
Auto a idrogeno 2026: i modelli in vendita e i prezzi
Il futuro del mondo dell’auto è un puzzle molto complesso da disegnare, in continua evoluzione e con diverse possibilità di interpretazioni. Se, infatti, fino a pochi anni fa il futuro dell’auto sembrava segnato, con la possibilità di utilizzare solamente automobili elettriche o a zero emissioni totali, come anche stabilito dal discusso piano per ridurre le emissioni delle automobili entro il 2035 dell’Unione Europea, negli ultimi anni sembra che le cose stiano cambiando.
Tra timide aperture e la promessa del Parlamento Europeo di rivedere i piani per la dismissione dal mercato del nuovo delle auto con motori a combustione interna e far slittare la temuta data del 2035, l’evoluzione tecnologica non si ferma, anzi. Tra le soluzioni più interessanti ci sono le auto a idrogeno, che nel 2026 sono, però, rimaste al punto in cui le abbiamo lasciate qualche anno fa.
Come già da un paio d’anni a questa parte, infatti, sul mercato italiano le auto a idrogeno nel 2026 sono solamente due, e le cose non migliorano particolarmente a livello mondiale.
L’idrogeno è la fonte di energia di solamente una manciata di veicoli in giro per il mondo, per via di limiti che ne stanno limitando la diffusione, a partire dalla produzione e distribuzione dell’idrogeno stesso. Sebbene, infatti, l’idrogeno sia l’elemento più presente sul Pianeta Terra, separarlo dagli altri elementi con i quali si accompagna naturalmente e renderlo utilizzabile per l’industria dei trasporti è difficile, costoso e poco pratico. Per riuscire ad ottenere un gas utile sia per la combustione che per l’alimentazione delle celle a combustibile, infatti, serve una quantità enorme di energia elettrica, nonché l’utilizzo di una grande quantità di acqua.
In più, l’idrogeno non è particolarmente adatto ad essere stoccato o trasportato. Questo rende ancora più complesso realizzare una rete di distributori capillare, ma anzi costringe i produttori a posizionare le stazioni di servizio a ridosso degli stessi siti produttivi, qualcosa di poco pratico in una scala più ampia. Anche per questo, in Italia i distributori di idrogeno già attivi sono tre: oltre alle già esistenti stazioni di Bolzano e Mestre, è entrata in funzione nel 2026 una stazione di rifornimento a Carugate, vicino a Milano, secondo un corridoio di 5 stazioni previste nei prossimi anni tra Milano e Tortona.
Ci sono, poi, due tecnologie principali che sono state utilizzate per le auto a idrogeno, Fuel Cell o l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile in un motore termico. In questo momento storico, l’idrogeno sembra più adatto all’utilizzo su mezzi pesanti a lungo raggio come, ad esempio, camion e autobus. Nonostante questo, ci sono Case che credono ancora nell’idrogeno nel mondo dell’auto: scopriamo allora i modelli di auto a idrogeno 2026 e i prezzi.
Sommario
Auto a idrogeno 2026, i modelli in vendita sul mercato italiano
Come detto in apertura, l’idrogeno è una delle tipologie di alimentazione di veicoli più interessanti, discusse e complesse da rendere effettivamente sensate e viabili affrontate negli ultimi decenni. Dei limiti dell’idrogeno in quanto fonte di energia abbiamo già parlato, ma anche la tecnologia stessa di utilizzo dell’idrogeno è ancora in dubbio. Se, infatti, abbiamo degli standard univoci per l’utilizzo di tutte le altre alimentazioni, per le auto a idrogeno nel 2026 ci sono ancora due tecnologie, molto diverse tra loro e in diretta contrapposizione.
 
            
La tecnologia più comune delle auto a idrogeno di grande serie è denominata Fuel Cell, dove l’idrogeno alimenta una cella a combustibile in grado di ottenere energia elettrica con la reazione tra idrogeno e ossigeno. L’energia prodotta dalla cella è poi trasferita ad un motore elettrico che muove le ruote, mentre l’automobile emette dal suo scarico della semplice acqua come “scarto” della produzione di energia. Le auto Fuel Cell, quindi, sono a tutti gli effetti delle auto elettriche, ma al posto di essere caricate possono essere rifornite in pochi minuti con un pieno di idrogeno. Nello specifico, un rifornimento di circa 6 kg di idrogeno permette di percorrere circa 650 km prima di dover rifornire di nuovo, riducendo al minimo lo stress da ricarica delle auto elettriche ma conservando l'esperienza di guida e l'assenza di emissioni locali di un’automobile a batterie.
