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L’Heritage di Stellantis protagonista a Rétromobile con Alfa Romeo, Fiat-Abarth e Lancia

130.000 visitatori attesi, oltre 600 espositori da tutto il mondo e più di 1.000 vetture esposte: questi i numeri della 47^ edizione di Rétromobile a Parigi, a Porte de Versailles, il salone dedicato alle vetture classiche più antico d’Europa.

A questo appuntamento non poteva mancare Heritage di Stellantis, creato a Torino nel 2015, con la missione di recuperare, custodire e valorizzare il patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth per promuoverne e diffonderne i valori ancora attuali, sia attraverso la partecipazione a manifestazioni di settore, sia offrendo nuovi servizi e opportunità agli appassionati delle vetture classiche.

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Servizi e opportunità che vengono sottolineati grazie al legame con le vetture presenti sullo stand allestito per Rétromobile: così l’Alfa Romeo S.Z. e l’Alfa Romeo 1900 Super Sprint richiamano le nuove procedure adottate per la Certificazione di Autenticità delle vetture classiche di questo marchio, realizzate in stretto coordinamento con la Casa del Biscione: il riconoscimento ufficiale dell’originalità delle auto storiche ora viene infatti rilasciato da un comitato di certificazione composto dai vertici del brand, da esperti del marchio e dai tecnici di Heritage e costituisce lo strumento per rendere ogni Alfa Romeo storica unica.

Le stesse procedure vengono applicate nel programma “Lancia Classiche” in cui il top management del Marchio e il responsabile dell’Heritage presiedono il comitato che valuta le auto storiche e rilascia le certificazioni di Origine e di Autenticità, attraverso cui si attestano sia l’anno di produzione e la configurazione originale dell’auto, sia l'autenticità della vettura e dei suoi componenti e il funzionamento delle principali parti meccaniche. Sullo stand di Rétromobile, Lancia si mette quindi in evidenza grazie alla Lancia Rally 037, per la quale quest'anno ricorre il 40° anniversario della vittoria del Mondiale Rally. Questo esemplare ha la sua normale collocazione nell’area “The Rally Era” di Heritage HUB e testimonia quindi anche la ricchezza della collezione storica di Stellantis, aperta al pubblico a Torino, in Via Plava all’interno del comprensorio industriale di Mirafiori. L’esposizione di Heritage Hub si estende su un’area di 15.000 mq e ospita circa 300 vetture dei tre marchi “torinesi” (Lancia, Abarth e Fiat) oltre a un significativo numero di Alfa Romeo, Autobianchi e Jeep. Lo spazio è fruibile previa prenotazione online della visita guidata: si svela così un patrimonio storico inestimabile, testimonianza di un’avventura iniziata oltre 120 anni fa.

Infine, la Fiat-Abarth 850 TC, acquisita da Heritage nelle condizioni di “barn find”, è stata riportata all’antico splendore grazie a un minuzioso e laborioso lavoro di restauro operato dai tecnici delle Officine Classiche, che ha interessato carrozzeria, meccanica, interni e strumentazione. La vettura sarà esposta nello stato di work-in-progress, a testimonianza della qualità delle lavorazioni effettuate.

Esaminiamo in dettaglio i quattro gioielli esposti.

Alfa Romeo S.Z. (ES30), 1989

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L’esemplare esposto è più che unico. Tra le prime prodotte, si tratta di una vettura “ex-works”, proveniente dal circuito di prova di Balocco, dove è stata impiegata per sperimentare differenti soluzioni. Autentica vettura laboratorio, è diversa in alcuni dettagli rispetto alle altre S.Z. successivamente prodotte, tanto da poter essere considerata un prototipo. Si tratta di un progetto ambizioso, denominato ES30, cioè “Experimental Sportcar 3.0 litres”, sorto dalla volontà dell’Alfa Romeo di ribadire la sua tradizione di vetture sportive a trazione posteriore, utilizzando però nuove tecnologie e affidando la produzione di un migliaio di esemplari alla carrozzeria Zagato, che li assemblò nello stabilimento alle porte di Milano. Nacque così l’Alfa Romeo S.Z. (Sprint Zagato), una sportiva di razza dalle linee aggressive e inconfondibili. Montata su una sottoscocca in acciaio, la carrozzeria esterna è in materiali compositi, mentre pianale e meccanica derivano dall’Alfa Romeo 75 da competizione (Gruppo A), con il motore tre litri V6 portato a 207 cavalli per una velocità massima di 245 km/h. Del tutto inedito è l’impiego dei primi sistemi di progettazione e produzione definiti CAD/CAM (Computer Aided Design, Computer Aided Manufacturing), che permette di ridurre notevolmente i tempi di sviluppo ma soprattutto gli affinamenti e le modifiche in corso d’opera.

La vettura è stata smontata completamente e sottoposta a un accurato restauro nelle Officine Classiche. La carrozzeria è stata sverniciata e trattata. Gli interni sono stati completamente rigenerati secondo un approccio conservativo. Il serbatoio carburante è stato sottoposto a un intervento di pulizia con apposito trattamento. Accurati controlli hanno interessato anche il motore con un intervento di messa a punto generale. I cerchi ruote hanno beneficiato di un’accurata pulizia, preservandone l’originalità.

Alfa Romeo 1900 Super Sprint, 1956

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Nel 1955, la 1900 Sprint viene sostituita dalla versione “Super Sprint”, che rimane in produzione fino al 1958 per un totale di 599 unità. Molto simile al modello che l’ha preceduta, la 1900 Super Sprint presenta la novità del cambio a cinque velocità, sempre al volante, ma con rapporti più ravvicinati. Gli organi meccanici sono gli stessi della berlina 1900 Super T.I., con cilindrata di 1975 cm3, e due carburatori invertiti a doppio corpo. Il motore, con 4 cilindri in linea, esprime una potenza di 115 cv @5500 giri/min per una velocità massima pari a 190 km/h.

