A distanza dal suo debutto, migliaia di giovani a partire dai 14 anni e meno giovani si sono fatti conquistare innanzitutto dal suo prezzo competitivo, dal suo spirito allegro e dalla versatilità d’utilizzo, ovviamente confinato alla città. Sì perché la AMI va oltre il concetto di minicar dal prezzo competitivo, essendo innanzitutto molto riconoscibile, avendo tutta una serie di accessori che migliorano la vita nel piccolo abitacolo ed essendo elettrica, quindi a suo pieno agio nei centri cittadini dove le ZTL imporrebbero limiti molto severi alle microcar dotate di motorizzazioni tradizionali.
Nell’ottobre 2024 Citroen ha presentato il restyling mentre nel 2025 è arrivata sul mercato, con un prezzo sempre molto competitivo. Dove cambia? Innanzitutto nella firma luminosa, forse un po’ anonima sulla precedente generazione. Le forme si fanno più geometriche, tanto che ora troviamo il nuovo logo del Double Chevron, in bella evidenza grazie al colore a contrasto, su una superficie inclinata. Dietro l’auto rimane simmetrica rispetto al frontale, mentre i cerchi ricevono una bella rinfrescata con motivi che riprendono il colore principale di altri dettagli. Interessante anche la versione Buggy, la AMI senza portiere con ulteriori personalizzazioni in optional tra cui gancio per borsa colorato, tappetini con bordo giallo e la simpatica statuetta Andy da esibire nell’abitacolo.
Non cambia sottopelle la nuova AMI: il motore, per motivi omologativi, non può avere più di 6 kW (ca. 8 CV) e, soprattutto, non può superare i 45 km/h-. La sua batteria si ricarica in circa 3 ore estraendo il cavo da un vano apposito riposto sul lato passeggero.
La Citroen AMI in 5 punti
- Motorizzazioni – Pensata e studiata per la mobilità urbana, come anticipato non può superare i 45 km/h e la sua batteria da 5,5 kWh le garantisce fino a 75 km con un pieno di energia. Per guidarla serve il patentino AM, già a partire dai 14 anni.
- Design – Il design esterno riceve un aggiornamento ma non vede un cambiamento nelle dimensioni (la lunghezza è sempre di 2,41 metri). Elementi estetici come le scanalature laterali si ispirano all’iconica 2CV, mentre i nuovi copricerchi a scacchiera colorati aggiungono un tocco di allegria.
- Interni – All'interno, la nuova AMI non cambia molto, puntando sempre sull’essenzialità. Non c’è l’aria condizionata e il volante non ha il servosterzo. D’altro canto ci sono ganci per le borse e vani portaoggetti.
- Tecnologia – Niente ADAS, la legge non li prevede vista l’obbligatorietà di non superare i 45 km/h. Non ci sono schermi, quindi navigatori, ma un supporto per lo smartphone con presa USB di ricarica per usare le app di navigazione.
- Prezzi – Sempre molto competitivi anche nei confronti di altre microcar. Si parte da 7.990 euro, 400 euro le colorazioni in optional (Spicy/Icy/Minty). L’AMI Buggy parte da 9.590 euro.
Com’è fuori
Prima di tutto, anche la nuova Citroen AMI mantiene uno dei suoi tratti più caratteristici, ossia la firma “quasi” simmetrica di coda e muso, sia per semplificare i processi produttivi, e quindi tenere i prezzi contenuti, sia per dargli un’identità ben precisa. Uguali anche le portiere, che si aprono in modo asimmetrico (quella del guidatore controvento, quella del passeggero normalmente).
