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Focus: Auto elettriche e ibride
Focus: Auto elettriche e ibride

Ricarica auto elettrica: colonnine di ricarica, costi e suggerimenti

L’automobile elettrica è sempre più centrale nel futuro della mobilità, pronta a diventare la norma nel giro di poco più di 10 anni.

Nonostante abbiamo già parlato tanto delle EV, ci sono ancora alcuni lati poco noti al grande pubblico, come la ricarica dell’auto elettrica che, come tutte le grandi novità, può spaventare chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’elettrico. La ricarica dell’auto elettrica è infatti una componente fondamentale della vita con un’automobile a batterie, quanto se non addirittura più importante del rapporto tra un’automobilista “tradizionale” e la stazione di servizio, tra bocchettoni e rifornimenti di benzina. La ricarica dell’auto elettrica è diversa in tutto rispetto al rifornimento delle automobili termiche, a partire dal tempo richiesto fino ai costi e ai suggerimenti per la ricarica dell’auto elettrica.

Per sua natura, la ricarica dell’auto elettrica è molto diversa da un classico rifornimento, e cambia a seconda della tipologia di ricarica utilizzata. A seconda delle colonnine di ricarica, la ricarica dell’auto elettrica cambia costi, tempi e modalità di utilizzo. Inoltre, le modalità di collegamento e pagamento possono essere molto diverse a seconda dell’utilizzo che si fa dell’auto, nonché del grado di “educazione tecnologica” che si possiede. Non è possibile, infatti, recarsi presso una colonnina e pagare con una carta di credito o, ancor di più, in contanti. Per caricare è necessario avere un account che permetta all’auto e al telefono del proprietario di collegarsi al provider di energia, che con un tocco sullo schermo dello smartphone permette di far iniziare la ricarica. Con lo smartphone è possibile prenotare, programmare e scegliere i metodi di pagamento delle singole ricariche, ma non è il caso di disperarsi se non si è dei nativi digitali. Diverse Case automobilistiche stanno implementando i sistemi di ricarica con cui hanno delle convenzioni, come Tesla con i suoi Supercharger, all’interno dello schermo dell’auto. In più, sono disponibili abbonamenti e convenzioni che permettono di usare una carta RFID, una carta simile a quelle di credito, che permette di attivare le colonnine senza utilizzare il proprio telefono.

Quali sono quindi le tipologie di colonnine di ricarica dell’auto elettrica, i costi e i suggerimenti per una corretta ricarica? Scopriamolo insieme.

Sommario

Ricarica auto elettrica: colonnine di ricarica

In questo articolo parleremo della ricarica dell’auto elettrica fuori casa. Abbiamo già approfondito il tema della ricarica casalinga e dell’installazione di una wallbox, ovvero una colonnina di ricarica domestica, nel proprio box o posto auto. In questo caso, andremo ad analizzare le colonnine di ricarica dell’auto elettrica pubbliche, che differiscono per tipologie, potenze, modi di utilizzo e, ovviamente, prezzi. In generale, per collegare un’auto elettrica alle colonnine di ricarica è necessario, come abbiamo citato in precedenza, essere muniti di un account che permetta di collegarsi al provider d’energia proprietario della colonnina pubblica. I provider italiani sono tanti, e differiscono per potenza delle colonnine, prezzi e diffusione sul territorio. Per citarne alcuni, al momento i principali provider sono Enel X Way, BeCharge, Eviwa, A2A, IrenGO, Hera, Ionity, FreeToX e Tesla. Generalmente, le colonnine di ricarica sono compatibili con tutte le automobili elettriche dotate delle prese di corrente alternata Tipo 2 e continua CCS Combo 2, normate secondo un accordo che regola la tipologia di presa di ricarica in uso in Unione Europea. Per utilizzare una colonnina, è però necessario essere dotati di un account che permetta l’accesso e il pagamento con il provider specifico.