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L’impronta dell’eleganza tutta Alfa Romeo viene dal disegno della Carrozzeria Touring che, coniugato alla ricerca sui materiali, dà alla vettura quelle caratteristiche di leggerezza e basso coefficiente aerodinamico, ottimali anche per la migliore prestazione in gara.

Grazie al Certificato di Origine emesso dall’Heritage di Stellantis – Alfa Romeo Classiche, possiamo confermare che l’esemplare esposto, appartenente a un privato, è stato prodotto il 14 luglio 1956 e venduto 3 giorni dopo, a Parigi. La tinta blu è proprio il suo colore di origine: anche il motore installato oggi è ancora quello di primo equipaggiamento.

Lancia Rally 037, Gruppo B, 1982

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La vettura, prodotta dall’Abarth tra il 1982 e il 1983, rappresenta la naturale evoluzione da competizione della Lancia Rally stradale. Presentata al Salone di Torino nel 1982, venne realizzata in 200 esemplari per ottenere l’omologazione nel Gruppo B, ma solo 53 di essi furono poi allestiti per le competizioni.

Dotata di un motore quattro cilindri bialbero a iniezione, la cui potenza oscillava da 260 a 305 CV in base all’incremento di cilindrata (da 1995 a 2111 cc), la Rally 037 si rivelò una vettura particolarmente performante, leggera, scattante e con elevate doti di tenuta di strada e maneggevolezza.

Caratterizzata da forme “funzionali” e spigolose, la sua originale struttura mista (monoscocca e tubolare) viene "vestita" dall'atelier Pininfarina che sviluppa una carrozzeria aggressiva ed elegante al contempo, in grado di conferire un importante carico aerodinamico verso il suolo. Per raggiungere la massima efficienza, la carrozzeria viene realizzata in poliestere con rinforzi in vetroresina, mentre i due leggerissimi cofani, motore e baule, possono essere smontati integralmente. Gli interni, minimalisti e razionali, sono la quintessenza della competizione, mentre alcune “appendici” aerodinamiche sul montante e sulla coda, tra cui un vistoso spoiler posteriore, la rendono ancora più performante.

La Lancia Rally 037 esordisce al Rally Costa Smeralda nell’aprile del 1982 e concorre ufficialmente per la stagione 1983, con i colori della squadra ufficiale “Lancia Martini Racing”, dominando il Campionato Mondiale sin dalla prima gara (il Rally di Montecarlo) vinto da Walter Röhrl. In quell’anno la Lancia conquista il Campionato del Mondo, il titolo mondiale Costruttori, il secondo posto nel Mondiale Piloti (con Walter Röhrl) e Campionato Europeo e Italiano grazie all’allora venticinquenne Miki Biasion. La vettura si conferma così una sportiva pura che incarna la famosa vittoria di Davide contro Golia: la Lancia Rally 037 è infatti l’ultima vettura a due ruote motrici a vincere il Mondiale di Rally, battendo avversari più potenti e, soprattutto, dotati di trazione integrale.

Fiat-Abarth 850 TC, 1964

Un esemplare molto raro di Fiat-Abarth 850 TC su base della FIAT 600, frutto di un meticoloso restauro a opera delle Officine Classiche Heritage: splendida la verniciatura della scocca anche nell’abitacolo, lasciato senza sedili e rivestimenti appositamente per permettere di apprezzare il lavoro di restauro. Questo esemplare è una vera auto da corsa, per via della cura maniacale con la quale Carlo Abarth provvedeva a riprogettare integralmente le vetture nella parte meccanica e telaistica; si pensi solamente al fatto che ogni biella dei 4 pistoni veniva ribilanciata inserendo dei pesi microscopici in titanio all’interno del pezzo in fusione metallica, e ognuna di esse riporta incisa la sigla autografa dell’operatore che ha realizzato il lavoro.

Fiat-Abarth 850 TC è la prima vettura dello Scorpione contrassegnata dalla sigla “Turismo Competizione”, una tranquilla vettura di famiglia trasformata in una agile, leggera e scattante auto da corsa che vinse numerose competizioni europee. Carlo Abarth partì infatti dalla Fiat 600 D, dotata di un quattro cilindri in linea da 767 cm3 e ne incrementò la cilindrata fino a 847 cm3, portando la potenza del motore fino a 52 CV a 5800 giri/minuto. La vettura così trasformata raggiunge i 140 km/h, e si rende necessario intervenire sull’impianto frenante nel quale i dischi prendono il posto dei tamburi nelle ruote anteriori. Inoltre ben presto le 600 elaborate da Abarth cambiano aspetto: sotto - e poi al posto - del paraurti anteriore compaiono i radiatori dell'olio e, per raffreddare ulteriormente il motore sempre più potente, il cofano posteriore viene mantenuto in posizione sollevata grazie a delle staffe, prefigurazione di quello che diventerà lo spoiler posteriore, altra firma del vulcanico Abarth. I successi in pista non tardano ad arrivare, in particolare nelle gare di durata che mettono in risalto le prestazioni dell’850 TC, ma anche la sua affidabilità. Da notare infine che l’esemplare esposto sullo stand si caratterizza per una storia particolare: l’auto è infatti appartenuta alla Guardia di Finanza, che la utilizzava come vettura “civetta” impiegata nel servizio di prevenzione e repressione del contrabbando.

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