Focus: Tecnica auto
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Aria condizionata auto: come funziona e quanto costa ricaricare

L’aria condizionata in auto d’estate, viaggiando in autostrada con 35 gradi di temperature, è lo spartiacque fra uno spostamento confortevole e sicuro, e uno scomodo e pericoloso: il climatizzatore consente di “respirare”, mantenendo alta la prestazione del conducente in un ambiente fresco.

Discorso analogo d’inverno: se il gelo impedisce di stare in macchina in modo piacevole, il calore del “clima” è la soluzione. Deumidificando l’aria, il climatizzatore contrasta la sensazione di viscido, di afa che si attacca sulla pelle togliendo il fiato.

È vero che negli anni 1960 gli italiani andavano in agosto da Bolzano a Reggio Calabria a bordo di micro macchine prive di qualsiasi efficace dispositivo di raffreddamento interno, ma adesso la tecnologia mette a disposizione il meglio. Anche a beneficio dei passeggeri di ogni genere: si pensi alla nonnina, al bimbo irrequieto, al cagnolino agitato. Andiamo allora a scoprire come funziona questo vero amico dell’automobilista moderno.

Sommario

Aria condizionata auto: come funziona

D’estate, il condizionatore della vettura opera come un frigorifero domestico: sottrae calore e umidità. Il principio basilare risiede nella circolazione di una sostanza chimica, il refrigerante, che transita dall'evaporatore al condensatore, rilasciando nell'ambiente il calore assorbito dall'interno dell'auto. Infatti, il calore si sposta da corpi più caldi verso quelli più freddi fino al raggiungimento di un equilibrio termico per la legge di Fourier (o legge della conduzione termica). Esempio: il caffè bollente in una tazza si raffredda perché il calore migra dal liquido all'aria circostante più fresca sino a toccare la temperatura ambientale. Il climatizzatore dell’auto sottrae calore dall’abitacolo per diminuirne la temperatura aspirando l'aria calda in eccesso attraverso una presa. Il flusso è convogliato attraverso una serpentina, l’evaporatore, dove quale fluisce il refrigerante allo stato liquido.

A contatto con l’aria, il refrigerante, a temperatura inferiore, innesca un trasferimento di energia termica: assorbe il calore, incrementando la propria temperatura e trasformandosi in gas (evaporazione). Quindi prosegue il suo percorso verso il compressore. Che comprime il refrigerante gassoso, aumentandone pressione e temperatura. All’uscita, il refrigerante viene indirizzato verso il condensatore.

Qui, attraversa un’ulteriore serpentina, dove incontra l’aria esterna a temperatura più bassa: questa sottrae calore, abbassando la temperatura del refrigerante e facendolo tornare allo stato liquido (condensazione). Il refrigerante liquido raffreddato va verso l’abitacolo e transita attraverso la valvola di espansione, che ne regola l'afflusso all’evaporatore. Durante l’espansione, la pressione del refrigerante diminuisce, provocando un abbassamento della sua temperatura. Il ciclo di raffreddamento si ripete, e così via.

Climatizzazione auto: infiniti benefici

Molti sistemi di climatizzazione sono dotati di filtri che contribuiscono a purificare l’aria in ingresso, eliminando polveri, pollini e odori sgradevoli. Un ausilio significativo per chi soffre di allergie o problemi respiratori. Inoltre, l'aria condizionata è efficace nello sbrinare i cristalli, migliorando la visibilità e la sicurezza di guida, specialmente in inverno o in condizioni di elevata umidità.

Infine, mantenere i finestrini chiusi e utilizzare il climatizzatore può ottimizzare l'aerodinamica del veicolo a velocità elevate, riducendo il consumo di carburante rispetto alla guida con i finestrini aperti (un'abitudine che genera turbolenze).