Si tratta quindi di uno dei primi limiti della ricarica dell’auto elettrica presso colonnine di ricarica pubbliche. Se con un’auto termica non si fanno distinzioni tra un marchio e l’altro (se non quella del prezzo del carburante), con un’auto elettrica bisogna scegliere una colonnina di un provider a cui si può accedere, e il pagamento avviene solo e solamente in via digitale. Non è possibile, al momento, recarsi alle colonnine e pagare con carta o contanti, rendendo quindi vitale avere un conto corrente che permette il pagamento tramite internet o servizi come PayPal in modo da ricaricare l’auto fuori casa. Un altro distinguo tra le diverse colonnine di ricarica dell’auto elettrica è da fare sulla potenza della colonnina stessa, che va a regolare anche il tempo di ricarica totale dell’auto. Al momento, le tipologie di colonnine di ricarica dell’auto elettrica sono tre. Alla base della “piramide” troviamo le colonnine a corrente alternata, quelle più semplici e meno prestazionali.

Come indica il nome, siamo di fronte a colonnine che utilizzano la corrente alternata per ricaricare la batteria, con potenze che partono da 7 kW fino ad arrivare alle più potenti colonnine in AC, che possono erogare fino a 22 kW. Queste colonnine utilizzano il cavo di Tipo 2, bisogna utilizzare il proprio cavo di ricarica Tipo 2 da collegare sia all’auto che alla colonnina e sono le più comuni e diffuse in Italia e non solo. Questo tipo di torrette sono adatte a ricariche lente, che impieghino almeno un paio d’ore, e sono anche le più economiche, come vedremo tra poco. Le colonnine di ricarica tradizionali, però, sono decisamente lente, rendendo praticamente impossibile la ricarica di auto elettriche con batterie di grandi dimensioni. A peggiorare la situazione c’è anche la tendenza delle auto elettriche attuali ad accettare solo 11 kW di potenza massima in corrente continua, raddoppiando così i tempi di ricarica. Per fare un esempio pratico, per caricare una Volkswagen ID.3 dotata di batteria da 77 kWh ad una colonnina in corrente alternata con potenza massima assorbita dall’auto di 11 kW dal 10 all’80% servono più di 5 ore. Queste colonnine sono quindi adatte a vetture con batterie compatte come, ad esempio, Dacia Spring o Renault Twingo E-Tech Electric, dove con una carica di due ore si passa dallo 0 al 100%, o per una ricarica prolungata di un’auto più grande. Ad una colonnina a corrente alternata, infatti, è possibile completare una ricarica in una notte di un’auto più grande, per una ricarica lenta che fa bene alla batteria.

Il secondo tipo di colonnine di ricarica dell’auto elettrica sono quelle Fast, che partono da una potenza di 50 kW e possono arrivare a 100 kW nelle colonnine più performanti. Si tratta di una tipologia di colonnine che si sta diffondendo rapidamente, e che nonostante la loro dimensione maggiore (se le colonnine in AC a 22 kW sono infatti compatte e piuttosto piccole, le colonnine in DC sono decisamente più grandi e necessitano di sfoghi dell’aria più grandi per poter dissipare il calore generato dalla ricarica rapida. Il cavo utilizzato è il CCS Combo2, quello più prestante, e la ricarica diventa decisamente più rapida. In questo caso, poi, il cavo di ricarica è integrato all’interno della colonnina, in quanto per garantire la massima potenza di ricarica e la sicurezza è necessario integrare un sistema di raffreddamento del cavo di ricarica. Questa tipologia di colonnina di ricarica hanno un costo superiore a quelle in corrente continua, e grazie all’utilizzo della ricarica con corrente continua DC impiegano molto meno tempo per una ricarica rapida. Un’automobile che riesce a sfruttare al meglio le colonnine Fast a 85 kW è la FIAT 500e, che impiega 35 minuti per passare dal 10 all’80% di carica. Rispetto alle colonnine “lente”, poi, l’utilizzo delle colonnine Fast e le più potenti Ultra Fast è leggermente diverso, soprattutto a livello della percentuale di ricarica da raggiungere: di questo, però, parleremo tra poco.

