Ricarica auto elettrica: colonnine di ricarica
In questo articolo parleremo della ricarica dell’auto elettrica fuori casa. Abbiamo già approfondito il tema della ricarica casalinga e dell’installazione di una wallbox, ovvero una colonnina di ricarica domestica, nel proprio box o posto auto. In questo caso, andremo ad analizzare le colonnine di ricarica dell’auto elettrica pubbliche, che differiscono per tipologie, potenze, modi di utilizzo e, ovviamente, prezzi. In generale, per collegare un’auto elettrica alle colonnine di ricarica è necessario, come abbiamo citato in precedenza, essere muniti di un account che permetta di collegarsi al provider d’energia proprietario della colonnina pubblica. I provider italiani sono tanti, e differiscono per potenza delle colonnine, prezzi e diffusione sul territorio. Per citarne alcuni, al momento i principali provider sono Enel X Way, BeCharge, Eviwa, A2A, IrenGO, Hera, Ionity, FreeToX e Tesla. Generalmente, le colonnine di ricarica sono compatibili con tutte le automobili elettriche dotate delle prese di corrente alternata Tipo 2 e continua CCS Combo 2, normate secondo un accordo che regola la tipologia di presa di ricarica in uso in Unione Europea. Per utilizzare una colonnina, è però necessario essere dotati di un account che permetta l’accesso e il pagamento con il provider specifico.
Si tratta quindi di uno dei primi limiti della ricarica dell’auto elettrica presso colonnine di ricarica pubbliche. Se con un’auto termica non si fanno distinzioni tra un marchio e l’altro (se non quella del prezzo del carburante), con un’auto elettrica bisogna scegliere una colonnina di un provider a cui si può accedere, e il pagamento avviene solo e solamente in via digitale. Non è possibile, al momento, recarsi alle colonnine e pagare con carta o contanti, rendendo quindi vitale avere un conto corrente che permette il pagamento tramite internet o servizi come PayPal in modo da ricaricare l’auto fuori casa. Un altro distinguo tra le diverse colonnine di ricarica dell’auto elettrica è da fare sulla potenza della colonnina stessa, che va a regolare anche il tempo di ricarica totale dell’auto. Al momento, le tipologie di colonnine di ricarica dell’auto elettrica sono tre. Alla base della “piramide” troviamo le colonnine a corrente alternata, quelle più semplici e meno prestazionali.
Come indica il nome, siamo di fronte a colonnine che utilizzano la corrente alternata per ricaricare la batteria, con potenze che partono da 7 kW fino ad arrivare alle più potenti colonnine in AC, che possono erogare fino a 22 kW. Queste colonnine utilizzano il cavo di Tipo 2, bisogna utilizzare il proprio cavo di ricarica Tipo 2 da collegare sia all’auto che alla colonnina e sono le più comuni e diffuse in Italia e non solo. Questo tipo di torrette sono adatte a ricariche lente, che impieghino almeno un paio d’ore, e sono anche le più economiche, come vedremo tra poco. Le colonnine di ricarica tradizionali, però, sono decisamente lente, rendendo praticamente impossibile la ricarica di auto elettriche con batterie di grandi dimensioni. A peggiorare la situazione c’è anche la tendenza delle auto elettriche attuali ad accettare solo 11 kW di potenza massima in corrente continua, raddoppiando così i tempi di ricarica. Per fare un esempio pratico, per caricare una Volkswagen ID.3 dotata di batteria da 77 kWh ad una colonnina in corrente alternata con potenza massima assorbita dall’auto di 11 kW dal 10 all’80% servono più di 5 ore. Queste colonnine sono quindi adatte a vetture con batterie compatte come, ad esempio, Dacia Spring o Renault Twingo E-Tech Electric, dove con una carica di due ore si passa dallo 0 al 100%, o per una ricarica prolungata di un’auto più grande. Ad una colonnina a corrente alternata, infatti, è possibile completare una ricarica in una notte di un’auto più grande, per una ricarica lenta che fa bene alla batteria.
Il secondo tipo di colonnine di ricarica dell’auto elettrica sono quelle Fast, che partono da una potenza di 50 kW e possono arrivare a 100 kW nelle colonnine più performanti. Si tratta di una tipologia di colonnine che si sta diffondendo rapidamente, e che nonostante la loro dimensione maggiore (se le colonnine in AC a 22 kW sono infatti compatte e piuttosto piccole, le colonnine in DC sono decisamente più grandi e necessitano di sfoghi dell’aria più grandi per poter dissipare il calore generato dalla ricarica rapida. Il cavo utilizzato è il CCS Combo2, quello più prestante, e la ricarica diventa decisamente più rapida. In questo caso, poi, il cavo di ricarica è integrato all’interno della colonnina, in quanto per garantire la massima potenza di ricarica e la sicurezza è necessario integrare un sistema di raffreddamento del cavo di ricarica. Questa tipologia di colonnina di ricarica hanno un costo superiore a quelle in corrente continua, e grazie all’utilizzo della ricarica con corrente continua DC impiegano molto meno tempo per una ricarica rapida. Un’automobile che riesce a sfruttare al meglio le colonnine Fast a 85 kW è la FIAT 500e, che impiega 35 minuti per passare dal 10 all’80% di carica. Rispetto alle colonnine “lente”, poi, l’utilizzo delle colonnine Fast e le più potenti Ultra Fast è leggermente diverso, soprattutto a livello della percentuale di ricarica da raggiungere: di questo, però, parleremo tra poco.
