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Auto cointestata: quali sono davvero i pro e i contro

Comprare un’auto assieme a un’altra persona presenta vantaggi e svantaggi. Parliamo di acquisto a due per legge, con entrambi i nomi indicati sul Documento Unico di Circolazione e Proprietà del veicolo (DU), che riunisce “libretto” e Certificato di Proprietà (CdP).

Questo implica che la proprietà e tutte le responsabilità legate al veicolo siano condivise.

Perché mai proprio nel 2025 può divenire di moda comprare un’auto in due? Semplice: il listino delle auto nuove è decollato, quello dell’usato rischia di alzarsi con i vari blocchi alla circolazione delle diesel recenti.

Poi c’è l’impatto dei tassi di interesse sul potere d'acquisto, magari con una minore propensione a fornire finanziamenti da parte degli istituti di credito. Insomma, si uniscono le forze per far fronte a un momento delicato per tutti, magari con un bell’usato da condividere. Il raggio d’azione si amplia includendo due partner, familiari, amici, coinquilini, colleghi, persone che fanno un tratto di strada identico negli stessi orari per andare al lavorare e per tornare a casa.

Sommario

Auto cointestata nel 2025: vantaggi

  1. Cointestare l’auto dà la possibilità di dividere i costi di acquisto, ma anche quelli di gestione come assicurazione Rca obbligatoria, polizze accessorie come il Furto e incendio, bollo (tassa di proprietà da pagare alla Regione), manutenzione e carburante (o elettroni in caso di vettura elettrica). Questo può alleggerire notevolmente il carico finanziario per entrambi i proprietari, specie oggi con l’inflazione al galoppo.

  2. In alcuni casi, la cointestazione permette di accedere a classi di merito assicurative più vantaggiose. Esempio: lui può sfruttare la classe di merito della convivente che paga una Rca meno cara, e viceversa (legge Bersani poi assorbita dalla Legge Rca familiare).

  3. Se entrambi i proprietari necessitano di un veicolo da usare in fasce orarie diverse o in giorni differenti, la cointestazione può essere una soluzione pratica per gestire un unico mezzo.

Auto cointestata nel 2025: svantaggi

  1. I due cointestatari sono responsabili in solido per le obbligazioni derivanti dalla proprietà dell’auto. Se uno commette un’infrazione, la colpa può ricadere anche sull’altro. Idem per i bolli non pagati alla Regione, che può rivalersi su entrambi.

  2. Per vendere l’auto cointestata, è necessario il consenso di tutti i comproprietari: senza l’accordo unanime, la pratica non può essere finalizzata. Lo stesso vale per la radiazione del mezzo. Può darsi che ci siano vedute differenti. O magari che i rapporti si siano incrinati nel tempo: un po’ come marito e moglie fanno un mutuo, comprano una casa e poi divorziano.

  3. La polizza assicurativa deve essere intestata a tutti i proprietari: in caso di sinistro, la compagnia potrebbe risarcire tutti i cointestatari o richiedere la firma di tutti per il pagamento. È sempre consigliabile verificare le condizioni.

  4. In caso di decesso di uno dei cointestatari, la quota di proprietà del defunto rientrerà nell’asse ereditario e sarà soggetta alle norme sulla successione. Questo può portare a complicazioni se gli eredi non hanno intenzione di mantenere la proprietà del veicolo. È la situazione più delicata e complessa, tanto che suggeriamo di avvalersi un esperto per la specifica situazione: un’agenzia di pratiche auto.

Assicurazione: cosa sapere

Qualora la proprietà del veicolo passi da più intestatari a uno soltanto, quest’ultimo mantiene il diritto alla classe di merito maturata sul mezzo, anche quando lo stesso venga sostituito da un secondo.

Il cointestatario conserva la classe di maturata sul veicolo ora intestato a uno o più di essi, su un altro veicolo di proprietà o acquisito successivamente: può avvalersene in sede di rinnovo o di stipula di un contratto.

