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Focus: Diesel
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Blocco auto diesel 2022: fino a quando potranno circolare?

La maggiore consapevolezza sulla situazione ambientale ha portato molti enti locali a varare delle specifiche disposizioni volte a ridurre l’inquinamento.

Queste misure vanno a investire, inevitabilmente, anche le autovetture, considerando l’utilizzo massiccio di questa forma di trasporto non può non impattare negativamente sulla tutela dell’ambiente. Anche le motorizzazioni a diesel risultano piuttosto dannose, non solo per le emissioni di CO2, ma soprattutto per quelle di particolato. Per questa ragione, le amministrazioni comunali hanno disposto il blocco auto diesel 2022, in relazione alla tipologia di veicolo.

Sommario

- Blocco auto diesel 2022: fino a quando potranno circolare?

- Domande e risposte

Domande e risposte

Chi è esente dal blocco auto?

Il blocco auto non investe una serie di modelli, come le ibride, le elettriche, i veicoli bifuel con alimentazione a GPL o a metano e, chiaramente, le vetture delle Forze dell’Ordine. Possono circolare anche gli autobus, i taxi, le macchine del car sharing e gli autoveicoli presi a noleggio, con o senza conducente. Sono esenti dal blocco auto anche i veicoli di interesse collezionistico o storico, che però devono essere iscritti in registri particolari. Il loro utilizzo, però, è limitato alla partecipazione in determinate manifestazioni, che vengono indette dalle associazioni. Sono autorizzati alla marcia anche i mezzi finalizzati al trasporto di persone che partecipano a cerimonie religiose, funebri o civili non ordinarie. È comunque necessario dotarsi di apposita documentazione.

Da quando le auto diesel non potranno più circolare?

Molte amministrazioni comunali hanno imposto dei limiti alla circolazione anche per il 2022. Ad oggi, gli unici modelli che sono praticamente inutilizzabili in quasi tutte le grandi città italiane, sono le auto diesel con classe di omologazione da Euro 3 in giù.

Blocco auto diesel 2022: fino a quando potranno circolare?

Nelle aree in cui si assiste a livelli notevoli di inquinamento atmosferico, si tende a vietare l’ingresso di specifici tipi di vettura, in particolar modo negli ultimi anni. Questi divieti, chiaramente, vengono adottati dalle città italiane più grandi, come quelle del Nord. Ciò è dovuto al fatto che nella zona settentrionale della nostra penisola si registra un elevato tasso di smog, di gran lunga maggiore rispetto a quello del Sud Italia, a causa del fatto che le regioni del Nord sono caratterizzate da un’attività produttiva decisamente più massiccia. Ad esempio, le autovetture immatricolate prima del 2006, non possono circolare in alcune località specifiche, ma anche in presenza di blocchi finalizzati ridurre l’inquinamento atmosferico, che, solitamente, vengono stabiliti nelle domeniche della stagione invernale. Fanno parte della suddetta categoria di veicoli, tutte le auto con classe ambientale pari o inferiore a Euro 3. Per quanto riguarda le motorizzazioni Euro 4, anche queste subiranno le conseguenze dei blocchi alla circolazione, in determinati periodi e in zone particolari. In questo caso, parliamo delle automobili immatricolate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2010. Il blocco alla circolazione doveva riguardare gli Euro 4 già a partire dal 2020, ma è stato prorogato al 2022 per la pandemia di Covid che ha investito l’Italia e il mondo intero. Comunque sia, sono già state programmate diverse normative che andranno a penalizzare i motori Euro 6 nei prossimi anni, così da ridurre sempre di più le nuove immatricolazioni di veicoli endotermici.

Quali sono le auto Euro 6?