Infine, la tipologia di colonnine di ricarica dell’auto elettrica più avanzata e moderna è quella Ultra Fast. Sostanzialmente, siamo di fronte ad una colonnina di ricarica del tutto simile a quella Fast. Rispetto a quest’ultima, la colonnina è più grande e dotata di grandi sfoghi per il calore, e anche il cavo con connettore CCS Combo 2 è di dimensioni maggiori, dotato, per le colonnine più potenti, anche di raffreddamento a liquido e connettore potenziato HPC. Le colonnine Ultra Fast sono di gran lunga le più potenti in circolazione, con potenze che vanno dai 150 kW ai 350 kW delle più veloci HPC sul mercato. Rispetto alle colonnine Fast, già piuttosto grandi, le colonnine Ultra Fast sono molto alte e generose nelle dimensioni, e visto il loro costo di installazione molto alto sono spesso presenti in pochi siti e con un numero ridotto di colonnine.

Questa soluzione “al risparmio” a livello di spazio rimane vincente, visto che il tempo di ricarica è il più basso di tutte le colonnine in circolazione. Nelle automobili elettriche in grado di accogliere oltre 200 kW, infatti, una ricarica dal 10 all’80% può impiegare da un minimo di 15 ad un massimo di 30 minuti a seconda della potenza di ricarica e della capacità della batteria. Un esempio sono le elettriche del Gruppo Hyundai/KIA realizzate sulla piattaforma E-GMP, ovvero le Hyundai Ioniq 5, Ioniq 6 e KIA EV6. Le versioni con batteria da 77,4 kWh possono raggiungere una potenza di ricarica di ben 350 kW, che si traducono in un tempo di ricarica per passare dal 10 all’80% di soli 18 minuti. Sono Ultra Fast i Supercharger V3 utilizzati dalle automobili Tesla, che hanno una potenza massima di 270 kW. Con questa tipologia di batteria, tutte le Tesla, dalla piccola Model 3 alla enorme Model X, possono passare dal 10 all’80% in soli 30 minuti.

Come funziona quindi una colonnina di ricarica dell’auto elettrica? Il suo funzionamento è piuttosto semplice, ma richiede qualche conoscenza. Quando si arriva in prossimità di una colonnina, bisogna prima di tutto aprire lo sportello della ricarica dell’auto, che può essere manuale o elettrico, apribile tramite un tasto posto all’interno dell’auto oppure dotato di un tasto o un meccanismo di apertura esterno. Una volta completata l’apertura, bisogna rimuovere, se presenti, i tappi di protezione dei connettori di ricarica e preparare, in caso di ricarica da presa da colonnina in corrente alternata, il proprio cavo di ricarica. Prima di collegare qualsiasi cosa, però, è necessario sbloccare e prenotare la colonnina desiderata. Si può fare sia utilizzando la carta RFID, quella che abbiamo citato in precedenza, oppure il proprio smartphone, accedendo all’applicazione del provider e sbloccando la ricarica sulla colonnina scelta. Una volta fatto, è possibile collegare il proprio cavo alla colonnina, oppure, in caso di colonnina con cavo integrato, estrarre il cavo dalla sua sede. Una volta fatto, è sufficiente collegare il cavo all’automobile e, in assenza di problemi inattesi, iniziare la ricarica. Importante è ricordarsi di chiudere l’automobile per far partire la ricarica: in questo modo, il cavo sarà bloccato e non sarà possibile interrompere la ricarica a meno dello sblocco del connettore. Una volta terminata la ricarica, infatti, bisogna aprire due volte l’auto con la chiave: la prima volta si apriranno le portiere, e la seconda si sbloccherà il connettore.

