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Come controllare i km di un’auto usata: trucchi e strumenti per non farsi ingannare

Prima di acquistare un’auto usata, è opportuno prendere una lunga serie di precauzioni, effettuando vari controlli a carrozzeria, interni e motore, ma i due dati essenziali sono data di immatricolazione originaria e numero di km percorsi.

Quest’ultimo elemento, chiamato anche percorrenza chilometrica, è essenziale per ottenere una carta d’identità completa della vettura. Il problema è che, in un mare in cui nuotano quasi solo venditori privati e professionisti (concessionarie) “puliti”, si aggirano anche pericolosi squali disonesti, che operano lo schilometraggio: in modo fraudolento, abbassano di proposito la percorrenza del contachilometri, così che la vettura abbia un valore superiore rispetto al reale. Maggiore infatti il numero di km macinati, inferiore il prezzo di mercato del mezzo usato.

La manipolazione ha un impatto diretto sul valore percepito, consentendo ai truffatori di ottenere un profitto illecito a danno dell’acquirente ignaro. Con ripercussioni anche a livello di sicurezza stradale, perché un mezzo più vecchio tendenzialmente è più soggetto a incidenti (e a inquinare di più). Un’auto con un chilometraggio reale molto più elevato di quello dichiarato può presentare problemi meccanici latenti, usura precoce di componenti e una maggiore probabilità di guasti futuri, con spese di riparazione impreviste ed elevate.

Per lo schilometraggio di auto molto vecchie (operazione illegale), è sufficiente usare software specifici collegandosi alla centralina della vettura: l’interfaccia è elementare. Per vetture meno anziane, si sostituiscono le centraline riprogrammandone altre (operazione semplice, specie per furbetti avvezzi a barare). Oggi, su macchine moderne e costose usate, si cambiano la centralina principale (ECU - Engine Control Unit) e qualche centralina accessoria aggiuntiva (ABS, airbag, sistema di infotainment): avviene una riprogrammazione generale e si cambiano targa e Documento Unico della vettura (che include “libretto” e Certificato di Proprietà) per ripulire al 100% il mezzo.

I truffatori dello schilometraggio piazzano “bidoni” magari anche nascondendo altre magagne (vecchi sinistri e danni occulti a un occhio inesperto). È possibile prendere qualche contromisura, sebbene non esista un metodo scientifico che consenta di individuare con la massima certezza la percorrenza esatta di truffatori super esperti.

Sommario

Come controllare i km di un’auto usata

Va premesso che la revisione periodica obbligatoria si fa quattro anni dopo la prima immatricolazione, e poi ogni due anni. Dal 2018, in fase di revisione biennale, l’operatore carica i km della macchina sulla piattaforma pubblica del Portale dell’Automobilista, sito del ministero delle Infrastrutture. Questo ha reso un po’ meno facile schilometrare l’usato. Lo storico è ricostruito anche a partire dal numero di telaio, associato a tutte le targhe avute dalla macchina. Il cambio di placca, quindi, non basta più a far sparire i km: almeno con questo “trucco”, il potenziale compratore non può più essere ingannato così rapidamente.

La truffa dello schilometraggio avviene molto prima della revisione: gli ispettori non c’entrano niente con queste frodi. Si limitano a registrare quanto rilevato dall’odometro, strumento che misura la percorrenza.

  1. Un’indicazione di massima emerge dal Portale dell’Automobilista. S’inserisce la targa ed emerge il numero di km registrato alla più recente revisione periodica obbligatoria. Tuttavia, fra il collaudo e il momento del possibile acquisto, può essere trascorso molto tempo, mesi in cui il proprietario magari ha viaggiato parecchio. Insomma, la percorrenza attuale rischia di essere notevolmente superiore a quella (corretta) indicata al momento della revisione. Inoltre, le truffe in sede di revisione sono tuttora presenti, con alterazioni delle percorrenze, anche se l’Unione Europea periodicamente cerca di porre vari rimedi, senza molto successo. Un intervallo di tempo molto breve tra la revisione e la messa in vendita, comunque, unito a un chilometraggio insolitamente basso, potrebbe destare sospetti. È bene verificare se sono presenti più registrazioni di revisioni nel tempo, confrontando i chilometraggi per individuare eventuali aumenti anomali seguiti da diminuzioni improvvise.

