Audi ci arrivò per prima, l’A3 8L venne lanciata nel 1996. Seguì per l’appunto Mercedes-Benz, che lanciò la Classe A nel 1997. Infine BMW, che scelse una carrozzeria mai sperimentata prima in sostituzione alla Serie 3 Compact, prodotta dal 1994. Arrivando all’attualità, la Serie 1 F70 mantiene la stessa piattaforma della F40 che va a sostituire, la UKL2, ma si allunga e si allarga.
Inoltre la LCI (Life Cycle Impulse, un altro modo di chiamare il restyling secondo BMW) mantiene la trazione anteriore, versioni xDrive escluse, motivo per cui la F21 prodotta fino al 2018 è stata l’ultima a mantenere la trazione posteriore per la gioia dei puristi della guida. La Serie 1 si presenta con motori termici e ibridi, mantenendo il gasolio come punto di riferimento, anche in versione Mild Hybrid. La sportiva M135 xDrive, rivale dell’Audi S3 e della AMG 35, ha 300 CV e viene spinta dal 2.0 turbobenzina, accelerando da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi per 250 km/h di velocità massima. Attenzione, niente più i a indicare le motorizzazioni benzina, così da evitare equivoci con le BMW elettriche contraddistinte dalla stessa lettera.
Il suo stile sportivo viene confermato nel passaggio generazionale, con il lato B più sportiveggiante del lato A. Dentro i due schermi integrati seguono il nuovo corso delle plance BMW con il display curvo.
La BMW Serie 1 in 5 punti
- Motorizzazioni – Ora la gamma di motori offre opzioni sia a benzina sia Diesel, in entrambi i casi affiancati da versioni ibride (Mild Hybrid 48V). Il cambio è ora esclusivamente automatico, mentre la trazione può essere anteriore o integrale a seconda della motorizzazione.
- Design – La Serie 1 2025 introduce un look più moderno e affilato. Il frontale vede la griglia a doppio rene, mentre i fari ora sono più sottili, rialzati e contraddistinti da una firma luminosa diversa. Al posteriore si rinnova la firma a LED, mentre le varianti M Sport accentuano la sportività insita di questo modello. Belli la doppia coppia di scarichi della M135.
- Interni – La più grande rivisitazione non riguarda gli esterni quanto gli interni. Nuovo e rivoluzionario è il Curved Display, per un totale che supera i 20 pollici. Eliminati quasi totalmente i comandi fisici. I materiali sono più curati, con rivestimenti sostenibili disponibili già nei primi allestimenti. Inoltre, l’abitabilità è migliorata, offrendo più spazio a bordo e un bagagliaio più sfruttabile rispetto alla generazione precedente.
- Tecnologia – Il sistema infotainment si basa sull’ultima versione del BMW iDrive 9, dotato di aggiornamenti over-the-air, interfaccia più intuitiva, comandi vocali migliorati e integrazione wireless con Apple CarPlay e Android Auto. Bene la suite di ADAS.
- Prezzi – Prezzi a partire da 34.900 euro per la 116, turbo benzina 1.5 da 122 CV già con cambio automatico a 7 rapporti. Si arriva a 57.100 euro per la M135 xDrive, mentre le Diesel partono da 39.400 euro.
Com’è fuori
Più che un vero e proprio salto generazionale, è guardandola specialmente da fuori che si capisce di essere di fronte a un corposo restyling che ha interessato, come vedremo, l’abitacolo. Fuori, infatti, la Serie 1 F70 cambia tanto davanti con il nuovo muso che ha tentato di correggere i difetti della precedente Serie 1; ora il paraurti è più pronunciato, la parte che decresce verso il basso e che ingloba il logo BMW ha un andamento meno repentino e questo aiuta ad allungare il percepito. 4 centimetri in più non è un dato proprio da restyling, ma le proporzioni visive rimangono quelle. Il doppio rene che caratterizza le calandre, piene o chiuse, di tutte le ultime BMW, ora è più largo. Se dietro la firma luminosa è sempre studiata per allargare l’impronta su strada, grazie al suo sviluppo in larghezza, davanti i gruppi ottici sono più sottili e parallelamente allungati. I punti di luce sono ora quattro.
