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Decarbonizzazione del motore: come si fa, rischi, e perché conviene

La decarbonizzazione del motore è l’operazione di rimozione dei depositi e delle incrostazioni carboniose che si accumulano nel propulsore: specie su testata, valvole e nella camera di combustione.

Nessun difetto, ma una conseguenza della combustione della benzina o del gasolio. Si accentua se si usano carburanti contaminati e se la manutenzione ordinaria è carente. Tre risultati: peggioramento delle prestazioni del motore, maggiore consumo di carburante, aumento delle emissioni inquinanti. Ma arriva la decarbonizzazione del motore come salvezza, per allungarne la vita e migliorarne l’efficienza.

Una sorta di dieta detox, preziosa specie se in passato la macchina ha “bevuto” benzina o diesel sporchi e se il proprietario del mezzo non l’ha curato molto. Rivolgersi al meccanico di fiducia nel caso in cui si manifestino prestazioni ridotte, aumento del consumo di carburante o anomalie di funzionamento. Si ricordi che una decarbonizzazione può migliorare le prestazioni del veicolo e renderlo più appetibile per un potenziale acquirente.

Sommario

Decarbonizzazione del motore: no al fai-da-te, cosa fa il professionista

Il web pullula di prodotti magici per la decarbonizzazione del motore fai-da-te: meglio starne alla larga, perché si rischia di fare solo danni peggiorando la situazione. La procedura deve essere svolta da un professionista qualificato: il meccanico di fiducia oppure un autoriparatore specializzato o in officine specializzate proprio nella manutenzione straordinaria. Chi di dovere opererà in uno di questi tre modi.

  1. Pulizia chimica: con prodotti specifici aggiunti al serbatoio del carburante o applicati direttamente nei condotti di aspirazione. Obiettivo, la rimozione di depositi e incrostazioni. Una specie di “idraulico liquido” per propulsori. Solventi e detergenti che, circolando nel sistema, sciolgono gradualmente i depositi carboniosi. Non puliscono però in modo mirato componenti come le valvole o la camera di combustione.

  2. Pulizia meccanica: serve lo smontaggio dei componenti, ossia testate, valvole e collettori. Quindi, si impiegano strumenti specifici come spazzole, raschietti e strumenti a ultrasuoni.

  3. Pulizia con acqua ad alta pressione o vapore: si sgrassa il motore senza smontarlo. Così che crollino le probabilità di causare danni all’ambiente e al propulsore stesso.

  4. Pulizia con idrogeno: un generatore produce una miscela di idrogeno e ossigeno (ossidrogeno) che viene introdotta nel motore mediante il collettore di aspirazione. L’idrogeno reagisce con i depositi carboniosi ad alta temperatura, trasformandoli in gas che vengono espulsi attraverso lo scarico. Può pulire efficacemente la camera di combustione, le valvole, i pistoni, la turbina (nei motori turbo), il sistema di scarico, il FAP e la valvola EGR.

  5. Pulizia con schiuma attiva detergente: viene iniettata attraverso i condotti di aspirazione del motore. La schiuma si espande e avvolge i depositi carboniosi, sciogliendoli. Successivamente, il motore viene avviato e i residui vengono espulsi attraverso lo scarico.

Comunque, se il motore è davvero vecchio e sporco, anche un intervento professionale non garantisce la completa eliminazione di tutti i depositi, soprattutto se questi sono presenti da molto tempo e resistenti.

Il costo della decarbonizzazione del motore: qualche indicazione

Il prezzo della decarbonizzazione del motore varia in base a numerosi elementi, fra cui il tipo di macchina e la quantità di sporco presente.

  • Additivi chimici: 50 euro.

  • Pulizia meccanica: 300 - 2.000 euro.

  • Alta pressione: 100-500 euro.

  • Pulizia con idrogeno: 100 - 300 euro.

  • Pulizia con schiuma attiva: 100 - 200 euro.

Decarbonizzazione del motore, quando farla?

Ecco i numerosi fattori in gioco che determinano la periodicità della decarbonizzazione del motore.

  1. A parte che i motori a benzina tendono ad accumulare meno depositi di quelli a gasolio, comunque qualsiasi macchina utilizzata per brevi tragitti o in condizioni di traffico (frequenti frenate e accelerazioni) rischia di aver bisogno prima di un trattamento. Meno la vettura “respira”, maggiori i guai cui va incontro. La regola vale specie per mezzi che non siano minuscole citycar.

