
Recensione Audi R8: com’è fatta, pro e contro
Sì perché l’Audi R8, da qualche anno ormai non più in vendita se non come auto d’occasione, è stata una scommessa vinta dalla Casa dei quattro anelli. La Typ 42, infatti, si mostrò prima come concept car al Salone di Francoforte del 2003, supercar con motore centrale e trazione integrale quattro, nata per celebrare i successi dei primi anni 2000 alla 24 Ore di Le Mans.
Fu Martin Winterkorn, allora a capo di Audi, a spingere fortemente per introdurre una supercar capace di rivaleggiare con Ferrari e Porsche, e allo stesso tempo consolidare l’immagine di Audi come costruttore premium tecnologicamente all’avanguardia. Lo stesso nome R8 è un tributo diretto al prototipo vincitore della leggendaria maratona francese: l’Audi R8 LMP, che dal 2000 al 2005 dominò la scena con ben cinque vittorie assolute, segnando un’epoca.
L’idea era chiara: portare su strada l’esperienza vincente nelle corse di durata. La R8 arrivata sul mercato nel 2007 è stata anche la prima supercar a trazione integrale quattro con maggiore ripartizione della coppia al posteriore, un concetto allora rivoluzionario per una sportiva di questo livello. Nel corso degli anni, con aggiornamenti e restyling, si è affermata come simbolo di sportività accessibile fornendo tra l’altro da base alla nascita di un’altra supercar di razza come la Lamborghini Gallardo poi Huracan e diventando manifesto dell’avanguardia tecnologica della Casa dei quattro anelli.
La Audi R8 in 5 punti
- Motorizzazioni – V8 nei primi tre anni di commercializzazione con potenze sotto i 500 CV e poi, dal 2010, V10 aspirato da 5.2 litri in due livelli di potenza, da circa 520 CV degli esordi fino a 620 CV, disponibile con trazione posteriore (RWD) o integrale quattro.
- Design – Linee basse e tese, prese d’aria generose, sideblade laterali iconici, fari Matrix LED affilati sulla seconda generazione e proporzioni da pura supercar.
- Interni – Cockpit driver-oriented con Virtual Cockpit da 12,3 pollici, sedili sportivi rivestiti in pelle e Alcantara, finiture di altissimo livello.
- Tecnologia – Cambio automatico S tronic a doppia frizione, modalità di guida Audi Drive Select, freni carboceramici opzionali, assetto Audi magnetic ride con sospensioni adattive.
- Prezzi – Intorno ai 106.000 euro al lancio sul mercato, prezzo poi salito ben oltre i 200.000 euro negli ultimi anni di commercializzazione.
Com’è fuori
All’esterno, l’Audi R8 è una sintesi di eleganza e aggressività. Il design della prima generazione introdusse un elemento diventato iconico: i sideblade laterali, due grandi inserti che correvano lungo la fiancata e che oltre ad avere una funzione estetica convogliavano aria al motore posto dietro l’abitacolo. Con le evoluzioni successive, questo elemento è stato rivisitato e in parte ridimensionato, ma la filosofia di fondo è rimasta: linee tese, superfici muscolose e proporzioni tipiche delle supercar, con passo corto e carreggiate larghe.
L’anteriore è dominato dalla griglia single frame Audi, affiancata da fari Matrix LED, primi nel settore per tecnologia e stile, e prese d’aria generose che garantiscono il raffreddamento necessario al poderoso V10 con potenze che sono arrivate, nel tempo, a superare i 600 CV. Il profilo laterale è basso e filante, con un tetto arcuato che sfocia in una coda corta e larga, dove spiccano gli scarichi ovali e un diffusore generoso.
Il cofano motore trasparente, soprattutto nelle versioni più esclusive, mette in mostra il cuore pulsante della R8: il V10 aspirato. Anche le proporzioni parlano chiaro: meno di 1,3 metri di altezza, oltre 1,9 di larghezza e una lunghezza di circa 4,4 metri. La R8 si è affinata nel passaggio generazionale, risultando sempre meno estrema delle Ferrari contemporanee o delle Lamborghini con cui condivide parte della meccanica. Nel 2019 gli ultimi aggiornanamenti apportati l’hanno resa più aggressiva, senza mai esagerazioni.
Vediamo le dimensioni dell’Audi R8, che si sono mantenute stabili nel passaggio dalla prima alla seconda generazione. Vuoi per il posizionamento del motore centrale, la capacità del bagagliaio è veramente ridotta all’osso:
- Lunghezza: 4,44 metri
- Larghezza: 1,93 metri
- Altezza: 1,25 metri
- Passo: 2,65 metri
- Bagagliaio: 100 litri
Com’è dentro
L’abitacolo della R8 è stato concepito attorno al conducente, con un approccio minimalista ma altamente tecnologico. Il fulcro è l’Audi Virtual Cockpit, assente sulla prima serie che ancora puntava su quadranti analogici figli del loro tempo. Si è poi assistito all’arrivo di uno schermo da 12,3 pollici completamente digitale che sostituisce la strumentazione tradizionale e che integra tutte le funzioni di infotainment, navigazione e settaggi di guida.
Questa scelta ha permesso di eliminare il piccolo schermo centrale visto sulla prima generazione, conferendo all’interno un aspetto pulito e focalizzato sulla guida. I sedili sono sportivi e avvolgenti, rivestiti in pelle e Alcantara nelle versioni standard, con possibilità di personalizzazioni che includono cuciture a contrasto e finiture in carbonio.
