Focus: Auto elettriche e ibride
Focus: Auto elettriche e ibride

Ricarica veloce auto elettrica: quali sono, i tempi e i costi

logo

Calcolatore del tempo di ricarica

Calcolatore del tempo di ricarica

Quale auto elettrica trovi particolarmente interessante?

Marche principali

  • Mercedes-Benz
  • BMW
  • Volkswagen
  • Audi
  • Skoda
  • Porsche
  • Tesla

Altre marche

    Seleziona modello

    Seleziona variante

    Far sì che il pieno di elettroni sia rapido e comodo tramite la ricarica veloce per auto elettriche alle colonnine pubbliche su strada, come il pieno di benzina e diesel ai distributori: ecco una delle chiavi affinché la mobilità green possa davvero diffondersi in Italia.

    A oggi, siamo a 304.000 full electric circolanti su 40 milioni di unità con un 5% di quota mercato del nuovo, giriamo quindi attorno a numeri bassissimi. Specie se si considera che l’obiettivo del governo Meloni è un parco viaggiante di 4,3 milioni di macchine a corrente nel 2030, per giocare d’anticipo sul bando termico 2035 imposto dall’Unione Europea, quando i Gruppi auto potranno vendere solo mezzi a batteria.

    Inoltre, la ricarica veloce per auto elettriche consente un rabbocco in pochi minuti, attenuando l’ansia da autonomia, ossia la paura di restare con la batteria scarica nel bel mezzo di uno spostamento. Parliamo di Fast Charger e Ultra Fast Charger nelle città, sulle Statali e lungo le principali arterie autostradali.

    Sommario

    Ricarica veloce auto elettrica: le sigle in ballo

    Per comprendere appieno il mondo della ricarica veloce, è fondamentale distinguere tra le diverse tipologie di colonnine e la tecnologia che le alimenta. Il cuore di questa distinzione risiede nella potenza di ricarica e nella tipologia di corrente erogata. Le sigle da memorizzare sono kW (kilowatt), AC (corrente alternata) e DC (corrente continua). Il kW misura la potenza erogata da una singola colonnina: maggiore è questo valore, maggiore sarà la velocità di ricarica e, di conseguenza, minore il tempo necessario per un pieno di energia. Le sigle AC e DC indicano la tipologia di corrente.

    Corrente alternata (AC): cos’è

    La corrente alternata (AC) è quella che troviamo nella nostra rete domestica e che alimenta la maggior parte degli elettrodomestici. Nelle auto elettriche, la potenza di ricarica in AC è limitata dalla necessità di convertire la corrente alternata in continua all’interno del veicolo tramite un caricatore di bordo (on-board charger). Tutti i mezzi a batteria sono in grado di accettare ricariche in corrente alternata, poiché i loro motori funzionano proprio con questo tipo di corrente. Il metodo più lento per ricaricare un’elettrica è tramite la presa domestica Schuko. Collegata all'impianto di casa, questa connessione può erogare un massimo di 3 kW, con una media più comune di 2,3/2,7 kW. Questo significa che per ricaricare completamente un'auto con una batteria di dimensioni medie, sarebbero necessarie oltre 50 ore di ricarica continua. È evidente come questa soluzione sia impraticabile per l'uso quotidiano e sia riservata a ricariche notturne o di emergenza. Per ragioni di sicurezza (rischio surriscaldamento), meglio evitare.

    Per accelerare il processo domestico, sono nate le wallbox, dispositivi di ricarica dedicati installabili a casa. Queste colonnine domestiche, a seconda del collegamento all'impianto elettrico di casa o di un contatore dedicato, offrono potenze che variano tra 3,7 kW e 7,4 kW. A partire da quest'ultima potenza, solitamente, iniziano le opzioni di ricarica pubbliche.

    Le colonnine pubbliche a corrente alternata si dividono in due categorie principali.

    1. Colonnine AC normali. Hanno una potenza compresa tra 7,4 kW e 11 kW. Permettono ricariche che vanno dalle 2 alle 5 ore, a seconda della capacità della batteria del veicolo. Sono ideali per ricariche di media durata, ad esempio durante lo shopping o una sosta al ristorante.

    2. Colonnine AC meno lente delle prime. Arrivano a 22 kW e sono di gran lunga le più diffuse in Italia per la ricarica in AC. Tuttavia, è importante notare che non tutte le auto elettriche sono in grado di sfruttare appieno questa potenza. Molti veicoli, infatti, si fermano a un massimo di 11 kW in corrente alternata. Questo limite è spesso dovuto alla tecnologia trifase di queste colonnine e alla capacità del caricatore di bordo dell'auto, che non sempre è ottimizzato per il connettore di Tipo 2, lo standard più diffuso per la ricarica AC in Europa. Riuscire a padroneggiare la ricarica a 22 kW AC richiede spesso l'installazione di un caricatore di bordo più costoso e sofisticato.

