Per diminuire tali emissioni, le vetture diesel sono obbligate a equipaggiarsi con un sistema anti-inquinamento, il filtro antiparticolato.
Cos’è il filtro antiparticolato
Nello specifico si tratta di una camera di combustione in grado di filtrare le polveri sottili mediante un precatalizzatore e successivamente di bruciarle, di solito ogni 500 km. Durante i tragitti a bassa velocità come quelli cittadini, le particelle incamerate vengono trattenute dal sistema, mentre a velocità più sostenute si verifica la pulizia del filtro, che avviene tramite l’aiuto di un apposito software. Il filtro antiparticolato diesel è progettato in questo modo per evitare l’eccessivo accumulo di polveri sottili all’interno delle aree urbane, disperdendo le emissioni pericolose in luoghi meno abitati.
Filtro antiparticolato diesel: i problemi
I limiti del filtro antiparticolato diesel sono legati soprattutto alla sua rigenerazione. Per il rilascio delle polveri sottili, la vettura deve raggiungere una velocità superiore ai 70 km/h, per cui se si guida prevalentemente in città, la rigenerazione potrebbe avvenire con scarsa frequenza e dopo una considerevole percorrenza. Il rischio è quello di intasare il filtro, che potrebbe danneggiarsi in modo irreparabile, costringendo il proprietario alla sostituzione. Si raccomanda di percorrere dei tragitti autostradali ogni 500 km, così da permettere la corretta pulizia del filtro.
I tipi di filtro antiparticolato
Esistono due tipi di filtro antiparticolato diesel: il FAP e il DFP.
Il FAP diesel (Filtres à Particules) è stato introdotto dal gruppo Peugeot Citroen e poi esteso ad altre case automobilistiche, tra cui la Fiat. Il sistema in questione utilizza una determinata cerina per la pulizia del filtro, la quale va sostituita dopo un certo chilometraggio, per cui sottopone il proprietario della vettura a una spesa periodica non indifferente. Il FAP garantisce un ciclo vitale leggermente inferiore ai 200 mila chilometri.
Il DFP diesel (Diesel Particulate Filter) non fa ricorso all’additivo, riuscendo a eliminare le polveri sottili una volta raggiunta la temperatura di 600 gradi. Ciò rende il DFP un sistema più economico da mantenere e anche più eco sostenibile, poiché la cerina utilizzata dal FAP è dannosa per l’uomo. IL DFP si dimostra, inoltre, più longevo del Filtres à Particules, arrivando a raggiungere percorrenze superiori ai 250000 km.