Tra le due ballano due segmenti, la Panda/Pandina è saldamente legata alla tradizione delle citycar, con lunghezza ben sotto i 4 metri, mentre la Grande Panda prodotta in Serbia è lunga 4 metri e segna il passato al segmento B. 14 anni dopo il lancio, era il Salone di Francoforte 2011, siamo ancora qui a parlarne.
Un’auto che ha dominato le vendite per più di un decennio, tanto da essere diventato quasi sinonimo di auto italiana, quasi tutti l’abbiamo guidata almeno una volta o ne abbiamo avuta una in famiglia.Un’auto logica, conveniente, pratica. Negli anni non si è evoluto tanto lo stile firmato Roberto Giolito quanto i motori, che dal 2020 è rappresentato dal 1.0 Hybrid, mentre dentro lo stile ha incontrato la funzionalità grazie all’arrivo, obbligatorio per legge, di nuovi ADAS. Il nome della versione di punta, ora chiamata simpaticamente Pandina, sottolinea il salto di qualità.
Con queste novità, la Panda e la Pandina prodotte a Pomigliano d’Arco sembra pronta a rimanere sul mercato ancora per diversi anni. Fedele a sé stessa o innovatrice? Per capire i suoi pregi e i suoi difetti, non resta che mettersi al volante della Pandina nella sua massima evoluzione cercando di capire, anche seduti in abitacolo, perché questo progetto è ancora vincente.
FIAT Panda in 5 punti
- Design, dal 2011 poche modifiche. La Pandina è simpatica: Linee riconoscibili e un look fresco nonostante i 13 anni di carriera, con dettagli esclusivi per la versione Pandina, come le calotte specchietti gialle e la verniciatura bicolore.
- Motorizzazione unica: Sotto il cofano solo il 1.0 FireFly Hybrid Mild da 70 CV, abbinato a un cambio manuale a 6 marce e trazione anteriore.
- ADAS: Novità con l’arrivo di Pandina, ove alcuni sistemi sono diventati obbligatori per legge. Tra gli altri la frenata automatica, il mantenimento di corsia e il Cruise Control di serie rendono la Pandina più sicura che mai.
- Interni che badano al sodo: Nuovo volante, quadro strumenti digitale da 7 pollici e infotainment con Apple CarPlay e Android Auto, ma anche qualche soluzione “datata”.
- Gamma e prezzi, si arriva a 20.000 euro: Due versioni, Panda base da 15.500 euro e Pandina top di gamma da 18.900 euro, con optional che possono spingere il prezzo vicino ai 20.000 euro.
Com’è fatta fuori
La protagonista delle vendite in Italia, quella che è effettivamente la reginetta del mercato italiano, ha mantenuto negli anni intatto il carattere che ha reso iconica la terza generazione della Panda.
Il design firmato da Roberto Giolito, resta immediatamente riconoscibile, un mix di semplicità e simpatia che resiste al passare del tempo. La versione Pandina introduce alcuni tocchi distintivi: dettagli di spessore come le protezioni sottoscocca verniciate in bianco, loghi dedicati e i simpatici panda che hanno dato il nome a questo modello così importante per la storia dell’auto italiana, e non solo, stilizzati sui copricerchi. La verniciatura bicolore che vedete in queste foto, Bianco Gelato e Nero Pastello, è un optional da 900 euro che aggiunge personalità, così come le calotte gialle degli specchietti, comprese nel Pack Cross.
Sul lato B, ritroviamo la classica impostazione verticale dei fari, aggiornati nel tempo ma fedeli alla tradizione. Nel complesso, la Pandina trasmette un’aria di auto solida e affidabile, senza fronzoli, ma con quel tocco di simpatia che l’ha sempre distinta nel segmento.
Com’è dentro
Salendo a bordo, l’impressione è quella di un abitacolo familiare e accogliente ma decisamente rinfrescato. Il layout resta fedele al progetto originario che riporta alla memoria a quasi 15 anni fa, con la leva del cambio rialzata, la grande tasca portaoggetti e la plancia caratterizzata da inserti colorati, anche se oggi solo in bianco. I materiali sono economici ma ben assemblati, con una finitura originale che ripete il nome “Panda” sulla plastica della plancia.