La seconda tecnologia, più complessa e meno efficiente, prevede l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile all’interno di un motore termico, sostituendo sostanzialmente la benzina all’interno di un motore a combustione interna. In questo caso, il “pieno” di idrogeno è stoccato all’interno di grandi bombole, e il liquido contenuto al loro interno viene iniettato all’interno della camera di combustione, andando così a creare un motore a combustione interna che, rispetto alla benzina, emette una quantità limitatissima di inquinanti, riducendo quasi del tutto l’inquinamento di un motore a scoppio. Questa tecnologia, però, ha alcune controindicazioni. Per cominciare, l’ingombro delle bombole e la loro pressione (fondamentale per mantenere l’idrogeno liquido) sono nettamente superiori rispetto alle auto tradizionali, con una riduzione di spazio a bordo e diversi problemi di messa in sicurezza di un serbatoio.
L’idrogeno, poi, ha un potere calorifico minore della benzina, ed è quindi in grado di erogare meno potenza di un motore tradizionale, aumentando di conseguenza i consumi e riducendo le prestazioni. Nonostante questo, Case automobilistiche mondiali hanno investito in questa tecnologia come BMW, che ha realizzato alcuni prototipi alimentati a idrogeno come la Hydrogen 7 (realizzata sulla base della Serie 7 E65), mentre Toyota sta sperimentando in questi anni l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile sulla sportiva GR Corolla, sulla H2 Concept.
Tra le auto con celle a combustibile, invece, ci sono alcuni Gruppi che hanno abbandonato la ricerca come, ad esempio, Stellantis, che nel 2025 ha annunciato lo stop alla produzione del suo van a idrogeno, l’Opel Vivaro-e Hydrogen. Altri, invece, continuano a puntare su questa tecnologia come, ad esempio, BMW, e due brand che commercializzano in Italia le loro auto a idrogeno, Toyota e Hyundai. Vediamo più da vicino, quindi, i modelli di auto a idrogeno 2026 in vendita in Italia.
Hyundai Nexo
 
            
La Hyundai Nexo è un crossover di medie dimensioni che ha portato la tecnologia delle celle a combustibile di Hyundai commercializzato fuori dalla Corea del Sud. Già tra gli anni ’00 e ’10, infatti, il colosso coreano ha sviluppato la tecnologia Fuel Cell sulla prima Tucson e sulla successiva ix35, che nonostante un prezzo molto alto (pari a circa 150.000 euro) permisero al brand asiatico di sperimentare e accumulare esperienza in questo ambito. Da questo know-how è nata nel 2021 la Nexo, la prima auto con tecnologia Fuel Cell globale di Hyundai. Lunga 4,67 metri, la Nexo si posiziona a metà tra la Tucson e la Santa Fe, con uno stile futuristico ma allo stesso tempo elegante, regalando un’estetica riconoscibile ma non fuori dagli schemi.
Salendo a bordo, gli interni della Hyundai Nexo sono decisamente più particolari, anticipando diverse soluzioni viste anche sulle Hyundai successive. Proprio sulla Nexo ha debuttato, ad esempio, il Blind Spot View Monitor, il sistema che trasmette all’interno del quadro strumenti le immagini delle telecamere posizionate sugli specchietti retrovisori. Il tunnel centrale è alto e ci sono diversi comandi fisici, permettendo così di essere più razionale e funzionale durante la guida rispetto ad altre auto con comandi full-touch. La qualità degli assemblaggi è molto buona, mentre in cima alla plancia ci sono due display, uno da 7 pollici per il quadro strumenti digitale e uno, più grande, da 12,3 pollici del sistema di infotainment, mentre le plastiche sono piuttosto rigide, pensate per durare. L’abitacolo è spazioso e arioso, con un bagagliaio di 461 litri e una buona abitabilità anche per 5 persone.
Realizzata sul pianale modificato della Tucson, la Hyundai Nexo nasconde sotto il pianale tre bombole di idrogeno da 52 litri, per una capacità complessiva di 156 litri di idrogeno stoccabile a bordo. A muovere la Nexo ci pensa un motore elettrico da 163 CV e 400 Nm doppia, che rende l’auto piuttosto vivace (lo 0-100 km/h è coperto in 9,2 secondi), mentre a generare l’energia elettrica ci pensa una cella a combustibile, posta anch’essa sotto al pianale, dove l’idrogeno reagisce con l’ossigeno che arriva dall’esterno, generando così energia elettrica e acqua. Sulla Nexo, poi, non manca un sistema che, con tre filtri, permette di rimuovere dall’aria che entra all’interno del sistema il 100% dei particolati PM2.5. Con un “pieno”, la Nexo è in grado di percorrere 666 km secondo il ciclo WLTP, mentre non manca una batteria ausiliaria da 1,56 kWh agli ioni di litio che si occupa di immagazzinare l’energia recuperata in frenata e in rilascio.
