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Focus: Acquisto
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Di che Euro è la mia auto: come verificarlo e perché è fondamentale

Le categorie Euro delle auto rientrano in un sistema di classificazione europea per indicare il livello di emissioni inquinanti di una macchina: da Euro 1 a Euro 6. Più bassa è la classe Euro, maggiori le emissioni inquinanti e l’impatto ambientale.

Sulla base di questo, i Comuni - con leggi specifiche in continua evoluzione - stoppano le vetture da Euro 1 a Euro 4, talvolta Euro 4 e perfino 5, se non anche le diesel Euro 6. Lo fanno con le Zone a Traffico Limitato, le ZTL, controllate dalle telecamere, che immortalano chi sgarra punendo i trasgressori con multe pesanti.

Da parte loro, le Regioni bloccano la circolazione delle vetture appartenenti a una delle classi Euro inferiori (da Euro 1 a Euro 5 diesel): le singole Polizie Locali possono sanzionare con verbali molto importanti i guidatori al volante di veicoli non nuovi. Ma di che si tratta per la precisione? E come faccio a sapere di che Euro è la mia auto per evitare le contravvenzioni?

Sommario

Categoria Euro: come conoscerla

  1. Controllare nel Documento Unico, che riunisce Carta di Circolazione (libretto) e Certificato di Proprietà. Nel riquadro 2 o nel riquadro V.9 la dicitura relativa alla direttiva europea sulle emissioni: per esempio 98/69/CE - Euro 2, 2005/78/CE - Euro 4. O direttamente la dicitura Categoria Euro seguita dal numero (Euro 6 per esempio). Per i vecchi libretti, si veda il riquadro 2.

  2. Visitare il Portale dell’Automobilista, sito del ministero delle Infrastrutture: offre il servizio online gratuito che permette di verificare i dati tecnici della macchina inserendo la targa.

  3. Volendo, c’è il Certificato di conformità (COC) rilasciato dal costruttore al momento dell'acquisto del veicolo nuovo: contiene tutte le specifiche tecniche, inclusa la categoria Euro.

  4. Recarsi in una concessionaria od officina autorizzata.

  5. verificare nei siti e nelle app non ufficiali, sempreché precisi e aggiornati. Cautela.

  6. Aggiornarsi tramite app o siti di Comuni e Regioni. Può darsi che, inserendo la targa nella pagina web specifica, il verdetto sia duplice: categoria Euro; se l’auto entra in ZTL o circola nell’area perché di categoria Euro ammessa.

Categoria Euro: cos’è

Euro 1 (1992). La prima normativa europea sulle emissioni, focalizzata su monossido di carbonio e idrocarburi. Richiedeva l’adozione di marmitte catalitiche per le auto a benzina. Che parevano la soluzione contro ogni problema ambientale.

Euro 2 (1996). Limiti più severi per CO, HC e NOx, estendendo i requisiti anche ai diesel, che dovevano essere dotati di sistemi di ricircolo dei gas di scarico (EGR).

Euro 3 (2000). Un salto significativo, con limiti più bassi per tutti gli inquinanti e l'introduzione di test più complessi. Per i diesel, obbligatorio il controllo del particolato.

Euro 4 (2005). Ulteriore riduzione dei limiti di emissione, specie per NOx e particolato nei diesel.

Euro 5 (2009). Limiti ancora più stringenti, con una forte attenzione alla riduzione del particolato fine (PM2.5) nei motori diesel, spesso attraverso l’adozione di filtri antiparticolato (FAP o DPF).

Euro 6 (2014). La normativa attualmente in vigore per le nuove immatricolazioni. Introduce limiti di emissione di NOx per i diesel particolarmente bassi e prevede test di emissione in condizioni di guida reali (RDE) per una maggiore accuratezza. La categoria Euro 6 si è evoluta nel tempo con diverse sottocategorie (Euro 6b, 6c, 6d-Temp, 6d) che introducono requisiti progressivamente più severi e test più realistici. Tradotto: il risultato del test di laboratorio tende a essere analogo alle vere emissioni durante il normale utilizzo su strada.

Euro 7 in arrivo.

Ricordare: non sempre la data di immatricolazione di un’auto non coincide con la data di entrata in vigore di una specifica normativa Euro. Le Case talvolta adeguano i loro modelli alle future regole in anticipo rispetto alle scadenze legali.