Nel caso il connettore non si sblocchi, niente paura: tutte le automobili elettriche sono dotate di un sistema di rilascio meccanico del connettore, che in caso di malfunzionamento è in grado di sbloccare senza fatica il cavo e interrompere la ricarica. Infine, basta riportare nel suo alloggiamento il cavo o disconnetterlo dalla colonnina di ricarica dell’auto elettrica per terminare la ricarica e ricominciare a guidare.

Leggi anche: Tempi di ricarica delle 10 auto elettriche più vendute

Ricarica auto elettrica: costi

VW-ID3-Charging-Hero Arriviamo così, dopo aver capito come funziona una colonnina di ricarica, ad analizzare i costi di ricarica dell’auto elettrica. Come abbiamo detto in precedenza, in questa sede andiamo ad analizzare unicamente la ricarica dell’auto elettrica fuori casa. I prezzi della ricarica dell’auto elettrica, infatti, possono differire moltissimo in caso di ricarica domestica. Il costo della ricarica dipende dal contratto domestico scelto, a volte anche dalla fascia oraria in cui la ricarica avviene e, in ultimo, dalla presenza o meno di una wallbox all’interno del posto auto o del box, che ha un costo non indifferente ma può dimezzare o ridurre di tre volte i tempi di ricarica. Per questo, ci concentreremo principalmente sui costi della ricarica dell’auto elettrica completata alle colonnine pubbliche.

All’inizio della diffusione delle auto elettriche, c’erano diverse possibilità di ricaricare l’automobile elettrica gratuitamente. C’erano, ad esempio, ipermercati e centri commerciali che proponevano delle colonnine in corrente alternata gratuite, attivabili semplicemente connettendo il cavo di ricarica o passando una carta specifica sul lettore della colonnina. Negli ultimi anni, con la continua diffusione di auto elettriche e anche ibride Plug-In, queste possibilità sono scemate sempre di più, riducendo al lumicino la possibilità di ricaricare gratis l’automobile elettrica. In generale, comunque, i costi della ricarica dell’auto elettrica sono aumentati parecchio negli ultimi anni, con tariffe piuttosto importanti raggiunte negli ultimi mesi.

I costi della ricarica dell’auto elettrica variano dalla tipologia di ricarica, nonché dalla zona in cui si vive nonché, ovviamente, dalla potenza della ricarica. In generale, comunque, la ricarica denominata “Quick”, ovvero fatta dalle colonnine di ricarica in corrente alternata con potenza massima di 22 kW hanno un prezzo che oscilla tra gli 0,55 e gli 0,60 euro al kWh a seconda del provider. Facendo un rapido calcolo, quindi, per caricare i 42 kWh di una FIAT 500e completamente scarica fino al 100% con una colonnina in corrente alternata servono, in media, circa 25 euro, che diventano circa 44 per una Volkswagen ID.3 con batteria da 77 kWh. Il tempo di ricarica, in questo caso, può oscillare tra le 3 ore necessarie per la ricarica di una 500e alle oltre 5 ore della ID.3. Se si vuole ricaricare più in fretta, invece, i costi salgono parecchio, in quanto le tariffe delle ricariche Fast e Ultra Fast superano di parecchio la soglia dei 70 centesimi. Nello specifico, la ricarica Fast e Ultra Fast di Enel X Way parte da 0,89 euro al kWh, così come Ionity, mentre A2A propone le colonnine Fast a 0,66 euro al kWh e le Ultra Fast a 0,79 euro al kWh. Le colonnine ultra-veloci, invece, possono arrivare a toccare i 90/95 centesimi al kWh, per un costo di ricarica che, per la già citata ID.3, possono arrivare a toccare i 70 euro per una carica. Ci sono anche altre società che hanno prezzi più bassi, come Free to X che propone le sue colonnine da oltre 150 kW a 0,69 euro al kWh, e i Supercharger Tesla offerti a 0,66 euro al kWh.