Toyota Mirai
 
            
Il secondo dei modelli di auto a idrogeno del 2026 in vendita sul mercato italiano è la Toyota Mirai, la prima ad arrivare alla fine degli anni ’10 in Italia. Dopo una prima generazione dallo stile parecchio discutibile, la seconda serie di questa berlina con cella a combustibile ha un look elegante e originale, che veste bene le generose dimensioni (è lunga 4,98 metri). La Mirai è una berlina a due volumi e mezzo, ispirata nelle proporzioni e in altri dettagli alla produzione Lexus (anche la Casa premium giapponese fa parte del Gruppo Toyota), con un lungo cofano anteriore e una mascherina molto generosa. Salendo a bordo, poi, la Mirai non è troppo futuristica, mantenendo un layout piuttosto classico ma non lesinando sulla tecnologia.
L’enorme schermo dell’infotainment da 12,3 pollici fa il paio con un secondo schermo, sempre da 12,3 pollici, dedicato al quadro strumenti digitale. La qualità costruttiva è decisamente buona, con materiali fatti per durare e un’ottima ergonomia. A causa di linee piuttosto spinte soprattutto in coda, ad un’altezza risicata e all’ingombro della meccanica, lo spazio non è esagerato all’interno, come testimonia il bagagliaio da 321 litri e un divano posteriore piuttosto sacrificato. Come la Nexo, anche la Mirai è realizzata su una piattaforma condivisa con le berline termiche del Gruppo.
Nello specifico, la berlina giapponese è basata sulla piattaforma TNGA-L, la stessa delle Lexus LS ed LC: il motore elettrico è quindi posteriore, con una potenza di 182 CV e 300 Nm di coppia. L’energia è garantita dalla cella a combustibile e da tre bombole per l’idrogeno pressurizzate a 700 bar da 141 litri di capacità complessiva, mentre come sulla Nexo c’è una batteria ausiliaria da 1,2 kWh per recuperare energia in frenata e rilascio. L’autonomia con un pieno di idrogeno è di ben 700 km WLTP per la versione d’accesso, mentre quelle con cerchi più grandi scendono a 630 km. Le prestazioni, invece, sono piuttosto tranquille: 0-100 km/h in 9 secondi netti e 175 km/h di velocità massima.
Auto a idrogeno 2026: i prezzi delle vetture in vendita
Sono questi, quindi, i modelli di auto a idrogeno nel 2026 in vendita in Italia, con due proposte ormai collaudate e piuttosto note in tutta Europa. Essendo, però, una tecnologia poco diffusa e molto costosa da sviluppare, le auto a idrogeno hanno ancora prezzi molto impegnativi nel 2026. Del resto, anche un rifornimento non è proprio a buon mercato, e non è tanto il prezzo di queste vetture a limitarne la diffusione, quanto le problematiche di rifornimento. L’attuale manciata di distributori presenti sul territorio italiano è infatti concentrata tra Centro-Nord e Nord-Est, con il resto dell’Italia tagliato fuori da questa tecnologia.
Il futuro, però, non dovrebbe portare delle rivoluzioni. L’idrogeno, infatti, non può essere trasportato in grandi quantità come per gli altri combustibili, sia per la sua estrema instabilità (che potrebbe portare a incidenti ben poco piacevoli) sia alla sua tendenza a decadere e a perdere efficacia dopo un lasso di tempo piuttosto breve, e non può neanche essere trasportato in forma gassosa tramite tubazioni. L’unica soluzione attualmente viabile è la realizzazione dei distributori nelle immediate vicinanze di un sito produttivo, riducendo parecchio la possibilità di diffusione di questa tecnologia. Infine, l’idrogeno non è poi così economico, anzi. Sebbene abbiamo parlato di capienza in litri delle bombole di idrogeno, in realtà questo elemento è stipato all’interno dei serbatoi sotto forma gassosa, ed è così che viene venduto al pubblico.
Il costo di un rifornimento? Piuttosto salato: il prezzo di un kg di idrogeno è fissato tra i 10 e i 15 euro al kg, e per rifornire i 6,33 kg disponibili sulla Hyundai Nexo servono, quindi, tra i 63 e i 95 euro, sufficienti per un’autonomia omologata di 666 km. Tornando, infine, sui prezzi delle auto a idrogeno 2026 in Italia, i modello più “economico” è la Toyota Mirai, che è offerta nel suo allestimento base Essence a partire da poco meno di 77.000 euro. Si avvicina agli 80.000 euro, invece, la Hyundai Nexo, che in allestimento d’attacco XLine parte da 78.300 euro. Questo non aiuta di certo la diffusione delle auto a idrogeno, che infatti rivestono ancora un ruolo a dir poco marginale in Italia.
Nel 2024, infatti, è stata venduta solamente una Toyota Mirai in Italia, contro le due del 2023 e le 11 del 2022. Nonostante questo, l’idrogeno potrebbe essere una vera alternativa per il mondo dell’auto, con la speranza che le limitazioni si riducano nei prossimi anni. Sono questi, quindi, i prezzi delle auto a idrogeno 2026:
- Hyundai Nexo, da 78.300 euro
- Toyota Mirai, da 76.800 euro