La versione Pandina porta aggiornamenti significativi che “giustificano” l’aumento di prezzo: sedili con cuciture e loghi dedicati, nuovo volante dal design più moderno e un quadro strumenti digitale da 7 pollici’ mutuato dalla 500 elettrica, chiaro e leggibile. L’infotainment da 7 pollici che sovrasta la plancia, ma non è sbalzo, supporta Apple CarPlay e Android Auto, anche se oggettivamente l’interfaccia non è la più moderna del gruppo Stellantis e l’ergonomia, con la presa USB centrale, non convince. Spazio e praticità restano i punti forti: posizione di guida alta, buona visibilità e un bagagliaio da 225 litri che la colloca ai vertici del segmento.
Alla guida della FIAT Panda: guida solida, consumi e autonomia molto buoni
Su strada, la Pandina mantiene l’anima della Panda: facile, leggera e intuitiva. Il 1.0 FireFly da 70 CV con tecnologia Mild Hybrid non vuole farsi carico di trasmettere emozioni da auto sportiva, siamo molto lontani da questo concetto, ma si dimostra brillante il giusto per la città, dove sfrutta bene il peso contenuto e la rapportatura corta delle prime marce. In extraurbano e autostrada invita a una guida rilassata: raggiunge i 130 km/h senza difficoltà, ma per sorpassare serve scalare.
Il comfort è uno dei suoi punti di forza: sospensioni molto morbide, ottimo assorbimento delle buche e grande agilità nelle manovre. La posizione di guida turistica e il volante regolabile solo in altezza restano i suoi limiti a cui FIAT non ha posto rimedio, senza un vero motivo, così come la corsa lunga della frizione non aiuta. In curva meglio non esagerare con l’andatura: il rollio è un suo grosso limite e lo sterzo non comunica molto cosa succede sotto le ruote.
I consumi, infine, sono un grande alleato, complice il peso: in città si superano i 15 km/l anche nel traffico, fuori città si sfiorano i 25 km/l e, con una guida attenta, si possono raggiungere percorrenze record di 30 km/l. Consumi da Full Hybrid, una su tutte la Toyota Yaris.
Gli ADAS e la sicurezza
La Pandina 2025 segna un passo avanti importante in termini di sicurezza. Di serie troviamo la frenata automatica d’emergenza, il mantenitore attivo di corsia e il Cruise Control, che resta attivo anche durante i cambi di marcia. Questi sistemi, pur non essendo avanzatissimi come quelli di modelli più recenti, contribuiscono a rendere la guida più sicura e rilassata, soprattutto nei tragitti extraurbani e autostradali.
Manca però qualcosa: il volante, come anticipato, non è regolabile in profondità, i vetri posteriori sono manuali e l’assenza della retrocamera sono limitazioni che pesano in un’auto dal prezzo vicino ai 20.000 euro. Anche l’insonorizzazione potrebbe essere migliorata: oltre i 110 km/h i fruscii aerodinamici e il rumore di rotolamento degli pneumatici diventano evidenti, e l’impianto audio con sole casse anteriori non aiuta a mascherarli.
Perché scegliere la Panda e perché no
Non è sicuramente un caso che, anche nel 2024, FIAT Panda si sia nuovamente confermata la n.1 del mercato italiano. Sicuramente c’è una sorta di affezione che la rende una delle prime scelte per chi vuole spendere il giusto, non ha necessità di muoversi troppo fuori città e trova nella Panda una fedele alleata da ormai molti anni. L’eco del suo successo è anche il primo motivo di scelta, ma non finisce qui. Le vanno riconosciuti grande agilità in città, grazie allo sterzo leggero e alla buona visibilità data dalla seduta alta, i consumi sono contenuti e l’affidabilità meccanica è comprovata dai numeri. Anche in parcheggio è facile manovrare e si può viaggiare in 4, o abbattere le sedute posteriori per caricare borse e piccoli trolley, senza problemi.
D’altro canto, il suo prezzo si è alzato tanto negli ultimi anni, specie dopo la pandemia. Vero che sono arrivati nuovi ADAS, vero che dentro ora l’infotainment è stato aggiornato per ospitare Apple CarPlay e Android Auto, ma questo aumento di prezzo, si sfiorano i 20.000 euro al pari di modelli lanciati molto più di recente, appare ingiustificato. Fuori città, inoltre, la Panda mostra tutti i suoi limiti, specie in curva quando la velocità aumenta. In autostrada, invece, aver badato alla concretezza non fa rima con insonorizzazione curata. Facendo due calcoli, ci sono concorrenti a prezzi simili che si posizionano meglio sotto questi, e altri, punti di vista.