  2. Una manutenzione regolare a olio, filtri e candele previene i problemi: con prodotti di qualità e alle scadenze imposte dalla Case dell’auto. I depositi carboniosi, noti anche come incrostazioni o calamina, possono compromettere seriamente le funzionalità del motore.

Perché il motore si sporca

  1. Non tutto il carburante brucia completamente durante il ciclo del motore, lasciando residui carboniosi.

  2. L’olio lubrificante, sottoposto ad alte temperature e stress meccanici, può generare vapori. Questi entrano nella camera di combustione attraverso il sistema di ventilazione del basamento: qui, la formazione di depositi.

  3. Carburanti e oli di bassa qualità o non conformi alle specifiche del motore possono contenere impurità.

  4. Il motore non raggiunge la temperatura ottimale di esercizio, peggiorando l'efficienza della combustione e aumentando la formazione di depositi: spesso per tragitti brevi, col propulsore che resta freddo. Quasi come un cavallo che necessita di galoppare e al quale invece viene imposto di fare un giretto.

  5. L’usura di segmenti pistone e guide valvole può portare a un maggiore passaggio di olio nella camera di combustione, incrementando la formazione di depositi.

  6. Nei motori diesel, il sistema EGR (Exhaust Gas Recirculation) reintroduce una parte dei gas di scarico nella camera di combustione per ridurre le emissioni di ossidi di azoto (NOx). I gas contengono particolato carbonioso che può depositarsi nel sistema di aspirazione.

Depositi carboniosi: i guai per il motore

  1. I depositi sulle valvole di aspirazione e scarico possono ostacolare il corretto flusso dei gas, riducendo il riempimento dei cilindri e la capacità del motore di erogare potenza.

  2. I depositi alterano la turbolenza della miscela aria-carburante e la tenuta delle valvole: una combustione inefficiente porta a un maggiore consumo di carburante.

  3. I depositi possono compromettere il funzionamento del catalizzatore e del filtro antiparticolato (FAP nei motori diesel). Così, si hanno più emissioni di gas nocivi come monossido di carbonio (CO), idrocarburi incombusti (HC), ossidi di azoto (NOx) e particolato.

  4. I depositi nella camera di combustione possono ridurre il rapporto di compressione effettivo, rendendo più difficile l’avviamento del motore: specie a freddo, il propulsore “tossisce”.

  5. I depositi possono creare punti caldi nella camera di combustione, innescando una pre-accensione incontrollata della miscela aria-carburante: il battito in testa.

  6. Valvola EGR dei diesel a rischio: va ko il sistema di ricircolo dei gas di scarico.

  7. Intasamento del Filtro Antiparticolato (FAP) nei propulsori a gasolio: la sua sostituzione è costosa.

Cinque validi motivi per far eseguire la decarbonizzazione del motore

  1. Si ripristinano potenza e coppia (quasi) originarie del motore. Rimuovendo i depositi che ostacolano il flusso dei gas e compromettono la combustione, il motore può tornare a esprimere il suo pieno potenziale.

  2. Un motore pulito brucia il carburante in modo più efficiente: meno consumi a tutela di portafoglio e ambiente (si riducono le emissioni di sostanze nocive come monossido di carbonio, idrocarburi incombusti, ossidi di azoto e particolato).

  3. La rimozione dei depositi nella camera di combustione ripristina il corretto rapporto di compressione, facilitando l’avviamento del motore, soprattutto a basse temperature.

  4. Un veicolo con un motore ben mantenuto e decarbonizzato può risultare più attraente per un potenziale acquirente, aumentando il suo valore di rivendita.

  5. In caso di revisione obbligatoria periodica ministeriale, col motore è pulito le probabilità di essere promossi aumentano sensibilmente.

FAQ

È l’operazione di rimozione dei depositi e delle incrostazioni carboniose che si accumulano nel propulsore: specie su testata, valvole e nella camera di combustione.

Cinque tipi di pulizia: chimica con prodotti specifici aggiunti al serbatoio del carburante; meccanica con lo smontaggio dei componenti (testate, valvole e collettori); con acqua ad alta pressione o vapore; con idrogeno; con schiuma attiva detergente.

Perché si ripristinano potenza e coppia (quasi) originarie del propulsore, i consumi e le emissioni calano, un veicolo con un motore ben mantenuto può risultare più attraente per un potenziale acquirente, salgono le probabilità di promozione alla revisione obbligatoria periodica ministeriale.

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