Un dettaglio che può incuriosire è riservato al badge che individua la motorizzazione. Si trova sul posteriore e, riprendendo lo stilema della Serie 5, il primo numero nonchè sigla del modello è più grande rispetto alle altre due cifre. Niente scarichi a vista, M135 a parte, per le altre Serie 1.
Vediamo, nel dettaglio, le dimensioni della BMW Serie 1, nonché la più piccola BMW oggi in vendita con i suoi 4,36 metri di lunghezza. Pensate che tra la F40 (2019) e la F70 (2024) ballano 4 centimetri. Curiosamente, la prima BMW Serie 1 E87 del 2004 è lunga 4,24 metri. In vent’anni, la lunghezza della segmento C bavarese è cresciuta di 12 centimetri.
- Lunghezza: 4,36 metri
- Larghezza: 1,80 metri
- Altezza: 1,46 metri
- Passo: 2,67 metri
- Bagagliaio: 380-1.200 litri (120, 120d e 123: 300-1.135 litri)
Com’è dentro
Gli interni della BMW Serie 1 2025 segnano la maggior differenza con la vettura lanciata nel 2019, che come lei si è già improntata alla marcata digitalizzazione seguendo i trend del mercato. La posizione di guida, prima ancora degli schermi, è la prima a cambiare: ora è più alta, molto diversa da quella delle Serie 1 RWD la cui produzione è stata sospesa nel 2018. Il vantaggio è maggior spazio per la seconda fila, quasi a sottolineare che la nuova hatchback bavarese si rivolge anche alle famiglie, avendo aumentato la vivibilità interna. I sedili M, belli alla vista, tolgono un poco di spazio per le ginocchia. Anche la visibilità è cambiata, ed essendo i finestrini ridotti di superficie sembra quasi obbligata l’adozione della telecamera a 360° utile per le manovre.
Il bagagliaio varia tra 300 e 380 litri in base alla motorizzazione, con le ibride che perdono in abitabilità. Dalla BMW X1 e dalla Serie 2 Active Tourer derivano anche i due schermi confluiti nello stesso “__Curved Display__”. La corona del volante è molto spessa ma non toglie visibilità al quadro strumenti, sempre integrato nel grosso display. Niente più comando a rotella dell’iDrive che ha reso molto più fruibili i sistemi di infotainment delle BMW più o meno recenti. OS9 per BMW significa ultima generazione dell’operativo, ma tante icone, piccole e confuse, non aiutano nell’utilizzo quotidiano dello schermo centrale. Molto fluido e veloce, d’altro canto, il sistema.
Come si guida la BMW Serie 1: quattro motori, per i più sportivi c’è la M135
La BMW Serie 1 propone, come anticipato, fino a quattro motorizzazioni individuate da sigle diverse. Per quanto riguarda i motori termici, senza componente ibrida seppur leggera con il modulo a 48V. Niente ibrido plug-in, come invece viene proposto sulle concorrenti storiche, la Mercedes-Benz Classe A e l’Audi A3.
Il cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti è sempre di serie, cosicché la gamma vede l’entry level “116” aprire le danze con il 1.5 tre cilindri turbo da 122 CV, motore che bada più al sodo che alle velleità sportive. Subito affiancato dal 120, la versione Mild Hybrid che grazie al motore elettrico aggiuntivo raggiunge i 170 CV. La 123 xDrive è a sua volta la proposta BMW elettrificata con il 2.0, al posto del 1.5, con i suoi 218 CV. I cilindri, infatti, da tre salgono a quattro. Tutto un altro discorso la M135: non è una vera e propria M, ma la base è sempre il 2.0 turbo portato alla considerevole potenza di 300 CV: qui non cambia solo la potenza perché assetto, freni e trazione (integrale) sono dedicati.
