Recensione Mini Cooper: com’è fatta, pro e contro

La Mini Cooper è uno dei modelli più longevi del panorama automobilistico. Nata nel 1959 dalla matita di Alec Issigonis come simbolo di praticità e stile britannico, è diventata nel tempo un’icona pop capace di reinventarsi a ogni generazione senza perdere la sua personalità.

Nel 2024 la rivoluzione, con il nome Cooper che ora accomuna tutte le Mini, dalla Cabrio, alla 3 porte, alla 3 porte concludendo con la 5 porte che aggiunge un poco di spazio per la seconda fila e nel bagagliaio ma senza esagerare. Auto che segnano ancora una volta uno stretto legame con la tradizione di questo modello e che vedono, tra le altre cose, la presenza dei fari circolari e degli sbalzi particolarmente ridotti. Il tutto, ovviamente, arricchito da tecnologie moderne e motorizzazioni diversificate.

In base…alle consonanti, però, cambiano potenze e prestazioni, dalla C alla JCW, o John Cooper Works, la differenza è quasi di 100 CV. Differenziare, senza ricorrere all’ibrido, permette a questo modello ora “unificato” di rimanere competitivo sia a livello europeo sia a livello globale, così da attirare un pubblico trasversale che va dagli appassionati delle compatte sportive e divertenti da guidare a quelli che mirano più all’estetica.

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La Mini Cooper in 5 punti

  • Motorizzazioni – Lato termico, motori benzina 3 e 4 cilindri turbo, con potenze da 156 a 231 CV. Lato elettrico, si va fino a 258 CV e le autonomie non si spingono oltre i 400 km.
  • Design – Evoluzione dello stile iconico Mini e della R50 lanciata nel 2001, con fari tondi a, tetto flottante e ampie possibilità di personalizzazione. La 5 porte snatura il design originale a vantaggio dello spazio interno
  • Interni – Plancia minimalista che rinuncia al quadro strumenti. Tutte le informazioni sono raggruppate sul grande display centrale rotondo OLED; materiali di qualità ma non mancano plastiche rigide.
  • Tecnologia – Sistemi di assistenza alla guida avanzati, infotainment connesso, compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto rendono la nuova Mini Cooper la più tecnologica di sempre.
  • Prezzi – Molto variegati. Si va dai 28.900 euro della Cooper 3 porte C ai 43.900 euro della Cabrio JCW. L’elettrica ha prezzi in linea con quelli della 5 porte termica.

Com’è fuori

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Esternamente, la Mini Cooper resta fedele ai canoni estetici del modello che ha riportato d’attualità questo modello ormai un quarto di secolo fa. Sono diversi, però, i dettagli più moderni che contribuiscono anche all’efficienza aerodinamica.

Il frontale di termica ed elettrica è davvero molto simile: sono identici i fari a LED, contraddistinti dalla nuova firma luminosa, mentre la calandra è davvero simile a tutte le motorizzazioni, dove solitamente aiuta a distinguere un’auto termica da un’auto elettrica. In tutti i casi, la mascherina è più pulita e uniforme, assolutamente in linea con il minimalismo del brand. Le proporzioni non potevano non rimanere compatte, già la Countryman è andata ben oltre quello che era il senso di un SUV compatto visto che la nuova generazione è lunga 4,44 metri.

I passaruota ben marcati, ma assenti sull’elettrica, e il tetto “flottante” disponibile in varie colorazioni a contrasto sono altri tratti caratteristici. Sul lato B via i fari verticali per fare spazio ai nuovi fari, più piccoli, di forma triangolare, e con la possibilità di formare varie firme luminose tra quelle disponibili dallo schermo centrale. Nella progettazione estetica della nuova Mini Cooper, si ha la sensazione che sia stata l’elettrica a influenzare il design delle termiche, e non il contrario. L’assenza degli scarichi a vista sulla termica, questo lo testimonia, è un colpo basso per i veri appassionati.