Come cointestare un’auto

La cointestazione deve avvenire al momento dell’acquisto della vettura, nuova o usata: sul Documento Unico verranno registrati i dati di tutti i proprietari. Se la macchina è già intestata a una persona e si desidera cointestarla in un secondo momento, sarà necessario effettuare un passaggio di proprietà parziale, che comporta costi e pratiche burocratiche aggiuntive.

Patti chiari, cointestazione lunga

Parafrasando il celebre motto “patti chiari, amicizia lunga”, prima di mettere la firma per la doppia titolarità del mezzo, è opportuno sedersi a un tavolo e chiarire determinati aspetti. Nessun valore legale, ma un minimo di garanzia sotto il profilo etico.

  1. Stabilire come verranno gestiti l’utilizzo del veicolo, le spese, e cosa fare in caso di vendita o disaccordo.

  2. Contattare diverse compagnie assicurative per capire come la cointestazione influirà sulla polizza e quali sono le migliori opzioni disponibili.

  3. Comprendere a fondo la responsabilità solidale e le conseguenze legali.

  4. Ragionate entrambi se sia il caso di stabilire la possibilità di ricorrere a un mediatore (anche se informale) o, in ultima istanza, a vie legali (scioglimento della comunione, vendita forzata della quota) qualora ci sia disaccordo. O i patti non vengano rispettati.

  5. È importante una perizia pre-acquisto di un’auto usata. Anche se cointestata, un veicolo con problemi meccanici o strutturali sarà un costo per entrambi. Controllare attentamente il DU per assicurarsi che non ci siano gravami o ipoteche preesistenti, soprattutto in caso di acquisto da privati. Richiedere lo storico dei tagliandi o verifiche sullo stato del mezzo.

Serve il commercialista

Per capire se ci siano differenze, anche minime, a livello fiscale (detraibilità in caso di utilizzo professionale, anche se raro per auto cointestate tra privati) o se la cointestazione ha impatti sul calcolo dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) per i nuclei familiari, rivolgersi a un commercialista: ogni situazione fa storia a sé.

Multa a casa: massima cautela

Qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata (vedi autovelox, come spesso accade), il verbale deve, entro 90 giorni dall’accertamento, essere notificato all’effettivo trasgressore o a casa del proprietario del mezzo. Pertanto, le contravvenzioni da telecamere (anche Tutor, semafori, Zone a Traffico Limitato, Area B di Milano, Area C di Milano) giungono in busta verde a domicilio. Si deve pagare entro 60 giorni: i due cointestatari sono obbligati in solido (articolo 201 del Codice della Strada).

Se c’è anche il taglio di punti della patente, occorre comunicare entro 30 giorni alle Forze dell’ordine il nome del guidatore al momento dell’infrazione, cui togliere punteggio. Altrimenti arriva a casa la multa supplementare di 291 euro (articolo 126-bis).

Cosa può salvare tutti: la multa tardiva, dopo 90 giorni. Pur non essendo vincolato a termini di legge in quanto costituisce atto autonomo rispetto alla violazione commessa, l’invito rivolto al proprietario del veicolo di comunicare i dati del conducente al momento della violazione per procedere alla decurtazione dei punti dalla patente è da escludersi quando la notifica della violazione iniziale avvenga tardivamente. Infatti, la tempestività della contestazione serve a porre il destinatario in condizione di difendersi, alla luce del fatto che i ricordi diventano evanescenti (Cassazione Civile, Sezione VI - 2, sentenza numero 7003 del 11/04/2016).

Si fa ricorso contro la multa? L’obbligo di comunicare i dati del conducente all’organo accertatore, permane anche in caso di presentazione di ricorso amministrativo o giurisdizionale avverso il verbale di accertamento della violazione che prevede la decurtazione del punteggio della patente, e deve essere adempiuto entro sessanta giorni dalla notifica del verbale di contestazione. L’illegittimità del verbale di contestazione notificato oltre i termini indicati non è automatica, ma deve essere dichiarata tale soltanto a seguito di ricorso proposto al Prefetto o al Giudice di pace.

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