Infine, la tipologia di colonnine di ricarica dell’auto elettrica più avanzata e moderna è quella Ultra Fast. Sostanzialmente, siamo di fronte ad una colonnina di ricarica del tutto simile a quella Fast. Rispetto a quest’ultima, la colonnina è più grande e dotata di grandi sfoghi per il calore, e anche il cavo con connettore CCS Combo 2 è di dimensioni maggiori, dotato, per le colonnine più potenti, anche di raffreddamento a liquido e connettore potenziato HPC. Le colonnine Ultra Fast sono di gran lunga le più potenti in circolazione, con potenze che vanno dai 150 kW ai 350 kW delle più veloci HPC sul mercato. Rispetto alle colonnine Fast, già piuttosto grandi, le colonnine Ultra Fast sono molto alte e generose nelle dimensioni, e visto il loro costo di installazione molto alto sono spesso presenti in pochi siti e con un numero ridotto di colonnine.
Questa soluzione “al risparmio” a livello di spazio rimane vincente, visto che il tempo di ricarica è il più basso di tutte le colonnine in circolazione. Nelle automobili elettriche in grado di accogliere oltre 200 kW, infatti, una ricarica dal 10 all’80% può impiegare da un minimo di 15 ad un massimo di 30 minuti a seconda della potenza di ricarica e della capacità della batteria. Un esempio sono le elettriche del Gruppo Hyundai/KIA realizzate sulla piattaforma E-GMP, ovvero le Hyundai Ioniq 5, Ioniq 6 e KIA EV6. Le versioni con batteria da 77,4 kWh possono raggiungere una potenza di ricarica di ben 350 kW, che si traducono in un tempo di ricarica per passare dal 10 all’80% di soli 18 minuti. Sono Ultra Fast i Supercharger V3 utilizzati dalle automobili Tesla, che hanno una potenza massima di 270 kW. Con questa tipologia di batteria, tutte le Tesla, dalla piccola Model 3 alla enorme Model X, possono passare dal 10 all’80% in soli 30 minuti.
Come funziona quindi una colonnina di ricarica dell’auto elettrica? Il suo funzionamento è piuttosto semplice, ma richiede qualche conoscenza. Quando si arriva in prossimità di una colonnina, bisogna prima di tutto aprire lo sportello della ricarica dell’auto, che può essere manuale o elettrico, apribile tramite un tasto posto all’interno dell’auto oppure dotato di un tasto o un meccanismo di apertura esterno. Una volta completata l’apertura, bisogna rimuovere, se presenti, i tappi di protezione dei connettori di ricarica e preparare, in caso di ricarica da presa da colonnina in corrente alternata, il proprio cavo di ricarica. Prima di collegare qualsiasi cosa, però, è necessario sbloccare e prenotare la colonnina desiderata. Si può fare sia utilizzando la carta RFID, quella che abbiamo citato in precedenza, oppure il proprio smartphone, accedendo all’applicazione del provider e sbloccando la ricarica sulla colonnina scelta. Una volta fatto, è possibile collegare il proprio cavo alla colonnina, oppure, in caso di colonnina con cavo integrato, estrarre il cavo dalla sua sede. Una volta fatto, è sufficiente collegare il cavo all’automobile e, in assenza di problemi inattesi, iniziare la ricarica. Importante è ricordarsi di chiudere l’automobile per far partire la ricarica: in questo modo, il cavo sarà bloccato e non sarà possibile interrompere la ricarica a meno dello sblocco del connettore. Una volta terminata la ricarica, infatti, bisogna aprire due volte l’auto con la chiave: la prima volta si apriranno le portiere, e la seconda si sbloccherà il connettore.
Nel caso il connettore non si sblocchi, niente paura: tutte le automobili elettriche sono dotate di un sistema di rilascio meccanico del connettore, che in caso di malfunzionamento è in grado di sbloccare senza fatica il cavo e interrompere la ricarica. Infine, basta riportare nel suo alloggiamento il cavo o disconnetterlo dalla colonnina di ricarica dell’auto elettrica per terminare la ricarica e ricominciare a guidare.
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