I costi della ricarica dell’auto elettrica possono essere calmierati con l’acquisto di specifici abbonamenti. Questi pacchetti permettono di acquistare un pacchetto di kWh utilizzabili ogni mese per una cifra agevolata indipendentemente dalla potenza di ricarica, perfetta per chi carica spesso l’automobile fuori casa. Un esempio sono le tariffe Flat di Enel X Way. Al momento in cui scriviamo, infatti, le tariffe proposte da Enel X Way sono la City, che permette di offrire 80 kWh al mese per 39 euro al mese, la Travel, che offre 160 kWh a 69 euro al mese, e la Travel Plus, che permette di caricare 320 kWh a 99 euro al mese. Parliamo quindi di un costo al kWh che si traduce in 0,49 euro al kWh per la City, 0,43 euro al kWh per la Travel e 0,31 euro al kWh per la Travel Plus. Non dobbiamo infine dimenticare che, nei costi della ricarica dell’auto elettrica, è presente da qualche tempo una penale per chi occupa lo stallo di ricarica una volta terminato il periodo di carica. Questa soluzione permette ai provider di non dare disservizi sgradevoli ai propri clienti, e a questi ultimi di riuscire a trovare più facilmente uno stallo di ricarica. Nello specifico, solitamente la “penale” per l’occupazione dello stallo oscilla tra gli 0,19 e i gli 0,25 euro al minuto. Meglio muoversi, allora, per non rischiare di spendere troppo.

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Ricarica auto elettrica: suggerimenti

Man with smartphone leaning at electric car charging Ora sapete tutte le informazioni fondamentali sulla ricarica dell’auto elettrica. Prima di salutarci, vogliamo darvi alcuni suggerimenti per la ricarica dell’auto elettrica che faranno bene alla vostra auto, al portafoglio e alla vostra capacità di utilizzare l’auto. Con l’automobile elettrica è fondamentale effettuare anche una minima preparazione del proprio viaggio, in modo da sapere quando caricare, dove farlo e a che potenza. Viaggiare “impreparati” non è consigliabile con un’elettrica, in quanto se non si trova una colonnina veloce in un viaggio la ricarica può diventare uno stress e una problematica a livello di tempo molto pericolosa.

Come abbiamo detto anche nell’articolo dedicato alla batteria dell’auto elettrica, uno dei suggerimenti per la ricarica dell’auto elettrica più utili è quello di limitare la carica e l’utilizzo della batteria nel range di carica compreso tra il 10-15% e l’80-85%. In questo range, la batteria ha il suo funzionamento ottimale, non stressa la batteria e anche la ricarica non è solo più veloce, ma meno dannosa per la batteria stessa. Uno dei suggerimenti principali per la ricarica dell’auto elettrica è quella di limitare ai viaggi l’utilizzo delle ricariche Ultra Fast, in quanto queste sono la tipologia di ricarica più dannosa a lungo andare per la batteria. Lo stress che una ricarica ultra-veloce mette nella batteria in fase di ricarica è molto alto, e rischia di rovinare la chimica delle batterie allo stato liquido, quelle più utilizzate attualmente.

Infine, un'altra idea interessante da inserire tra i suggerimenti della ricarica dell’auto elettrica è la sottoscrizione di abbonamenti trasversali proposti dalle Case, come il BMW Charging, Mercedes me Charge o Ford Pass per citarne alcuni. Si tratta di sottoscrizioni, legate ovviamente al brand dell’automobile che si guida, che permette di connettersi a tutti i provider di energia senza limitazioni e con una tariffa fissa, che permette così, con una semplice carta RFID, di limitare tutti i problemi di ricarica e la fatica di avere una dozzina di account per ogni provider, rendendo molto più semplice la ricarica, in Italia ma anche in Europa, e di sfruttare delle tariffe piuttosto interessanti.

Per maggiori informazioni, è necessario andare a cercare le pagine ufficiali di questi abbonamenti del proprio brand, dove sono indicati i termini del servizio, la tipologia delle colonnine integrate negli abbonamenti e, ovviamente, i costi.

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