Un design che bada sì al sodo, vista la necessità di contenere i costi riducendo il numero degli stampi, ma con diverse novità proposte in questo passaggio generazionale tra cui alcuni omaggi alla 2CV, la Citroen più iconica di sempre, tra cui la finta griglia che, lato guidatore, si trova dietro la portiera, lato passeggero davanti. La cornice nera inquadra sia i gruppi ottici anteriori sia i posteriori, che rimangono alogeni e senza LED sempre nell’ottica di contenimento del budget. Anche il colore della carrozzeria, in plastica, non è più grigio, ma color sabbia. Infine i cerchi, che sono dei copricerchi sopra la lamiera d’acciaio, hanno dei motivi in tinta a seconda del colore delle personalizzazioni: uno degli aspetti meglio riusciti di questo restyling.
Vediamo le dimensioni della Citroen AMI, piccola ma molto spaziosa all’interno grazie agli sbalzi estremamente ridotti. I posti sono solo due, con sedili separati, mentre borse e un trolley si possono stivare in un vano apposito limitato da una retina:
- Lunghezza: 2,41 metri
- Larghezza: 1,39 metri
- Altezza: 1,52 metri
Com’è dentro
Pochi cambiamenti nell’essenziale abitacolo della Citroen AMI. Il piccolo volante, senza servosterzo e senza alcun tasto, non è regolabile in altezza e profondità, mentre sul piantone è installato il piccolo schermo da 3,9 pollici che indica autonomia, modalità di marcia inserita e capacità residua della batteria. A destra, quindi al centro, una plancetta strategica come piattaforma di supporto per il telefono, tanto che un piccolo foro permette al cavo di collegarsi da sotto partendo dalla presa USB (rimasta di tipo A, peccato per non averla cambiata in tipo C).
Finisce tutto qui, a meno di scegliere gli accessori portaoggetti che si possono riporre appena dietro il parabrezza. Non ci sono cassettini, semmai una retina sulla sottile portiera che si apre, su entrambi i lati, grazie a una cinghia colorata; sempre parlando di porte e portiere, niente chiusura centralizzata: con una chiave piuttosto spartana si apre prima una poi l’altra, o dall’interno chi sale per prima deve tirare la cinghia per agevolare l’accesso del secondo. Ampia la possibilità di personalizzazione, con tanti accessori ma anche tre colori che riprendono gli stili degli esterni. Sicuramente un abitacolo spartano, con due sedili disassati (si sposta avanti e indietro solo quello del guidatore), ma che fa guadagnare peso strategico e, giusto per rincarare la dose, risparmiare. I vetri non si aprono se non nella loro porzione inferiore, rendendo molto caldo l’abitacolo d’estate visto che non esiste un vero e proprio impianto di climatizzazione. Infine il bagaglio, un piccolo trolley o un grosso zaino, può stare comodamente davanti alle gambe del passeggero. Niente bagagliaio.
Come si guida la Citroen AMI: può circolare solo in città, che effetti ha il contenimento dei costi?
Guidare la Citroen AMI significa prima di tutto cambiare completamente prospettiva rispetto a un’automobile. Per chi è abituato a valutare un’auto partendo da prestazioni, sound del motore o dinamica di guida, con l’AMI bisogna azzerare tutto e ricominciare da capo. È un quadriciclo leggero, non un’auto, quindi non va giudicato partendo dai canoni cui siamo abituati.
In primis la potenza: 6 kW, all’incirca 8 CV, non permettono né scatti brucianti o riprese da calcio nella schiena, anzi. Tutto ok per salire rampe dei garage o superare dossi, ma raggiunti i 45 km/h la AMI plafona e questo può diventare un problema se vi trovate la coda di vetture. Il segreto? Spostarsi sulla destra, senza sentirsi d’intralcio: l’auto è talmente stretta che chi segue non avrà difficoltà a sorpassarvi.