    Corrente Continua (DC): la vera rivoluzione

    La vera rivoluzione della ricarica veloce è arrivata con la corrente continua (DC). A differenza della ricarica AC, dove la conversione della corrente avviene a bordo dell’auto, nelle colonnine DC la conversione avviene direttamente all'interno della colonnina stessa. Questo permette di erogare molta più potenza direttamente alla batteria del veicolo, bypassando i limiti del caricatore di bordo e riducendo drasticamente i tempi di ricarica. Per la ricarica in corrente continua, è necessario un connettore specifico: il più voluminoso CCS Combo. Mentre per la ricarica AC si può utilizzare il cavo in dotazione con l'auto, data la grande potenza e la necessità di cavi più spessi e spesso raffreddati, le ricariche in DC sfruttano cavi integrati direttamente nelle colonnine. Ce ne sono due tipi.

    1. Colonnine Fast o Fast Charger. Partono da un minimo di 30/40 kW per i modelli meno performanti e sono in grado di superare i 100 kW. La tipologia più diffusa di Fast Charger è quella da 50 kW. Permettono ricariche significative in tempi relativamente brevi, ideali per una sosta di mezz'ora o un’ora.

    2. Colonnine Ultra Fast. Con potenza che supera i 100 kW. Qui, il cavo di ricarica aumenta di diametro e, nelle potenze superiori, è addirittura raffreddato a liquido per garantire la massima efficienza e sicurezza durante il flusso di energia. La potenza massima erogabile dipende non solo dalla colonnina, ma anche dall'architettura della batteria del veicolo.

    kia-ev6

    Le batterie delle auto: tipi

    1. Batterie a 400 V. La stragrande maggioranza dei mezzi a corrente adotta questa architettura. La potenza di ricarica può arrivare a 150 kW, 200 kW o addirittura 270 kW. I famosi Supercharger di Tesla sono un esempio lampante di colonnine Ultra Fast a corrente continua, con potenze che arrivano fino a 250 kW.

    2. Batterie a 800 V. Alcuni modelli più recenti sono dotati di un'architettura a doppio voltaggio (400V e 800V). Questa tecnologia permette a questi veicoli di superare il muro dei 300 kW, con le vetture coreane che possono arrivare a una potenza massima di 350 kW. Sebbene rientrino sempre nella categoria "Ultra Fast", queste sono le colonnine più potenti in circolazione, garantendo le ricariche più rapide possibili. Attualmente, la potenza di 350 kW è erogata da un numero limitato di colonnine in Europa, principalmente quelle del consorzio Ionity, nato dalla collaborazione di importanti brand automobilistici. Questa diversificazione delle potenze e delle tecnologie permette ai conducenti di veicoli elettrici di scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze di viaggio e ai tempi a disposizione.

    VW-ID3-Charging-Hero

    Ricarica veloce: i tempi

    Dopo aver chiarito le tipologie di ricarica, affrontiamo uno dei quesiti più comuni e cruciali per chi possiede o intende acquistare un'auto elettrica: quali sono i tempi di ricarica veloce effettivi? Non esiste una risposta univoca, poiché la velocità di ricarica dipende da una combinazione di quattro fattori interconnessi.

    1. Potenza massima di ricarica accettata dall’auto. Ogni veicolo elettrico ha un limite massimo di potenza che può accettare in ricarica, sia in AC che in DC.

    2. Capacità della batteria. Una più grande richiederà più tempo per essere caricata, a parità di potenza erogata.

    3. Potenza della colonnina. Quest’ultima deve essere in grado di erogare una potenza pari o superiore a quella accettata dall'auto per massimizzare la velocità.

    4. Stato di carica della batteria (SOC - State of Charge). La chimica degli accumulatori agli ioni di litio, basati su una tecnologia allo stato liquido o semi-solido, non permette un flusso di ricarica costante per l'intera durata del processo. La massima velocità di ricarica si ottiene generalmente quando si passa dal 10/15/20% all'80/85% di batteria. Questo intervallo è conosciuto come la finestra di ricarica ottimale. Al di fuori di questa, la potenza di ricarica si abbassa notevolmente, arrivando persino a dimezzarsi.

    Per evitare il surriscaldamento del pacco batteria e prevenire danni a lungo termine, la centralina di gestione della batteria riduce la potenza di ricarica quando la batteria è quasi completamente scarica o quasi completamente carica. Nelle fasi estreme (molto scarica o quasi piena), la difficoltà di passaggio degli elettroni attraverso la chimica della batteria aumenta, rendendo meno efficiente la ricarica ad alta potenza. La riduzione di potenza, sebbene fondamentale per la salute della batteria, dilata notevolmente i tempi di ricarica, specialmente per passare dallo 0 al 15% e dall'85% al 100%.

