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Focus: Auto elettriche e ibride
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Auto elettriche 2023: quali sono i tempi d’attesa?

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I primi anni del decennio attuale sono stati definiti da molti come la “tempesta perfetta” per l’industria manifatturiera. Per questo i tempi d’attesa nel 2023 delle auto, elettriche in primis, hanno subito enormi ritardi.

Non è infatti raro scoprire come alcuni automobilisti hanno dovuto aspettare oltre un anno per ritirare un’auto, con poche e mirate eccezioni. A non subire ritardi nei tempi d’attesa sono stati infatti alcuni marchi cinesi, che hanno potuto accedere con maggiore facilità ad oggetti indispensabili per la produzione di automobili moderne come, ad esempio, i famigerati semiconduttori. Uno dei principali, se non il più importante, motivo di ritardi e di tempi d’attesa delle auto elettriche 2023 così lunghi sono proprio i microchip, che negli scorsi anni hanno affrontato una carenza quasi totale. Come sappiamo, le auto di oggi sono sempre più tecnologiche. Con l’avanzamento della tecnologia, arriva anche la necessità di un adeguamento delle tecnologie utilizzate in auto, dai sistemi di assistenza alla guida agli infotainment sempre più completi, arrivando ovviamente all’elefante nella stanza, la diffusione delle auto elettriche.

Se uniamo ad un innalzamento improvviso e incontrollato della domanda di semiconduttori ad eventi esterni a dir poco devastanti per l’economia mondiale, arriviamo alla situazione attuale, che vede i tempi d’attesa per auto elettriche e non nel 2023 allungarsi a dismisura, passando dai classici 30, 60 o 90 giorni a superare i 6 mesi e persino i 12 mesi. Ma quali sono i veri motivi che hanno portato le automobili a subire ritardi così importanti, e quando questa situazione tornerà alla normalità, se mai lo farà? Scopriamolo insieme analizzando i motivi per i tempi d’attesa delle auto nel 2023 tra elettriche, termiche e ibride, e facendo anche qualche esempio per verificare se nel 2023 si sta andando verso un’attesa e auspicata inversione di tendenza.

Sommario

Tempi d’attesa auto elettriche 2023: perché sono così lunghi?

I motivi che hanno portato i tempi d’attesa per le auto nel 2023 tra elettriche, ibride, benzina e Diesel sono diversi e molto complessi, nonché tutti collegati tra di loro. Alla base dell’intero problema c’è la sempre maggior complessità delle automobili moderne, che con il passare del tempo necessitano di componenti sempre nuove e in numeri in continua ascesa. Basti pensare che, nel 2003, un’utilitaria aveva un semplice motore a benzina o Diesel, un cambio quasi sempre manuale, una radio (magari con ingresso per i CD), il climatizzatore manuale e l’ABS. Oggi, un’utilitaria è dotata spesso di quadro strumenti digitale, infotainment con collegamento internet, ABS ed ESP, Cruise Control Adattivo, frenata automatica d’emergenza e altri ADAS che garantiscono una guida autonomia di Livello 2, cambio automatico, fari Full LED automatici e powertrain ibridi o addirittura elettrici. Queste dotazioni, sebbene portino anche le automobili più piccole a livelli mai visti prima, hanno un unico lato negativo: alzano la domanda di semiconduttori.

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Alla base di tutti questi sistemi elettrici troviamo infatti i semiconduttori. Per chi non avesse ben chiaro di cosa si tratti, i semiconduttori sono materiali capaci di avere un comportamento a metà tra gli isolanti e i conduttori. Si tratta di elementi fondamentali nel campo dell’elettronica, in quanto sono indispensabili per la produzione dei microprocessori. Sono proprio i microprocessori il cuore di tutti i dispositivi elettronici, dai nostri PC agli smartphone, dai frigoriferi alle smart TV, fino ovviamente alle automobili. Più dispositivi elettronici si aggiungono ad ogni auto, maggiore è la necessità di avere semiconduttori. Questo è di fatto un problema, in quanto la produzione di semiconduttori e microchip è molto complessa. Ogni microchip dev’essere realizzato in una fabbrica completamente sterile, senza la minima impurità e con una precisione micrometrica. Per questo, il processo è lento e complesso, e parte dalla realizzazione dei semiconduttori e alla loro lavorazione, per la realizzazione di transistor prima e di wafer di semiconduttori poi, necessari per la costruzione di circuiti stampati e microchip.

