Focus: Auto elettriche e ibride
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Come installare una wallbox: la colonnina di ricarica auto elettriche a casa

Tempo di ricarica in calcolo…
attendere un momento

Utilizzare l’auto elettrica BEV è molto più facile e comodo per chi ha una wallbox: la colonnina di ricarica a casa.

Con la stazione domestica, si ricorre meno (o per nulla) alle infrastrutture pubbliche su strada, che sono circa 33.000 in Italia a giugno 2025, per 66.000 punti (due prese a struttura). Discorso simile per chi ha una PHEV, la termica ibrida plug-in, ossia ricaricabile, sebbene l’ansia da autonomia crolli grazie al motore a benzina.

Grazie alla programmazione della ricarica delle batterie, permessa dalla maggior parte dei modelli attualmente in commercio, è possibile ricaricare fino all’80-85%, per salvaguardarne la durata.

Il terzo grande vantaggio della wallbox è che si spende meno in energia elettrica, grazie ad abbonamenti speciali e spesso sfruttando il pieno notturno, quando il prezzo degli elettroni precipita. Non ultimo, optando per un provider di energia pulita, si controlla meglio l’impatto ambientale delle proprie ricariche. L’investimento iniziale per poi risparmiare consiste nell’installazione di pannelli fotovoltaici per l’energia rinnovabile e verde.

Sommario

Installare una colonnina di ricarica auto elettriche a casa: come si fa e cosa serve

Wallbox

In premessa, no alla semplice presa tedesca Schuko per caricare un’elettrica: tempi di ricarica dilatati anche a 50 ore e rischio concreto di un sovraccarico alla rete.

  1. Se si vive in una casa indipendente, l’iter per la wallbox è semplice: solo in caso di locazione è necessario, per ovvie ragioni, chiedere il benestare del proprietario per poi procedere con l’installazione.

  2. Se si vive in edificio, secondo la legge 124/2012, è necessario chiedere l’approvazione all’assemblea condominiale per la colonnina di tutto il condominio. Questa deve esprimersi con una maggioranza positiva: costi d’installazione e manutenzione sostenuti dal richiedente.

  3. In caso di installazione in un box privato, è necessario installare un contatore separato. Oppure, se si scegliesse di allacciarsi al contatore condominiale, è fondamentale installare un misuratore dei consumi, in modo da calcolare la quota di energia consumata e permettere al proprietario dell’auto di pagare l’energia consumata per ricaricare la propria auto. Serve un impianto elettrico moderno, in grado di sopportare fino a 7,4 kW di potenza e slegato dagli altri impianti, per garantirne la sicurezza in caso di sovraccarichi o cortocircuiti.

Gran parte dei box e delle case indipendenti hanno già implementato in fase di progettazione e realizzazione un impianto elettrico dedicato. Altrimenti, è necessario rivolgersi a un elettricista specializzato, magari dietro suggerimento del fornitore di energia o della Casa auto. Nel caso più comune, ovvero di assenza di un sistema elettrico idoneo, l’elettricista realizzerà un impianto elettrico dedicato, pensato per reggere il carico di lavoro richiesto dalla ricarica continua e prolungata di un’auto elettrica. Insomma, è necessario e sufficiente un professionista in grado di realizzare un impianto elettrico o un allaccio alla rete condominiale idoneo e a norma di legge. Il primo passo del tecnico è un sopralluogo per studiare fattibilità, costi e tempi di realizzazione della wallbox. Dopodiché, serve semplicemente collegare la stazione domestica all’impianto elettrico adatto, attivarla e fissarla al muro nella posizione congeniale.

Per collegare l’auto, è presente una classica presa di corrente di Tipo 2, quelle utilizzate dalle colonnine in corrente alternata: basta usare il cavo in dotazione. La potenza può variare a seconda del modello di wallbox e dell’impianto elettrico. Le più semplici hanno una potenza di circa 3,7 kW, e possono essere connesse direttamente alla presa di corrente senza bisogno di un impianto elettrico dedicato. Se ci sono prese industriali blu (monofase) o rosse (trifase), è possibile utilizzare quelle per connettere una wallbox. Per la colonnina di ricarica di auto elettriche a casa più potente, quella in corrente trifase da 7,4 kW, è necessario realizzare un sistema elettrico separato.