Per quanto riguarda le vetture Euro 6, ne fanno parte tutti i motori montati sulle automobili immatricolate dal 1° settembre 2015 in poi. Parliamo di una particolare tecnologia che ha ridotto notevolmente l’inquinamento rispetto agli anni passati, anche se la quantità di emissioni di CO2 è comunque abbastanza alta da non permettere di sottovalutare la situazione ambientale attuale. Proprio per questi motivi, le amministrazioni italiane, in particolar modo quelle più grandi, hanno deciso di adottare diverse misure per garantire una circolazione sempre più ridotta delle motorizzazioni a diesel, apportando dei benefici non indifferenti a livello ambientale, così da salvaguardare il nostro pianeta in maniera più efficace. Roma e Milano sono le uniche città italiane, fino a questo momento, ad aver programmato dei blocchi per le auto diesel con classe ambientale Euro 6.

Attualmente, la capitale ha disposto due aree protette in termini di emissioni di anidride carbonica, infatti, il centro storico e la sua parte adiacente sono ormai distinte. Per indicare queste zone, si fa riferimento, rispettivamente, alle denominazioni di: Anello Ferroviario e Fascia Verde. Qualora il livello di smog superi il limite massimo per otto giorni consecutivi, viene predisposto il blocco alla circolazione per le Euro 6, ma solamente nelle aree di cui vi abbiamo appena parlato. Pertanto, sia nell’Anello Ferroviario, che nella Fascia Verde, l’accesso viene vietato a questa tipologia di vetture dalle 7:30 alle 10:30 e nel pomeriggio dalle 16:30 alle 20:30. Abbiamo, però, una differenza tra le due zone, ovvero che, in occasione delle “domeniche ecologiche”, viene applicato il divieto alla circolazione delle vetture Euro 6 nell’Anello Ferroviario.

Nonostante il tasso di inquinamento, in riferimento alle emissioni di CO2, sia piuttosto preoccupante, non sono stati ancora disposti dei blocchi alla circolazione in altre grandi città italiane, come Torino e Bologna, magari riguardanti i modelli auto spinti da motori Euro 6.

È ormai abbastanza chiaro come, nel corso dei prossimi anni, ci troveremo di fronte ad amministrazioni comunali sempre più impegnate nell’assicurare la salvaguardia dell’ambiente, quindi possiamo aspettarci ulteriori misure volte a scoraggiare sempre di più l’utilizzo di vetture a diesel. Anche i costruttori automobilistici stessi stanno lavorando per cavalcare l’onda delle “emissioni zero”, infatti si stanno concentrando sulla produzione di modelli di auto privi di motori endotermici, al fine di assicurare agli automobilisti di non doversi preoccupare di vedere la loro circolazione limitata in determinati periodi dell’anno o in alcune zone specifiche.

Infatti, l’obiettivo dei prossimi anni è di passare dai motori temici a quelli elettrici, dato che quest’ultimi apportano una serie di vantaggi, in particolar modo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico. Molti marchi hanno investito numerose risorse nella realizzazione di modelli elettrici, continuando a farlo tutt’ora, al fine di creare una produzione sempre più imponente, specifica per questo particolare tipo di automobile. Questo processo di rinnovamento va chiaramente a penalizzare la vendita delle autovetture a diesel, conseguendo un’inevitabile svalutazione a livello economico.

Coloro che posseggono un’automobile con motore a diesel, che intendono vendere, dovrebbero procedere il prima possibile nell’individuazione di un’acquirente, in quanto i prezzi del momento non hanno ancora subito grosse svalutazioni, cosa che può avvenire molto facilmente con il passare del tempo. Per quanto riguarda l’acquisto di una vettura elettrica, in questo momento può essere un’ottima scelta non soltanto in un’ottica di sostenibilità ambientale, ma anche dal punto di vista economico, basta mettere a confronto i consumi di un modello di questo tipo con uno endotermico. Infatti, a parità di chilometri percorsi, è possibile constatare un risparmio davvero notevole grazie all’impiego di un veicolo elettrico, piuttosto che di uno dotato di motore a combustione interna. È bene considerare, però, che se si vive in zone poco urbanizzate o in aree limitrofe alle città, mantenere la propria vettura a diesel può essere la scelta migliore, perché si ha comunque la possibilità di circolare per vari anni nella massima tranquillità. Questa decisione risulta ancora più necessaria se si tende a percorrere molti chilometri nel corso dell’anno.

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