Ciò che però ha reso ancor più complesso l’approvvigionamento di semiconduttori e microchip per l’industria dell’auto, allungando a dismisura i tempi d’attesa per le auto nel 2023, dalle elettriche alle auto più semplici a benzina, è il velocissimo progresso tecnologico. Per anni, infatti, le automobili si sono “fatte bastare” semiconduttori e processori di vecchia generazione. I sistemi utilizzati solo fino al 2019 sia per l’intrattenimento che per la parte riguardante la sicurezza, ad esempio, erano di una o addirittura diverse generazioni precedenti ai processori usati su smartphone, tablet e PC. Con la maggiore complessità offerta dalle vetture, però, presto è arrivata la necessità di adottare processori più complessi e moderni. Questo, di per sé, non sarebbe stato un problema in un periodo normale, ma in questo momento di transizione già parecchio importante si sono aggiunti due enormi problemi a livello globale: il conflitto in Ucraina e, soprattutto, la pandemia di Covid-19. Partendo proprio dalla pandemia, nel 2020 il mondo, come ben sappiamo, si è fermato per diversi mesi per far fronte ad una delle peggiori epidemie della storia umana. A fermarsi non sono state solo le nostre vite, ma anche la produzione industriale, che ha dovuto subire uno stop forzato. Alla ripresa delle attività produttive, però, molto era cambiato. Con stringenti norme di restringimento per rallentare il contagio e i contatti interpersonali, lo smartworking e lo studio da casa sono aumentati esponenzialmente. Con l’implementazione massiccia del lavoro da remoto, in tanti hanno avuto bisogno immediato di computer, telefoni, tablet e stampanti, indispensabili per svolgere ancora il proprio lavoro o per studiare e seguire le lezioni. Sebbene questo sembri non collegato col mondo dell’auto, è stato questo il vero corto-circuito che ha causato gli interminabili tempi d’attesa delle auto elettriche 2023.

Le fabbriche produttrici di semiconduttori, infatti, sono quasi tutte ubicate in Asia tra Cina, Taiwan, Giappone e Corea del Sud da parte di colossi come Qualcomm, Mediatek, Intel, TSMC e Samsung. Di per sé già questa importante globalizzazione ha avuto un sicuro impatto sulla produttività nelle fabbriche di tutto il mondo, in quanto con la delocalizzazione della produzione di migliaia e migliaia di componenti il blocco ai commerci intercontinentali ha rallentato enormemente l’approvvigionamento di parti e, di conseguenza, della produzione. In più, la domanda sempre più grande di computer e smartphone dotati di processori di ultima generazione ha fatto finire le richieste del mondo dell’auto, che prima della pandemia usava componenti di generazione più vecchia, in fondo alla fila. Per questo, quindi, moltissimi modelli hanno visto tempi d’attesa allungarsi dai canonici due/tre mesi a 12, 18 o persino 24 mesi per le auto più tecnologiche. Le Case sono corse al riparo in diversi modi. Peugeot, ad esempio, per non allungare esageratamente i tempi d’attesa delle auto, elettriche e non, ha dotato esemplari di 208, 2008 e 3008 di quadro strumenti analogico e fari alogeni al posteriore, presenti in fabbrica in maggiori quantità, a fronte di un parziale rimborso, per consegnare prima le proprie automobili. Altre Case, come il Gruppo Volkswagen, ha prima stoppato per qualche giorno in più dopo le feste la linea produttiva delle sue elettriche su base MEB di Zwichau per “accumulare” le componenti necessarie, e ha poi concentrato tutti i suoi sforzi proprio sulle più redditizie e pulite elettriche, aumentando di conseguenza i tempi d’attesa nel 2023 delle auto non elettriche ma di quelle termiche, specialmente dei modelli più di nicchia del brand.