  2. Analogamente, tramite il sito ACI (precisissimo) si può chiedere una visura a pagamento dei dati contenuti nella banca dati del PRA (Pubblico Registro Automobilistico), controllato dallo stesso Automobile Club d’Italia. Si scopre fra l’altro la percorrenza alla più recente revisione, ma si torna al problema del punto 1.

  3. È possibile anche fare qualche controllo incrociato con l’aiuto di un’agenzia di pratiche auto: serve il Documento Unico dell’auto (libretto più Certificato di Proprietà). Per ottenere una verifica del numero di telaio. Così che la truffa dello schilometraggio sia un po’ meno facile. Analogamente, i tagliandi ufficiali possono fornire indicazioni sulla manutenzione e sul chilometraggio del veicolo. Si possono snidare la data di prima immatricolazione, tutti i passaggi di proprietà con le relative date, le eventuali radiazioni e reiscrizioni, e, in molti casi, anche il chilometraggio registrato alla revisione.

  4. Un meccanico dotato di software specifico ha maggiori opportunità di capire se l’auto sia stata schilometrata con diagnosi elettronica. Gli strumenti avanzati interrogano la centralina del veicolo e possono rilevare discrepanze tra il chilometraggio visualizzato sul cruscotto e quello memorizzato nel cuore del mezzo. Ma la sostituzione della centralina rende arduo prendere il truffatore con le mani nella marmellata.

  5. In generale, per quanto possibile, l’ideale è ricostruire tutta la storia dell’auto, dalla nascita al primo o secondo proprietario, con immatricolazioni, revisioni, tagliandi, fatture pagate per la manutenzione. Nel mirino il numero di telaio (VIN, Vehicle Identification Number), un codice univoco di 17 caratteri che identifica ogni veicolo: è associato a tutte le targhe che l'auto ha avuto nel corso della sua vita. È possibile risalire alle revisioni registrate, ai passaggi di proprietà e ad altre informazioni rilevanti. La frode diventa meno semplice.

  6. Nulla vieta di andare a fondo. Confrontare i chilometraggi riportati sui documenti con quello visualizzato sul contachilometri può rivelare incongruenze sospette. Magari, avendo tempo e pazienza, si ha modo di contattare i precedenti proprietari e le officine autorizzate dove la macchina è stata tagliandata per ottenere ulteriori conferme.

Km e condizioni: i conti tornano?

Sì ad altri controlli incrociati di ogni genere per capire se lo stato dell’auto sia compatibile con la percorrenza dichiarata che si legge nel cruscotto. Sulla carrozzeria, verificare la presenza di graffi, ammaccature, ruggine o differenze di colore che potrebbero indicare anche riparazioni a seguito di incidenti. Osservare l’allineamento delle portiere, del cofano e del bagagliaio.

Sincerarsi dell’usura dei sedili, del volante, della pedaliera e della leva del cambio; valutare il funzionamento di tutti i dispositivi elettronici (alzacristalli, climatizzatore, autoradio); ascoltare il suono del motore a freddo e a caldo, e dare la caccia a perdite di liquidi (olio, refrigerante). Non ultima, un’occhiata all’usura del battistrada. Effettuare infine un test drive. Si può fare da sé o con l’aiuto del meccanico di fiducia.

Cos’è un’auto km zero

Un’auto km zero è una vettura usata (il primo proprietario è una concessionaria) con una percorrenza bassissima, solo per i brevi spostamenti necessari (meno di 100 km in genere). Davvero improbabile che un venditore operi uno schilometraggio su una km zero, pertanto le truffe di questo genere sono rarissime. I mezzi vengono spesso immatricolati per offrirli a condizioni più vantaggiose rispetto al listino del nuovo. Il fine ultimo dello sconto è raggiungere determinati obiettivi di vendita imposti dalla Casa madre. Sempre più spesso il costruttore ha l’esigenza di immatricolare quante più macchine a zero emissioni o a basse emissioni possibile, per abbassare la media di CO2, e stare alla larga dalle multe dell’Unione Europea appioppate alle aziende che vendono unità troppo inquinanti: 16 miliardi di euro nel 2026 a tutti i costruttori per le vendite del 2025.

Tuttavia, si tenga presente che la scelta di modelli e allestimenti delle km 0 è limitata a quelli già disponibili presso la concessionaria. Inoltre, essendo già immatricolata, la macchina ha già perso una parte del suo valore iniziale.

FAQ

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