Ecco le dimensioni della compatta inglese con le varie differenze tra versione 3 porte, 5 porte ed elettrica:

  • Lunghezza: 3,88 metri (5 porte: 4,04 metri, elettrica: 3,86 metri)
  • Larghezza: 1,74 metri
  • Altezza: 1,43 metri (5 porte, elettrica: 1,46 metri)
  • Passo: 2,49 metri (5 porte: 2,56 metri ; elettrica: 2,52 metri)
  • Bagagliaio: 210-725 litri (5 porte:275-925 litri ; elettrica: 210-800 litri)

Com’è dentro

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Salendo a bordo della Mini Cooper, elettrica o termica, regnano tre cose: il minimalismo, alcuni richiami storici come il volante a due razze e, forse la più importante, il nuovo display centrale rotondo OLED con i suoi 24 centimetri di diametro, dal quale passa la quasi totalità del controllo delle funzioni delle vetture. La plancia è molto spoglia e, in base all’allestimento, guadagna scenografiche luci a LED nonché rivestimenti in tessuto. Purtroppo predominano plastiche piuttosto rigide al tatto, magari non direttamente visibili alla vista ma presenti su pannelli porta, tunnel centrale e plancia nella parte bassa. La qualità degli assemblaggi è invece positiva, ma il mix che ne deriva non convince a pieno visto che la Mini Cooper è una piccola auto ma è anche premium.

Venendo al display centrale, è da qui che si gestiscono navigazione, media, climatizzazione e impostazioni del veicolo, con un’interfaccia intuitiva ma con tanti comandi che possono confondere. Non c’è il quadro strumenti, presente sulla terza generazione, sostituito (ma non di serie) dall’Head-Up Display. L’operativo che gestisce l’infotainment non è un derivato di BMW come accadeva in precedenza ma è un sistema sviluppato ad hoc: si chiama Mini Operating System 9. Altro plus il clima automatico bizona.

Parlando di spazio, se le 3 porte (termiche, cabrio ed elettrica) limitano ulteriormente l’accesso a una già striminzita seconda fila, le cose migliorano anche se le portiere posteriori sono piuttosto piccole. Come evidenziato dall’elenco sopra, il bagagliaio è in linea con le concorrenti di segmento o, comunemente, con le auto di segmento B: gli schienali sono abbattibili e si arrivano a sfiorare i 1.000 litri di capacità sulla 5 porte.

Come si guida la Mini Cooper: divertimento sempre al centro, ma che differenze tra elettrica e termiche

Il nome “Cooper” è oggi utilizzato per più versioni, ma sotto la stessa denominazione si nascondono filosofie e stili di guida decisamente differenti. La Mini Cooper, infatti è un modello trasversale disponibile con motori benzina tradizionali, caratterizzati da un comportamento vivace e un sound distintivo, e con propulsori completamente elettrici nella gamma Mini Cooper Electric, dove sono disponibili due tagli di batterie per soddisfare richieste di autonomie diverse.

Le versioni termiche mantengono sia il classico 3 cilindri da 156 CV con una cilindrata di 1,5 litri e una coppia di 230 Nm. Accelerano da 0 a 100 km/h in 7,7 secondi e il consumo dichiarato è di 5,9 l/100 km. Le Cooper S, invece, vengono equipaggiate con il 2.0 quattro cilindri turbo da 204 CV e 300 Nm, più brillante con uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in 6,6 secondi per 242 km/h di velocità massima; diverso il caso della Cabrio C, dove viene montata una versione depotenziata, da 163 CV, del 2,0 litri utilizzato sulle S. Si tratta di un 2 litri anche il motore che equipaggia la sportiva JCW, versione disponibile sia sulla 3 porte sia sulla Cabrio: qui i cavalli diventano 231, il kit estetico è dedicato ma le prestazioni non sono così diverse da una S sebbene l’assetto sia più rigido e improntato alla sportività.

Lato elettrico, la Mini Cooper Electric viene offerta in due livelli di potenza e, come si accenava, di batterie: la variante d’ingresso monta una batteria da 36,6 kWh che grava di qualche decina di chilogrammi in meno sul peso (una Cooper E elettrica pesa 1.540 kg in ordine di marcia contro i 1.260 kg di una Cooper C termica). L’autonomia della Cooper E è dichiarata in 300 km. La seconda, con batteria da 49,2 kWh, è più indicata per chi vuole allontanarsi dalla città con 400 km di autonomia che si riducono a 371 km nella eJCW. Quest’ultima è anche la Mini Cooper più potente di tutte con 258 CV, 0-100 km/h in 5,9 secondi ma non velocità massima da record, visto che è auto limitata a 200 km/h.

