Focus: Auto elettriche e ibride
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Cavi di ricarica per auto elettriche: guida completa a tipologie e funzionamento

Sebbene il full electric automotive sia il futuro, uno dei fattori che in Italia tiene alla larga gli automobilisti dalle vetture elettriche è la modalità del pieno di elettroni, più lunga e complessa di quella del rifornimento di benzina e Diesel: il problema sta anche nei cavi di ricarica.

Sono componenti essenziali che collega il veicolo a una fonte di alimentazione: la wallbox privata di casa, o la colonnina pubblica in strada. Così da fare il rabbocco alla batteria. Questo il discorso per le BEV, ossia per le elettriche; qualcosa di analogo per le PHEV, le ibride ricaricabili, che in ogni caso hanno un grande propulsore a benzina.

Sommario

Cavi di ricarica auto elettriche: due estremità

La prima estremità è quella che si collega alla rete elettrica: di solito tramite wallbox o colonnina pubblica (sconsigliabile mediante presa domestica, perché potrebbero esserci rischi di surriscaldamento). La seconda estremità si connette alla vettura.

Abbiamo quindi come attacco:

  • Tipo 2;
  • CCS Combo2;
  • CHAdeMO.

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Cavi di ricarica auto elettriche: attacco Tipo 2

La presa di Tipo 2. Un connettore con sette incavi che permettono la connessione alla rete elettrica dell’auto attraverso diverse tipologie di cavi. A utilizzare il connettore Tipo 2 sono i cavi di ricarica casalinghi, quelli con connettore verso le prese industriali e i connettori di wallbox e colonnine pubbliche. Il connettore di Tipo 2, noto anche con il nome di “Mennekes” dall’azienda che lo ha sviluppato, consente la ricarica a corrente alternata: ha una potenza tra i 2,3 kW per i cavi più semplici ai 22 kW dei connettori trifase che sfruttano al massimo la carica a corrente alternata.

I cavi di ricarica delle auto elettriche con connettore di Tipo 2 sono quindi i più comuni ed economici. Non sono quasi mai integrati all’interno delle colonnine o della wallbox, ma quelli proposti in dotazione alla vettura, così come succede per il cavo di ricarica casalingo, sempre di serie su tutte le elettriche. È sempre necessario collegare il proprio cavo con attacco di Tipo 2, non dimenticandosi l’ordine corretto: prima la connessione alla rete, quindi prima la presa a muro o alla colonnina, e infine l’attacco alla vettura.

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Cavi di ricarica auto elettriche: CCS Combo2

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È il moderno cavo di ricarica. Noto anche con le semplificazioni CCS e Combo, consente la ricarica a corrente continua, con potenza tra 30 e 350 kW. Include al suo interno parte del connettore Tipo 2 più una presa combinata inferiore. Così, produttori di auto e di cavi hanno un connettore unico, formato da due corpi distinti: sullo stesso bocchettone, ci sono sia la presa singola di Tipo 2 sia quella combinata CCS Combo2.

Per utilizzarlo, è necessario rimuovere gli sportellini che coprono le due tipologie di prese per sbloccare la ricarica alla massima potenza della vettura. Al contrario dei cavi di ricarica delle auto elettriche con connettore di Tipo 2, il cavo CCS Combo2 non è portatile, ma integrato all’interno delle colonnine. Questo perché, per via della grande potenza di queste ricariche, il cavo è molto spesso pesante. Per quelli da oltre 100 kW, è necessario un sistema di raffreddamento a liquido del cavo stesso.

Cavi di ricarica auto elettriche: CHAdeMO

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Un’abbreviazione di CHArge de MOve, ovvero “la ricarica per la mobilità”: lo standard per i connettori di ricarica giapponese, che inizialmente veniva proposto come unica possibilità per la ricarica (soprattutto quella rapida) sulle elettriche nipponiche.

È un connettore formato da quattro “pin” e di forma tondeggiante, principalmente in uso per la ricarica rapida, ma in progressivo disuso. I costruttori nipponici hanno scelto di uniformarsi e di proporre sul mercato europeo solo modelli dotati di connettori Tipo 2 e CCS Combo 2, lasciando il connettore CHAdeMO al mercato del Sol Levante.

