dell’auto entro 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione (150 giorni se il mezzo è immatricolato all’estero). Se la notifica avviene oltre questo termine, si verifica la decadenza: la multa può essere annullata tramite ricorso a Giudice di Pace o Prefetto. Esempio: in città passo col rosso il 1° gennaio 2026, la telecamera m’immortala, il Comune ha 90 giorni per inviarmi la multa a casa. La ratio di questo termine di notifica risiede nella necessità di garantire al cittadino il diritto di difesa in tempi ragionevoli: un ritardo eccessivo nella notifica potrebbe rendere difficoltosa la ricostruzione dei fatti, la ricerca di prove a discolpa e, in generale, l'esercizio dei propri diritti.

Sentiamo infatti l’articolo 201 del Codice della Strada: “Qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con l’indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro 90 giorni dall’accertamento, essere notificato all’effettivo trasgressore o, quando questi non sia stato identificato e si tratti di violazione commessa dal conducente di un veicolo a motore, munito di targa, a uno dei soggetti quale risulta dall'archivio nazionale dei veicoli”.

La questione Milano valida ovunque in Italia: notifica tardiva, multa nulla

Dal 2014 al 2018, per l’altissimo numero di multe corrispondenti a un’invasione di telecamere e autovelox in città, il Comune di Milano ha avuto serie difficoltà a rispettare i 90 giorni fra infrazione e notifica. Sulle prime, l’Ente locale ha insistito affinché quelle ammende fossero pagate. Motivo: contava a suo dire l’accertamento, ossia il momento in cui la Polizia Locale esamina le foto degli autovelox. Poi però è intervenuto il ministero delle Infrastrutture: esiste una legge e va rispettata. Il principio sacro della notifica nei 90 giorni vale sia per il capoluogo lombardo sia per il resto d’Italia. Altrimenti, si arriva al paradosso che non esiste più nessun limite temporale: per assurdo, la Polizia potrebbe visionare i fotogrammi dopo anni.

Si arrivò perfino innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale, che così stabilì:

  1. annullamento immediato in autotutela di tutti i verbali di accertamento di infrazione del Codice della Strada notificati oltre i 90 giorni dall'infrazione;
  2. attuazione di una procedura per la restituzione delle somme incassate illegittimamente a fronte di verbali notificati tardivamente;
  3. immediata sospensiva, in ogni caso, di qualsivoglia procedura esecutiva e/o di riscossione coattiva basata sui verbali illegittimi notificati tardivamente, con l'impegno di non domandare le somme non versate.

Cosa dice la Cassazione sui 90 giorni

La Cassazione - con sentenza 7066/2018 - conferma e ribadisce un principio sacro: 90 giorni fra infrazione e notifica. Per il Comune di Milano, è congruo il termine intercorso tra il rilevamento automatico dell’infrazione e la notifica del verbale di accertamento (180 giorni), “in quanto proporzionato alla quantità di violazioni commesse nei luoghi nei quali il Comune ha predisposto il sistema di rilevamento automatico della velocità dei veicoli in transito”.

In presenza di situazioni di difficoltà di accertamento addebitabili al trasgressore (tardiva trascrizione, trasferimento della proprietà del veicolo, omissione di comunicazione del mutamento di residenza) un termine superiore ai 90 giorni è invocabile. Situazione rarissima.

C’è il no della Cassazione: “L’effettività dell’azione dell’amministrazione non può mai realizzarsi attraverso la compressione del diritto di difesa del trasgressore. Tenuto conto dell’evoluzione dei sistemi di rilevamento dei dati utilizzabili ai fini della identificazione del trasgressore e del luogo utile per la notifica, il legislatore del 2010 ha ridotto il termine da 150 a 90 giorni”. Il tutto in base alla Costituzione, articolo 24: “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”.

Devi attivarti

La prescrizione non avviene automaticamente. Se si riceve una multa o una cartella esattoriale dopo i termini di notifica o di prescrizione, è necessario fare ricorso a Giudice di Pace o Prefetto per contestare il pagamento.