“Clima” auto: quando fare controlli

Qualora si percepisca una diminuzione nelle prestazioni del climatizzatore (aria meno fredda o meno pulita del solito), è consigliabile farla controllare anticipatamente. Lo stesso vale se il compressore emette rumori anomali: un livello insufficiente di gas può causare un funzionamento irregolare e rumoroso. Oltre a una leggera condensa fisiologica, un'eccessiva presenza di acqua potrebbe indicare un problema al sistema, inclusa una potenziale perdita di refrigerante. In definitiva, la decisione spetta al conducente, basandosi sulle proprie sensazioni o su indizi sonori, in assenza di una scadenza fissa come un tagliando.

È comunque suggeribile sottoporre il sistema di climatizzazione a un controllo professionale ogni due anni o ogni 60.000 km: esaminati il livello del gas e lo stato generale dell'impianto. Parallelamente, è opportuno controllare e sostituire il filtro abitacolo ogni 15.000-20.000 km o annualmente. Anche durante la stagione invernale, è buona pratica accendere il climatizzatore per almeno 10 minuti ogni quindici giorni, al fine di lubrificare le guarnizioni e prevenire eventuali perdite.

Climatizzatore ko: a chi rivolgersi?

È sconsigliabile il fai-da-te, poiché sono richieste esperienza e attrezzature specifiche. Suggeriamo di rivolgersi a un elettrauto, specializzato nei sistemi elettrici ed elettronici dell'auto, inclusi i climatizzatori, con le competenze necessarie per diagnosticare e riparare problemi complessi. Molte officine meccaniche offrono anche servizi di riparazione e manutenzione dei sistemi di climatizzazione.

Allo stesso modo, è possibile valutare un meccatronico, figura professionale ibrida tra le due precedenti. Esistono anche centri specializzati nella climatizzazione automobilistica, come Midas e Norauto. Soprattutto se l'auto nuova è ancora in garanzia, la concessionaria ufficiale rappresenta il primo punto di riferimento. Anche le carrozzerie indipendenti aderenti a Federcarrozzieri e Mio Carrozziere sono opzioni valide. Inoltre, in officina è possibile effettuare una sanificazione completa dell'impianto, eliminando muffe e batteri che possono compromettere la salute degli occupanti.

Costo della ricarica del “clima”

Il costo della ricarica varia in base al tipo di gas refrigerante e alla tariffa dell'officina: indicativamente tra 70 e 170 euro, a cui si aggiungono circa 20 euro per la sanificazione eventuale dell'abitacolo. Un investimento giustificato, considerando la complessità del sistema, con componenti che operano in sinergia: il compressore che pompa il gas refrigerante, il condensatore che trasforma il gas caldo in liquido, il filtro deidratatore che rimuove umidità e impurità, la valvola di espansione che regola il flusso del refrigerante e l'evaporatore che trasforma il liquido in gas, raffreddando l'aria.

Nel caso in cui si ritenga di possedere le competenze e gli strumenti necessari, è possibile ricaricare autonomamente il gas del climatizzatore acquistando un kit, generalmente composto da una bomboletta contenente il gas refrigerante e una valvola: il costo varia dai 20 ai 100 euro, disponibile ad esempio nei negozi di accessori auto o online. Prima di procedere, è necessario aprire completamente la valvola e avvitarla alla bomboletta. Una volta collegata la valvola al condotto dell'auto, occorre avviare il motore e contestualmente l’impianto di climatizzazione, per poi riaprire la valvola e permettere al gas di fluire all'interno del condotto.

Questa operazione è sconsigliata per ragioni legate alla sicurezza, all’ambiente e al corretto funzionamento del sistema. Si maneggiano gas refrigeranti che possono essere nocivi per la salute se inalati e contribuiscono all'effetto serra se rilasciati nell'atmosfera. Una ricarica impropria può danneggiare il compressore o altri componenti delicati del sistema di climatizzazione, comportando costose riparazioni. Infine, il rilascio di gas refrigeranti nell'ambiente è soggetto a normative e può comportare sanzioni.

FAQ

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