Con 471 kg, batterie comprese, la AMI si muove comunque bene per quello che è il suo scopo. Vero è che, nelle situazioni dove se la cava meglio, quindi code, traffico, parcheggi, sia il peso ridotto sia le dimensioni diventano vantaggi non da poco. Infine l’autonomia: impossibile escludere questo fattore parlando di un’auto mossa da un motore elettrico. Qui 75 km dichiara il costruttore e 75 km fa la macchina, grazie al poco brio e alla velocità massima limitata. In altre parole, caricando (solo) da una presa domestica con pochi euro, l’auto può marciare per una settimana prima della successiva ricarica. Il segreto sta nel peso, ma facendo due calcoli davvero può essere la soluzione giusta per chi si muove tanto in città.
Infine, un piccolo appunto sulla gestione dell’AMI in caso di maltempo: la ventola per sbrinare il parabrezza è piuttosto rumorosa e non serve i vetri laterali, quindi meglio avere sempre a portata di mano un panno. D’estate, invece, diventa un problema non indifferente l’assenza dell’aria condizionata che è invece proposta su altri, più costosi, modelli di microcar.
Gli ADAS e la sicurezza
Se per le auto siamo abituati a sentire parlare di monitoraggio dell’angolo cieco, frenata d’emergenza e monitoraggio della stanchezza, con l’AMI siamo su un altro pianeta. Essendo un quadriciclo leggero, la microcar francese rientra in una specifica categoria (L6e) regolata da norme specifiche, tra cui la velocità massima limitata a 45 km/h, il peso (senza batteria) contenuto entro i 425 kg e la possibilità di essere guidata a partire dai 14 anni di età dopo il conseguimento del patentino AM. Tuttavia, proprio per la loro classificazione, questi veicoli non sono obbligati a rispettare gli stessi standard di sicurezza attiva e passiva delle automobili.
Qui non ci sono ADAS: non c’è nè la frenata automatica che si attiva se vengono riconosciuti ostacoli come pedoni e ciclisti, nè il mantenimento di corsia e men che meno il cruise control adattivo. Niente di niente. Anche dal punto di vista della sicurezza passiva mancano airbag, manca l’ESP, manca l’ABS e la struttura è essenziale: l’unica protezione, indispensabile per l’omologazione, è un telaio tubolare. Pensandola in mezzo ad auto sempre più grosse, questa è ormai la tendenza, un genitore che pensa all’AMI per il proprio figlio adolescente potrebbe presto ricredersi.
In realtà, bisogna vedere il problema da un altro punto di vista: essendo la velocità limitata, l’auto leggera e molto maneggevole, tutto va tarato diversamente. Inutile il paragone con un’auto: l’AMI rientra nel concetto di mobilità urbana in un contesto dove gli altri veicoli sono o dovrebbero essere monopattini e biciclette. Sappiamo tutti che la realtà, però, non è così.
Perché scegliere la Citroen AMI e perché no
La Citroen AMI ha riportato d’attualità ormai qualche anno fa il concetto di minicar. Sicuramente, specie visto il costo contenuto, rappresenta una soluzione innovativa per chi non si muove oltre la città, non ha bisogno di caricare carichi pesanti e ha a disposizione una semplice presa a muro per ricaricarla. In aggiunta, può essere guidata già a partire dai 14 anni a patto di conseguire il patentino AM, diventando serie alternativa agli scooter oggettivamente più pericolosi. A questo si aggiungono costi di mantenimento pari quasi a zero, ottimi piani di finanziamento/noleggio con rate esigue e tanta semplicità che si traduce, o almeno dovrebbe, in pochi problemi.
Punti deboli? Sempre considerando che non è un’auto, non sono pochi. Mancano gli airbag, l’ABS, il controllo di trazione e ogni altro sistema di sicurezza attiva o passiva tipico delle vetture. Anche qui, però, se la si inquadra come l’alternativa a uno scooter utilizzabile anche quando piove il confronto non regge. Non esiste un vero impianto di climatizzazione e il comfort è molto spartano. L’AMI è un mezzo pensato per un uso molto specifico: se ci si allontana da quel contesto, iniziano i limiti. Il suo grande pro è il prezzo, impareggiabile anche nel confronto con altri mezzi di questa categoria.