Chiamato XTL o Diesel sintetico o diesel green o Diesel rinnovabile. Ma cos’è esattamente l’HVO? Quali sono le sue caratteristiche distintive, la sua compatibilità con le vetture oggi esistenti? È un diesel?
Chiamato XTL o Diesel sintetico o diesel green o Diesel rinnovabile. Ma cos’è esattamente l’HVO? Quali sono le sue caratteristiche distintive, la sua compatibilità con le vetture oggi esistenti? È un diesel?
L’HVO è un carburante di tipo Diesel paraffinico, un bioDiesel di seconda generazione. Il processo di produzione lo distingue dai bioDiesel di prima generazione, come il FAME (Fatty Acid Methyl Ester), prodotto tramite un processo di transesterificazione di oli vegetali.
Invece, l’HVO viene ottenuto attraverso idrotrattamento (hydrotreating) di oli vegetali, grassi animali o oli di scarto. Dalle stesse materie prime si ottiene un carburante per autotrazione Diesel, ma con processi produttivi diversi. Mentre l’HVO è prodotto con un processo di idrotrattamento, il bioDiesel (FAME) con transesterificazione.
La parola d’ordine è flessibilità nella scelta delle materie prime. Così, si ha maggiore sostenibilità complessiva dell’HVO, all’interno di un modello di economia circolare. Si riduce riducendo la dipendenza da colture dedicate alla produzione di biocarburanti. Inferiori i potenziali conflitti con la produzione alimentare.
Ricapitolando, sono due le fasi principali.
Da non confondersi col gasolio premium super prestazionale presente da anni nelle pompe: carburante Diesel di alta qualità, progettato per una migliore combustione, la pulizia del motore, la protezione dalla corrosione e una maggiore efficienza.
Il processo di idrotrattamento prevede la reazione degli oli con idrogeno ad alta temperatura (tra i 300 e i 400 °C) e alta pressione. La reazione chimica satura i legami insaturi presenti negli acidi grassi, rimuovendo l’ossigeno. Risultato: un carburante con una composizione chimica simile al Diesel fossile, ma con caratteristiche di purezza e stabilità superiori. Le materie prime utilizzate per la produzione di HVO sono diverse e sostenibili. Eccoli.
Oli vegetali, oli vergini o usati come quello di frittura esausto.
Grassi animali, sottoprodotti dell’industria alimentare.
Residui e scarti, olii e grassi non adatti al consumo alimentare o ad altri usi di valore superiore.
La flessibilità nella scelta delle materie prime contribuisce alla sostenibilità complessiva dell'HVO: viene promossa l’economia circolare riducendo la dipendenza da colture dedicate alla produzione di biocarburanti. Nessun conflitto infine con la produzione alimentare.
Meno emissioni nette di CO₂ fino al 90% rispetto al Diesel convenzionale, calcolate sul ciclo vita del carburante.
La combustione dell’HVO produce una quantità inferiore di particolato (PM), ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO).
L’HVO è un carburante paraffinico sintetico con un elevato grado di purezza: risultato, una migliore combustione e minori depositi nel motore.
L’Hydrotreated Vegetable Oil ha un punto di scorrimento e un punto di intasamento del filtro a freddo (CFPP, Cold Filter Plugging Point) inferiori rispetto al Diesel tradizionale.
L’HVO ha un numero di cetano più elevato rispetto al Diesel fossile: migliore accensione e motore più silenzioso.
Valorizza scarti e sottoprodotti dei settori agricolo, zootecnico e alimentare, trasformandoli in energia pulita mediante idrogenazione.
Per via della composizione chimica simile al Diesel fossile (nel rispetto della norma EN 15940), l’HVO può essere utilizzato come un “drop-in fuel”: un carburante da introdurre nel serbatoio senza modifiche al motore. Come quando si fa rifornimento di benzina e gasolio. La maggior parte delle Case auto ha approvato l’uso di HVO (spesso indicato come XTL o Diesel sintetico), specie nei modelli a gasolio di ultima generazione (Euro 6 e successivi). È necessario comunque chiedere informazioni in concessionaria al momento dell’acquisto della macchina o consultare il libretto d’uso del mezzo. Insomma, solo alcune auto Diesel con motori Euro 5 e quasi tutti quelli Euro 6 sono stati omologate dalle Case per funzionare col carburante HVO, secondo la specifica EN 15940.
La sigla XTL su sportellino o libretto d’uso ufficializza l’utilizzo del prodotto. L’impiego di HVO consente un GHG Saving (greenhouse gas savings, risparmio di gas serra) dal 60% al 90% rispetto al mix fossile di riferimento. L'HVO può essere utilizzato puro (HVO100) o miscelato con Diesel fossile in qualsiasi proporzione.
Per identificare i carburanti regolati dalla normativa EN 15940 si utilizza l’espressione XTL (X-to-Liquid), con la “X” a indicare il componente originale. I distributori che erogano carburanti sono contrassegnati dal simbolo specifico, replicato da un adesivo in corrispondenza del tappo del serbatoio.
Dal punto di vista chimico e prestazionale, l’HVO è simile al Diesel fossile. Entrambi sono costituiti principalmente da idrocarburi paraffinici e possono essere utilizzati negli stessi motori a gasolio.
Il Diesel fossile deriva dalla raffinazione del petrolio greggio, una risorsa non rinnovabile; mentre l’HVO è prodotto da fonti rinnovabili come oli vegetali, grassi animali e scarti, contribuendo a un’economia più sostenibile.
È spesso più costoso del Diesel fossile.
La disponibilità dell’HVO potrebbe essere limitata in alcune aree geografiche.
L’HVO ha una densità leggermente inferiore rispetto al Diesel tradizionale: può esserci un leggero aumento del consumo di carburante.
L’Unione Europea è decisa a imporre il bando alle auto termiche (a benzina e a gasolio) per il 2035: divieto di vendita. All’interno, c’è anche il blocco delle immatricolazioni di vetture che possono andare con l’HVO.
Alcuni esperti e osservatori spingono per un approccio un minimo più neutrale, comprendendo passaggi meno traumatici: si potrebbe arrivare a un ban termico più in là nel tempo, intanto utilizzando motori che vanno con l’HVO, auto ibride plug-in, vetture REEV (con motorino a combustione in ausilio alla batteria). Se ne potrebbe riparlare nelle prossime settimane, anche perché a maggio 2025 la quota di full electric vendute in UE è solo del 17%: siamo lontani anni luce dai target di Bruxelles.