La ripresa è ancora piuttosto complicata, soprattutto se prendiamo in considerazione altre situazioni. Infatti, non possiamo non sottolineare il grande impatto della crisi microchip nell’automotive, portando dei ritardi non indifferenti nella produzione e nella consegna di modelli nuovi. Anche se le motorizzazioni a diesel sono soggetto a un calo di vendite piuttosto rilevante negli ultimi anni, costituiscono ancora un’opzione molto apprezzata dagli italiani. Infatti, all’inizio di quest’anno sono state contate ben 20.734 nuove immatricolazioni di vetture a gasolio in Italia, ovvero il 19% di quota sul mercato, un valore piuttosto consistente. Il mercato auto Diesel ha anche subito le conseguenze delle numerose disposizioni volte a ridurre l’inquinamento dell’aria, un tema ormai preponderante, oggetto di dibattito in svariati settori. I possessori di vetture di questo tipo, inoltre, cominciano a preoccuparsi rispetto ai vari blocchi alla circolazione, valutando la possibilità di vendere il proprio mezzo per sostituirlo per uno ibrido o elettrico.
Sono ormai diversi anni che i costruttori stanno realizzando nuove soluzioni volte a migliorare la qualità dell’aria, introducendo motorizzazioni a emissioni zero, dato che i mezzi di trasporto sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico di tutto il mondo. Questa tendenza delle aziende automobilistiche è incentivata dalle varie leggi emanate sia a livello europeo, che dai singoli Stati che ne fanno parte. A livello comunitario, tutti i Paesi stanno cercando di adeguarsi a quelle che sono le esigenze in termini di sostenibilità ambientali, cercando di abbandonare gradualmente la produzione di motori endotermici, quindi a diesel e a benzina. Infatti è sempre più frequente l’introduzione sul mercato di nuovi modelli, sempre meno inquinanti e, allo stesso tempo, più accessibili a livello economico.
Ma quali sono i motivi dietro la diminuzione di popolarità dei modelli Diesel? Innanzitutto abbiamo la scarsa reputazione, causata essenzialmente dagli eclatanti scandali che hanno investito le case automobilistiche, che hanno truccato i valori in termini di emissioni nocive, andando a manomettere i dati rilevati dai sensori. Poi, abbiamo le limitazioni alla circolazione. Infatti, varie città europee hanno già stabilito il divieto alla marcia sulle strade principali per tutte quelle vetture con emissioni non conformi all’ultima classe ambientale, ovvero la Euro 6. Nei prossimi anni saranno sempre di più i divieti in tal senso, considerando che altre capitali europee, come Atene, Madrid e Parigi hanno già annunciato di voler adottare provvedimenti di questo genere nei prossimi anni. Inoltre, in alcuni Paesi è stato riscontrato un aumento dei prezzi del gasolio, determinato dalle autorità, che intendono spingere la clientela ad evitare l’acquisto di modelli a diesel, preferendo alternative ibride o elettriche. La crescente popolarità di quest’ultime, infatti, ha un peso non indifferente sul mercato, basti pensare che i volumi in termini di vendite sono aumentati a dismisura. In Italia ci troviamo di fronte a un rapido calo del Diesel nelle vendite, così come per quanto riguarda la benzina. Nel nostro Paese, infatti, abbiamo assistito a una grande crescita dell’offerta di modelli mild hybrid, ma anche di elettriche e ibride plug-in. Ciò è dovuto sicuramente ai vari incentivi emanati nel corso degli anni, anche se le infrastrutture tecniche sono ancora poco diffuse e, quelle poche esistenti, non sono in grado di garantire alti livelli di efficienza in termini di ricarica. Nei prossimi anni, potremmo assistere a un panorama del mercato auto diesel molto differente rispetto ad oggi. Pertanto, a livello nazionale, registriamo le medesime tendenze assunte a livello europeo.