Potenza del contatore domestico: è la chiave

In molti casi, un contatore da 3 kW potrebbe non essere sufficiente e potrebbe essere necessario un aumento a 4,5 kW o 6 kW)per la ricarica, specialmente se si utilizzano altri elettrodomestici contemporaneamente.

Quanto costa installare una colonnina di ricarica auto elettriche a casa

Il prezzo è variabile a seconda della tecnologia e della potenza della wallbox scelta, della quantità di interventi che un tecnico specializzato deve fare, nonché delle possibili scontistiche offerte dalle Case, che spesso si fanno carico di parecchie spese. In linea di massima, il minimo per installare una wallbox è di 500 euro per 3,7 kW: quelle collegabili all’impianto elettrico casalingo senza la necessità di interventi di modifica strutturali.

Per avere una colonnina di ricarica di auto elettriche a casa più prestante è quindi necessario “saltare” alle wallbox da 7,4 kW, le più potenti attualmente disponibili senza una completa riprogettazione dell’intero sistema elettrico. Queste colonnine sono spesso fornite dalle Case come optional in occasione dell’acquisto di un’elettrica oscillano tra i 900 e i 1.500 euro, con le più performanti che possono arrivare a circa 2.000 euro.

Potenza della Wallbox: velocità e requisiti dell’impianto

La potenza di una wallbox, misurata in kilowatt (kW), determina la velocità con cui la tua auto elettrica potrà ricaricare. Una potenza maggiore significa tempi di ricarica più brevi, ma anche requisiti diversi per l’impianto elettrico domestico

  1. Wallbox da 3,7 kW (Monofase). È la potenza più bassa per una wallbox dedicata. Consente una ricarica relativamente lenta, ma è comunque decisamente più efficiente e sicura di una comune presa domestica Schuko. Per un’auto con una batteria da 50 kWh, una ricarica completa richiede 13-14 ore. Ok per chi ricarica principalmente di notte o per chi ha un chilometraggio giornaliero limitato. Il tutto compatibile con un contatore domestico standard da 3 kW, purché si faccia attenzione a non utilizzare contemporaneamente altri elettrodomestici energivori. Ideale per chi ha poco chilometraggio giornaliero, chi ricarica prevalentemente di notte, o ha un budget limitato.

  2. Wallbox da 7,4 kW (Monofase). È la potenza più diffusa e raccomandata per la ricarica domestica in Italia. Offre una velocità di ricarica significativamente superiore rispetto ai 3,7 kW. Un'auto con batteria da 50 kWh si ricaricherà in 6-7 ore, rendendola perfetta per un rabbocco sempre. Un contatore domestico standard da 3 kW non è sufficiente per una wallbox da 7,4 kW. Sarà quasi sempre necessario richiedere un aumento della potenza del contatore a 4,5 kW o, preferibilmente, a 6 kW. Inoltre, è indispensabile la realizzazione di un circuito elettrico dedicato dalla wallbox al quadro elettrico principale, con cavi di sezione adeguata e protezioni (interruttore differenziale di Tipo A o B, interruttore magnetotermico). Questo garantisce la sicurezza e la stabilità dell'impianto durante la ricarica prolungata. Ideale per la maggior parte dei proprietari di veicoli elettrici che desiderano una ricarica efficiente e relativamente veloce a casa, senza stravolgere eccessivamente l'impianto esistente (a parte l'aumento di potenza).

  3. Wallbox Trifase (11 kW e 22 kW). Un salto “quantico”, per pochissime utenze domestiche. O 11 kW (Trifase): un’auto con batteria da 50 kWh si ricarica in circa 4,5-5 ore. Oppure 22 kW (Trifase): una vettura batteria da 50 kWh si ricarica in appena 2,5-3 ore. Sono velocità di ricarica molto elevate, paragonabili a quelle di alcune colonnine pubbliche rapide in corrente alternata. Non tutte le auto elettriche sono dotate di un caricatore di bordo in grado di accettare ricariche in corrente alternata a 11 kW o 22 kW. È fondamentale verificare la capacità di ricarica AC del proprio veicolo prima di considerare una wallbox trifase. Molte auto di fascia media si limitano a 7,4 kW o 11 kW in AC. Le wallbox trifase sono più care, e i costi di installazione possono essere significativamente più elevati a causa della complessità degli interventi sull’impianto elettrico e, eventualmente, del passaggio a una fornitura trifase. Anche la quota potenza in bolletta sarà superiore.

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