Tra le Diesel due opzioni: la 118 non è ibrida e propone il 2.0 da 150 CV annoverato di consumi che possono avvicinarsi ai 22 km/l. Poderosa la coppia di 360 Nm. La 120d aggiunge solo 13 CV grazie al modulo ibrido, dove quest’ultimo aiuta a contenere ulteriormente i consumi. Niente trazione integrale per le motorizzazioni Diesel. La Serie 1 non perde la sua tradizionale sportività ma, crescendo di dimensioni e diventando più matura, ha perso quel tocco di magia che caratterizzava le precedenti generazioni. Certo, la perdita della trazione posteriore è stato il preambolo di questa rivoluzione, ora portata a compimento con una vettura che è diventata meno emozionale ma non per questo meno convincente. Due pubblici diversi, sempre considerando che i gusti del pubblico virano sempre più spesso verso vetture più simil crossover e SUV.
Gli ADAS e la sicurezza
Nell’analizzare il listino ufficiale, e quindi la dotazione di sistemi di sicurezza, appare chiaro fin da subito che nonostante sia tedesca, tra poco capirete il perché di questa affermazione, la Serie 1 si conferma attenta ai temi della sicurezza attiva per proteggere chi sta a bordo. Sempre di serie alcuni ADAS quali:
- Monitoraggio attenzione conducente
- Performance Control
- Agganci ISOFIX sedile anteriore
- Driving Assistant
- Active Guard
- Crash Sensor
In optional il Driving Assistant che previene il cambio di corsia involontario, il supporto automatico dei freni in caso di rilevamento ostacoli, avviso dei veicoli che seguono attraverso segnali luminosi. Fa ancora meglio il Driving Assistant Professional: quest’ultimo, una volta inserito l’indicatore di direzione, può assistere il guidatore sia nell’immissione in autostrada sia nella gestione della marcia, sapendo mantenere la distanza dal veicolo che precede e il mantenimento al centro della corsia della vettura.
Non meno importanti quelle dotazioni rese obbligatorie dalla legge a partire dall’estate 2024: avviso superamento limiti di velocità (disattivabile), frenata automatica d’emergenza, sistema di mantenimento attivo della corsia, rilevamento pedoni e ostacoli anche in retromarcia e cruise adattivo. Quest’ultimo è ben tarato per non frenare bruscamente e per far decrescere la velocità gradualmente se viene rilevato un veicolo in corsia.
Perché scegliere la BMW Serie 1 e perché no
Scegliere la BMW Serie 1 significa in buona sostanza puntare su una compatta premium che si è rinnovata, senza stravolgersi, rispetto alla terza generazione lanciata nel 2019. Il fulcro sono sempre, ma non come in passato, le prestazioni. Rimane la M135 xDrive, sportiva divertente anche se filtrata, ma l’occhio si è spostato verso l’efficienza e verso un assetto più confortevole. L’estetica parla di un muso più aggressivo, meno tozzo rispetto a quello della F40 che è stata la prima Serie 1 a rinunciare per sempre alla trazione posteriore. Sotto il cofano le motorizzazioni sono pensate per accontentare un pubblico ampio: la 116, pur partendo da una cifra importante ma in linea con le altre compatte premium (34.900 euro) monta un turbo benzina tre cilindri da 122 CV, quasi a tenere il filo diretto con auto della concorrenza generalista, come Ford Focus e Peugeot 308, pienamente generaliste.
Bene la presenza dei Mild Hybrid che fanno crescere la cavalleria e, allo stesso tempo, migliorano l’efficienza. All’interno anche le nuove generazioni, questa è un’auto pensata per un pubblico molto meno maturo rispetto alla media del brand tedesco, il Curved Display cattura tutti gli sguardi provocando, al contempo, la perdita della funzionale rotella del sistema iDrive che ha reso popolari le precedenti Serie 1 sia tanti tasti fisici che, tutto sommato, fanno sempre al caso.
Pregi e difetti, in parte già evidenziati. I prezzi non sono proprio alla portata di tutti, e la lista optional è piuttosto lunga e capace di alzare il conto finale, come sempre capita con un brand tedesco. La perdita della trazione posteriore ha sicuramente allontanato il pubblico più sportivo, rimasto senza un vero riferimento in questo segmento. In BMW hanno scelto di puntare su uno stile e una guidabilità più maturi, da segmento C che ha compiuto nel 2024 i suoi primi vent’anni di vita.