La qualità dei materiali è tipica di Audi: impeccabile. Ogni dettaglio, dai comandi rotativi ai paddle in alluminio dietro al volante, trasmette solidità e precisione. L’abitacolo è compatto, com’è naturale in una supercar, ma ben studiato: l’ergonomia è eccellente, con una posizione di guida bassa, quasi da monoposto, che esalta il feedback con il volante. Detto del bagagliaio estremamente poco capiente, al pari di altre supercar chi compra questa tipologia di auto non cerca spazio per un trolley.
Come si guida la R8: il V10 aspirato
Il vero cuore della R8 non può che essere il suo motore: il V10 aspirato da 5,2 litri, un propulsore sempre più raro in un’epoca dominata da turbo e ibridi, con l’arrivo, ad esempio della prima Ferrari 488 GTB, contemporanea della R8, con il suo V8 sovralimentato. Le prime R8, fino al 2010, però, montano il 4.2 V8 con potenze non superiori a 430 CV, scatenando il dibattito tra gli appassionati, quelli più fortunati, che oggi possono chiedersi quale sia meglio comprare.
Il passaggio al 10 cilindri è partito con una potenza di 520 CV, con un aumento di cavalleria graduale che ha portato la potenza a salire fino a 620 CV nelle versione Performance con prestazioni di tutto rilievo: 0-100 km/h in circa 3,1 secondi e velocità massima oltre i 330 km/h. Il cambio S tronic a doppia frizione a 7 rapporti si è sempre dimostrato adatto alla R8, complice di un sistema di gestione della potenza che ha sempre privilegiato la trazione posteriore anche nelle versioni quattro.
Nel corso della sua carriera, la R8, come descritto, ha visto diverse evoluzioni: dalla prima V8 da 420 CV alle più recenti varianti V10 Plus e Performance, fino alle edizioni speciali come la R8 GT. Ciascuna ha mantenuto intatta la filosofia di base: offrire prestazioni elevate ma accessibili, con una guidabilità superiore alla media delle supercar. La trazione posteriore, introdotta in alcune versioni, ha regalato un carattere più puro e analogico, amato dagli appassionati. Alla guida sound protagonista ma anche un assetto a controllo elettronico, sterzo molto diretto e freni carboceramici per completare il pacchetto.
Gli ADAS e la sicurezza
Come ogni supercar, l’Audi R8 privilegia la dinamica di guida e le prestazioni, ma non dimentica la sicurezza. Non troviamo un pacchetto ADAS esteso come sulle berline Audi, ma sono presenti sistemi fondamentali come il controllo elettronico della stabilità, il monitoraggio della pressione pneumatici, i sensori di parcheggio, la telecamera posteriore e il cruise control. In alcune versioni più recenti sono disponibili anche l’assistente agli abbaglianti e l’avviso di uscita di corsia, ma l’approccio resta minimalista: l’esperienza di guida deve rimanere pura e coinvolgente.
Sul fronte sicurezza passiva, la scocca in alluminio e carbonio è stata progettata per garantire rigidità torsionale e assorbimento degli urti. Gli airbag multipli e la struttura Audi Space Frame proteggono gli occupanti in caso di incidente, mentre i sistemi elettronici lavorano per prevenire situazioni di rischio. Nell’uso prettamente pistaiolo, dove gli ADAS sono utili ma non devono svolgere le funzioni per le quali sono stati progettati nell’uso sulla strada, la versatilità della trazione integrale quattro e la potenza dei freni offrono un margine di sicurezza superiore a molte rivali a trazione posteriore.
Perché scegliere l’Audi R8 e perché no
La R8, oggi molto ambita sul mercato dell’occasioni, è una supercar unica nel suo genere: emozionante ma utilizzabile ogni giorno, con un motore aspirato che ormai appartiene a un’era che è già volta verso la sua naturale conclusione. Tra i motivi per sceglierla ci sono l’equilibrio tra prestazioni e comfort, la qualità costruttiva Audi e il fascino di una meccanica “old school” supportata da tecnologie moderne. È perfetta per chi vuole una supercar senza sacrificare la fruibilità quotidiana.
Tuttavia, ci sono anche motivi per non sceglierla. Rispetto a rivali come Porsche 911 Turbo S e Ferrari 458, 488 GTB e F8 Tributo, la R8 può apparire un gradino sotto ma basta pensare che il suo cuore tecnologico è stato lo stesso di una supercar di razza come la Gallardo e poi la Huracan per capire quanto questa affermazione, a seconda dei punti di vista, possa risultare erronea. Certo è che, specie a livello di cavalleria, c’è chi ha fatto meglio ma solo negli anni più recenti. Basti pensare ai motori ibridi delle supercar più moderne, in grado di superare di slancio i 700 CV. Tra le aspirate, però, oggi la R8 recita ancora un ruolo di primo piano ed è già stata consegnata alla storia come una tra le migliori supercar.
In definitiva, l’Audi R8 è una scelta di cuore e di razionalità insieme: l’ultima erede di un concetto di supercar che unisce prestazioni pure, design tedesco e usabilità quotidiana. Per chi cerca un’auto iconica ma accessibile nel mondo delle supercar, resta una delle migliori opzioni disponibili.