I due connettori per la connessione alla rete elettrica dei cavi a corrente alternata

  1. Connettore con presa domestica. Può essere dotato di presa italiana a tre poli, ovvero la cosiddetta Tipo L, o la molto più comune in questo frangente Tipo F (tedesca, detta anche Schuko). A 2,3 kW di potenza, con tempi di ricarica molto lunghi. Per questo, è meglio evitare l’utilizzo di adattatori, multiprese (le cosiddette ciabatte) o sdoppiatori, e collegare il cavo a una presa in buone condizioni del box o della casa. Occhio: l’utilizzo di un adattatore potrebbe portare a rotture della presa, interruzioni di ricarica o cortocircuiti.

  2. Cavi di ricarica di auto elettriche casalinghi che utilizzano le prese industriali blu o rosse. a) Le blu erogano corrente in monofase a 32 A, per una potenza di ricarica massima di 7,4 kW (ricordiamo che, spesso, le utenze domestiche sono limitate ad una potenza massima erogabile di 6 kW). b) Le rosse sono più prestazionali: le trifase, disponibili a 16 A e 32 A, per una potenza massima rispettiva in corrente alternata di 11 e 22 kW.

La ricarica avviene dallo stesso cavo di ricarica, che a un’estremità ha il connettore di Tipo 2 e, al centro, una scatola di controllo denominata Control Box. Che ha un secondo attacco, quello per la connessione alla rete elettrica, modificabile e configurabile: capisce la potenza erogata dalla rete, e la trasferisce al massimo delle prestazioni all’auto. Infine, alcune wallbox e tutte le colonnine di ricarica permettono la connessione alla ricarica con corrente alternata e presa di Tipo 2 con un cavo unico, privo di Control Box e realizzato con due connettori simili.

Cavi di ricarica auto elettriche: funzionamento

La sequenza di collegamento è sempre la stessa. In caso di connettori da collegare sia alla colonnina sia all’auto, bisogna prima unire il cavo alla rete elettrica e poi alla macchina. Questa regola è inevitabile quando il cavo è integrato nella colonnina. Una volta completata la ricarica, bisogna effettuare il passaggio inverso: prima si rimuove il connettore dal mezzo, e poi dalla presa di corrente o dalla colonnina (quando possibile).

Spesso, le elettriche iniziano la ricarica solamente quando vengono chiuse: in questo modo, il connettore si blocca, e permette al proprietario di allontanarsi dalla vettura senza la paura che il cavo di ricarica gli venga rubato o staccato di proposito. Quando il rifornimento è terminato, per sbloccare il cavo è necessario aprire l’auto con la chiave una seconda volta dopo l’apertura, in modo da permettere la rimozione del connettore.

Comunque, le elettriche sono dotate di un comando di emergenza, posizionato all’interno dell’auto in corrispondenza della posizione del connettore, che sblocca il connettore e permette di circolare. Con il cavo incastrato, infatti, non è possibile accendere l’auto neanche per portarla in assistenza.

Una volta connessa l’auto, previa eventuale attivazione della colonnina in caso di colonnine pubbliche, la ricarica comincia in modo automatico (luce verde). Al suo fianco possono comparire LED che indicano il livello della batteria. È di solito possibile vedere lo stato di carica della vettura dal quadro strumenti, che su ciascun modello indica la percentuale della batteria, e il tempo stimato per la fine.

A ogni elettrica il suo cavo

È bene sapere la potenza massima della propria auto per acquistare un cavo adatto. Non ha senso dotarsi di un collegamento da 22 kW, più pesante, spesso e soprattutto costoso, se la propria elettrica ha una potenza massima di ricarica di 11 kW in corrente alternata. Stesso discorso per quanto riguarda le colonnine a corrente continua.

Il funzionamento dei cavi di ricarica delle auto elettriche per colonnine Fast e Ultra-Fast sono identici. Ci si avvicina alla colonnina, la si sblocca con un’app, con una tessera o, come sulle Tesla, con la prenotazione tramite app o sistema di infotainment, e si inserisce il connettore all’interno dell’auto. Una volta fatto, la potenza massima della ricarica non è data da quella della colonnina, ma da quella dell’auto. Un consiglio d'oro? Consultare il manuale dell’elettrica: cercare la potenza massima di ricarica (in AC e DC) supportata dal veicolo.

Cavi di ricarica auto elettriche: prezzi

I cavi di ricarica di auto elettriche dipendono da vari fattori. Tutte le elettriche sono dotate, di serie, di un caricatore con presa domestica, Control Box e attacco Tipo 2, che quindi viene incluso nel prezzo della vettura. Se lo si deve acquistare in un secondo momento perché danneggiato o smarrito, il prezzo può variare tra i 170 e i 300 euro per prodotti di terze parti acquistabili anche online. Sino a 800 euro per macchine di alta gamma.

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