Conoscere la categoria Euro è importante per quattro motivi

  1. Viaggiare lì dove i Comuni lo vietano significa esporsi a forti rischi di multa: il sistema coi varchi elettronici non sbaglia mai individuando immediatamente il trasgressore, che riceverà la notifica a casa entro 90 giorni.

  2. Molte Regioni bloccano le categorie Euro più basse: saranno gli agenti in carne e ossa a fermare e a sanzionare.

  3. La categoria Euro può influenzare il valore di mercato dell’auto usata, soprattutto in vista di future normative ambientali sempre più stringenti.

  4. Conoscere la categoria Euro permette di essere consapevole dell’impatto ambientale del mezzo e, se necessario, di valutare l’opportunità di passare a un modello più ecologico. O a quello che almeno attualmente viene reputato più ecologico: magari, negli anni, si scopre che certe tecnologie nel ciclo vita inquinano come e più di altre ritenute impattanti.

Multe per chi circola con un’auto di categoria Euro troppo bassa

Durante i blocchi del traffico (per esempio le Euro 4 diesel stoppate), la multa data dalla Polizia Locale è di 168 euro fermando l’automobilista sul posto: in caso di recidiva (due infrazioni identiche in due anni), 168 euro e sospensione della patente da 15 a 30 giorni. Lo dice l’articolo 7, comma 13-bis, del Codice della Strada. È una contravvenzione.

Attenti alle due fake news online: la prima è che si paghi 95 euro, la seconda è che si tratti di un reato da Codice Penale.

Invece, entrando in una Zona a Traffico Limitato, la multa è di 95 euro (83 euro più spese di notifica). Tutto avviene da remoto, in automatico, con le telecamere. Il caso classico è la ZTL Area B non a pagamento di Milano. E la ZTL centrale meneghina Area C con pedaggio: solo determinate auto con categoria Euro alta possono entrare pagando (le elettriche accedono gratuitamente). Poi c’è il caso della ZTL Quadrilatero della Moda a Milano: non entra nessuno, neppure le Euro 6, neanche le elettriche. Occhio a queste ZTL che vengono imitate spesso in fretta dagli altri Comuni.

Gli Enti Locali (Regioni e Comuni) come giustificano lo stop alle auto con categoria Euro bassa? Con la tutela della salute pubblica, che inevitabilmente un po’ si scontra col diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione: difficile rinunciare a una vettura usata se i mezzi pubblici sono assenti, inefficienti e costosi.

Euro auto: perché?

Introdotta dall’Unione Europea progressivamente dagli anni 1990, la classificazione Euro ha un unico obiettivo: limitare la quantità di sostanze nocive rilasciate nell’atmosfera dai motori a combustione interna. Ossia ossidi di azoto (NOx), particolato (PM), monossido di carbonio (CO) e idrocarburi incombusti (HC). Una risposta all’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana e sull’ambiente. Le città soffrono di smog, rendendo necessario un intervento normativo a livello europeo per armonizzare le regole e spingere i costruttori automobilistici a sviluppare tecnologie più pulite.

Lodevole lo scopo, anche se va tenuto presente come la causa numero uno dell’inquinamento mondiale è ben altro: il grosso è prodotto dalla lavorazione e dall’uso dei combustibili fossili; inoltre, sono altre macro aree come Cina e USA i primi inquinatori, di gran lunga, risultando l’Europa partecipe solo per una minima parte. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il settore dei trasporti è responsabile di un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa: il 71,7% di quel 25% arriva dal trasporto stradale.

Nel corso degli anni, le normative Euro sono diventate sempre più rigide, con limiti più bassi e test più severi per l’omologazione dei veicoli. Situazione complessa, perché esiste una moltitudine di auto usate, anche a gasolio, a basse emissioni per soddisfare la fame di macchine in Italia: nel 2024, il parco auto in Italia ha superato i 41,3 milioni di unità, con un incremento di 425.000 esemplari rispetto al 2023. L’età media delle auto in circolazione è aumentata a 13 anni, segnando un nuovo record. Tutto questo confligge con la tendenza degli Enti locali a limitare la circolazione dei mezzi non moderni.

FAQ

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