Le differenze tra le varie Mini Cooper non sono solo nella forma della carrozzeria o nella presenza, o meno, di un serbatoio. A livello di guida, la versione termica mantiene il coinvolgimento del cambio seppur automatico (7 marce sul 1.5, 8 marce sul 2.0) mentre l’elettrica di cambi marcia non ne ha ed è più reattiva. Sempre un punto di riferimento lo sterzo, molto diretto. Le modalità di guida, fino a 7, cambiano le grafiche sul display OLED ma a livello di guida non incidono così tanto se non sulla risposta del gas e sulla rigidezza del volante.

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Gli ADAS e la sicurezza

Parlando della sicurezza attiva della Mini Cooper, sono diversi gli ADAS disponibili di serie, mentre alcuni vengono offerti solo a pagamento o inclusi in altri pacchetti. La Cooper C, per partire con l’entry level nonché la più economica tra le Cooper, ha già di serie il Driving Assistant, il quale include il monitoraggio della corsia e l’assistenza dei punti ciechi, così come l’avvisione di collisione con intervento diretto sui freni, il Dynamic Cruise Control e l’avviso di superametno dei limiti.

Presente anche la telecamera posteriore e l’Emergency Call. Sono in opzione sistemi come il Driving Assistant Plus, che al cruise adattivo aggiungono la capacità dell’auto di fermarsi autonomamente e di ripartire se la sosta dura pochi secondi, mentre i vari pacchetti possono talvolta aggiungere, tra agli altri, l’assistente al parcheggio e la commutazione automatica dei fari anabbaglianti/abbaglianti.

La Mini Cooper, dal punto di vista della sicurezza passiva, si dimostra a un buon livello grazie alla struttura della scocca e alla presenza degli airbag multipli (frontali e laterali per la prima fila, laterali per la testa anche per la seconda fila). I risultati nei crash test sono in linea con gli standard europei più recenti, tanto da aver conquistato le prestigiose 5 stelle Euro NCAP, mentre la dotazione ADAS sopra descritta è pensata per aumentare sicurezza e comfort senza essere invasiva.

Perché scegliere la Mini Cooper e perché no

Chi cerca una compatta sportiva, stilosa e di carattere troverà anche in questa quarta generazione di Mini, dopo il rilancio della R50 nel 2001, una scelta congeniale alle sue esigenze. Come detto sembra che questa quarta serie (F66 3 porte, F65 5 porte, F67 Cabrio e J01 Cooper elettrica) sia nata prima dalla progettazione dell’elettrica, che non a caso ha nella sua gamma anche la versione più potente di tutte (la JCW da 258 CV).

Il design che contraddistingue le varie Cooper, specie mettendo una a fianco all’altra la 3 porte e l’elettrica, non è così marcato. Rimane il fatto che, pur con tutti i limiti di un’auto elettrica che su un modello come questo possono diventare dei vantaggi, la Mini Cooper rimane un’auto estremamente divertente da guidare seppur sia più filtrata che in passato. Ora la nuova gamma multi-energia permette di scegliere, a prezzi del tutto comparabili, il fascino del motore termico e la modernità dell’elettrico, il tutto accomunato da uno stile che rimane unico nel panorama del mondo dell’auto.

I suoi limiti sono lo spazio, in parte compensati dalla 5 porte che tuttavia supera di poco i 4 metri e ha le portiere posteriori particolarmente piccole. Per chi cerca una guida confortevole, inoltre, le versioni “C” sono meno rigide delle S e sicuramente delle JCW, dove il famoso effetto go-kart driving è estremizzato ma meno che in passato. In sintesi, le Mini Cooper di quarta generazione, termica o elettrica, rimane un’auto indicata a chi cerca stile e piacere di guida, pur accettando qualche compromesso in termini di spazio (ora la Countryman sfora i 4 metri e risponde esattamente a chi cerca un SUV).

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