    Caricare costantemente la batteria fino al 100% o lasciarla scaricare completamente può mettere a dura prova la chimica delle celle, rovinandole e facendole perdere efficienza e capacità nel lungo periodo. Per cui, quasi tutti i produttori di auto elettriche consigliano di operare e ricaricare l’auto mantenendosi nel range sicuro tra il 10/15% e l’80/85% massimo. Così si ottengono i tempi di ricarica più bassi e si preserva la longevità della batteria.

    Ricarica veloce: costi

    Più la colonnina è veloce, più caro il pieno. Perché quelle stazioni richiedono infrastrutture elettriche più robuste e spesso sistemi di raffreddamento avanzati. L’energia immagazzinata nella batteria è sempre la stessa, indipendentemente dalla velocità di ricarica. Ciò che cambia è il prezzo al kWh, che riflette il valore aggiunto della rapidità e della tecnologia impiegata.

    Colonnine AC (fino a 22 kW): il prezzo medio varia tra 0,59 €/kWh e 0,65 €/kWh.

    Colonnine Fast DC (da 50 kW insù): I prezzi partono da 0,89 €/kWh e le più costose possono arrivare a sfiorare la soglia psicologica di 1 €/kWh, attestandosi attualmente a circa 0,99 €/kWh.

    Un pieno un veicolo con una batteria di grandi dimensioni può significare una spesa considerevole. Ricaricare dallo 0% al 100% (anche se, come abbiamo visto, è sconsigliato) dalle colonnine Fast può oscillare tra i 69 € e i 75 €. Questo prezzo, sebbene competitivo rispetto a un pieno di carburante tradizionale per un'auto di pari segmento, non è sempre percepito come un vantaggio economico significativo, soprattutto se si confronta con la ricarica domestica.

    Punti lenti e veloci in Italia: i numeri nel 2025

    Secondo il più recente rapporto di Motus-E, al 31 marzo 2025, in Italia sono presenti 65.992 punti di ricarica per veicoli elettrici. Così divisi.

    1. Lenti (sotto i 50 kW): 50.931 punti di ricarica. Questi includono le ricariche a potenza standard (fino a 22 kW, spesso definite quick o accelerate) e quelle con potenze leggermente superiori ma comunque sotto i 50 kW.

    2. Veloci (tra 50 e 149 kW): 10.831 punti di ricarica. Fast Charge. Ultra-veloci (da 150 kW insù): 4.230 punti di ricarica. Queste sono le Ultra-Fast Charge o HPC (High Power Charging).

    In sintesi, su circa 66.000 punti di ricarica, la stragrande maggioranza (oltre l’80%) è rappresentata da punti di ricarica lenti o a potenza standard.

    Il guaio è che tra i fornitori sono pochi in Italia: manca concorrenza. Ecco perché i prezzi risultano così alti. I player non manifestano neppure grande interesse a installare colonnine veloci: il bando del ministero dell’Ambiente da 600 milioni di euro (risorse europee del PNRR) è andato deserto. L’importo è stato stanziato per possibili ecobonus a favore delle elettriché, sempreché Bruxelles dia l’ok: sono soldi UE, pertanto occorre il via libera continentale.

    Secondo problema: dei 66.000 punti, almeno il 15% è scollegato per ragioni burocratiche. Inoltre, a metà 2025 il fenomeno dei furti di rame con taglio dei cavi delle stazioni è diventato più grave.

    Strategie di risparmio

    Le tariffe a consumo sono solo una delle opzioni disponibili. Un proprietario di auto elettrica difficilmente si affiderà esclusivamente a queste, soprattutto se viaggia spesso. Quasi tutti i provider di energia, infatti, propongono pacchetti o abbonamenti che includono un determinato numero di kWh caricabili a una tariffa agevolata. Questi abbonamenti di solito ottimizzano i costi della ricarica veloce.

    I pacchetti riducono drasticamente i costi della ricarica veloce, rendendola molto più competitiva e sostenibile per chi percorre molti chilometri in elettrico. Chi viaggia regolarmente con un veicolo elettrico non può prescindere dalla sottoscrizione di questi abbonamenti, che trasformano la ricarica veloce da un lusso a una comodità economicamente vantaggiosa. Fra gli altri, Enel X Way, Plenitude On the Road (Be Charge), Ionity, Neogy, FreeToX, A2A E-Moving, Duferco Energia, EV Way, Hera Comm, Acea Energia e-mobility, E-GAP, Ewiva, Powy, Tesla Supercharger (quasi solo per mezzi texani), Alperia.

    FAQ

    Condividi l'articolo

    Tutti gli articoli

    Quanto costa ricaricare un’auto elettrica

    Consigli · Ricarica e consumo

    App ricarica auto elettriche: le migliori applicazioni per smartphone

    Consigli · Ricarica e consumo
    Mostra di più