Ricapitolando. Il Comune ha 90 giorni per la notifica. L’automobilista ha 30 giorni dalla notifica per ricorrere al Giudice di Pace; 60 giorni per ricorrere al Prefetto. Nel ricorso, è fondamentale indicare chiaramente i motivi per cui si contesta la validità della sanzione, adducendo la tardività della notifica. È consigliabile allegare al ricorso la documentazione rilevante (copia del verbale, della cartella esattoriale, ricevuta di ritorno della raccomandata). Mai contestare l’infrazione, non è questo il punto.

Interruzione della prescrizione: cos’è

Il termine di cinque anni può essere interrotto da atti formali dell'autorità che richiede il pagamento, come la notifica di una cartella esattoriale, un sollecito di pagamento o un’ingiunzione fiscale. Se inviato nei modi corretti: o raccomandata con avviso di ricevimento o PEC. Allora, da quel momento, i cinque anni scattano di nuovo in una sorta di gioco dell’oca.

E la cartella esattoriale?

Anche la cartella esattoriale relativa a una multa stradale si prescrive in cinque anni dalla sua notifica. Purché tra la data in cui il debito diventa esigibile e la notifica della cartella non trascorrano più di due anni. Se si impugna una multa e il giudice conferma il debito con una sentenza, il termine di prescrizione può diventare di 10 anni per “novazione del titolo”.

Perché c’è la prescrizione?

Il concetto di prescrizione affonda le radici nel principio giuridico fondamentale che mira a garantire la certezza del diritto. Obiettivo: evitare che situazioni giuridiche rimangano indefinite per un lasso di tempo eccessivamente lungo.

Nel contesto delle sanzioni amministrative, come le multe stradali, la prescrizione risponde all'esigenza di non gravare eccessivamente sui cittadini con debiti risalenti nel tempo. Insomma, si cerca equilibrio fra il diritto alla riscossione degli Enti locali e il diritto a non avere pendenze eterne dei cittadini.

Aspetto della Prescrizione Multe Dettagli Importanti
Termine di Prescrizione Generale 5 anni dalla data della violazione (art. 28, Legge 689/1981).
Termine di Notifica del Verbale 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione (150 giorni per veicoli immatricolati all’estero). La notifica tardiva comporta la decadenza della multa e la possibilità di ricorso (artt. 201 e 209 Codice della Strada).
Conseguenza Notifica Tardiva Nullità della multa. È possibile fare ricorso al Giudice di Pace (entro 30 giorni dalla notifica) o al Prefetto (entro 60 giorni), contestando la tardività.
Importanza della Notifica nei Termini Fondamentale per garantire il diritto di difesa del cittadino. Ritardi eccessivi compromettono la possibilità di ricostruire i fatti e difendersi efficacemente.
Interruzione della Prescrizione Il termine di 5 anni si interrompe con atti formali di richiesta di pagamento (es. cartella esattoriale, sollecito via raccomandata A/R o PEC). Da quel momento decorre un nuovo termine di 5 anni.
Prescrizione Cartella Esattoriale 5 anni dalla notifica della cartella, purché tra l’esigibilità del debito e la notifica non siano trascorsi più di 2 anni. Se vi è sentenza che conferma il debito, il termine può diventare di 10 anni (per "novazione del titolo").
Cosa Fare in Caso di Notifica/Cartella Tardiva Fare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto indicando la tardività come motivo. Allegare verbale, cartella e ricevute. La contestazione deve riguardare la validità della notifica, non il merito dell’infrazione.
Ratio della Prescrizione Serve a garantire la certezza del diritto, evitando che i cittadini siano gravati da obblighi troppo risalenti, nel rispetto dell’equilibrio tra riscossione e tutela dei diritti.
Sentenza Cassazione 7066/2018 Ribadisce i 90 giorni come termine inderogabile salvo rare eccezioni imputabili al trasgressore. L’efficacia dell’azione amministrativa non può violare il diritto di difesa.
Caso Milano Esemplare nel riaffermare l'obbligo dei 90 giorni, anche in caso di infrazioni multiple. Il TAR e il Ministero delle Infrastrutture hanno stabilito la nullità delle multe oltre i termini, con obbligo di rimborso per quelle illegittimamente riscosse.

FAQ

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