A questa situazione già molto complessa si è poi aggiunta la guerra in Ucraina tra il Paese guidato da Volodymyr Zelensky e la Russia di Vladimir Putin. Sebbene prima della guerra fossero in pochi a saperlo, in Ucraina hanno sede alcune delle principali fabbriche di componenti per il settore automobilistico. Con lo stop forzato di questi siti produttivi, i tempi di consegna delle auto nel 2023, elettriche e non solo, hanno subito un ulteriore stop. Per questi motivi le Case automobilistiche hanno, negli ultimi mesi, ritardato il lancio di nuovi modelli, proseguito la produzione di altre auto in via di pensionamento e, come abbiamo visto prima, montato componenti di generazione precedente o impedito l’acquisto degli optional più ricercati in modo da sopperire alla richiesta degli automobilisti di tutto il mondo, solo oggi rialzatisi quasi completamente dalla crisi economica generata dalla pandemia del 2020.

Leggi anche: Auto elettriche cinesi: marche, modelli e prezzi

I tempi d’attesa delle auto elettriche 2023: ecco quali sono

Abbiamo quindi capito a grandi linee quali sono i motivi dei lunghissimi tempi d’attesa delle auto elettriche, termiche e ibride nel 2023. Ora, però, proviamo a fare qualche esempio, per capire se, nel 2023, i tempi d’attesa delle auto elettriche e termiche siano finalmente tornati alla normalità o se c’è ancora da aspettare qualche mese per vedere una situazione relativamente normale. Analizziamo prima il lancio di nuovi modelli, posticipati per diverse volte nel corso degli ultimi tre anni per via dei continui ritardi di approvvigionamento di microchip e componenti elettroniche e meccaniche. Partendo da Stellantis, abbiamo notato come il maxi-Gruppo italo-francese sta lanciando “alla spicciolata” le nuove elettriche con il powertrain rinnovato da 156 CV. Ad adottarlo immediatamente ci sono state DS 3 e Jeep Avenger, mentre Peugeot e-208 è ancora disponibile sia con il precedente motore da 136 CV che con il “nuovo” motore da 156 CV. Opel Corsa-e e Mokka-e, Citroen e-C4 ed e-C4 X sono invece dotate del “vecchio” motore, mentre sono ancora attese le tre nuove EV con il motore da 115 kW: Peugeot e-308, e-408 e Opel Astra-e. Queste tre vetture sono state presentate all’inizio del 2022, ma dovrebbero arrivare dopo l’estate 2023. Questo dimostra come, sebbene la situazione sia migliorata, non siamo ancora di fronte ad una filiera produttiva “normale”.

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Ma quali sono quindi i tempi di attesa delle auto elettriche, termiche e ibride nel 2023? Per scoprirlo, abbiamo cercato i tempi di consegna stimati di alcuni modelli lanciati negli ultimi mesi. Per l’apprezzata e attesa Jeep Avenger in versione 1.2 benzina, ad esempio, i tempi d’attesa si attestano intorno ai 120 giorni, mentre per una FIAT 500 elettrica i giorni d’attesa richiesti sono almeno 200, oltre 6 mesi. Situazione ancora peggiore per la BMW Serie 3 restyling: sebbene ci siano infatti modelli in pronta consegna della versione precedente al “lifting” di metà carriera, per una Serie 3 dotata delle ultime tecnologie a livello di infotainment e sistemi di assistenza alla guida l’attesa prevista è di 9 mesi. Va ancora peggio a Opel Astra Hybrid, per la quale servono almeno 10 mesi d’attesa, mentre per la cugina Peugeot 408 il tempo d’attesa stimato è pari a quello di FIAT 500 elettrica: 200 giorni. Anche in Giappone la situazione non va meglio, con tempi di attesa molto diversi tra le vetture del Sol Levante. Per una Lexus RX 500h Turbo, ad esempio, la consegna è prevista in almeno un anno, mentre sono tanti i possessori di Toyota GR86 che per mettere le mani sulla propria sportiva con cambio manuale e motore aspirato hanno dovuto attendere ben più di 365 giorni. Anche le nuove Toyota Prius e Subaru Solterra richiedono parecchia pazienza: l’ibrida giapponese ha dei tempi di consegna di 150 giorni, identici i tempi d’attesa delle auto elettriche 2023 di Subaru.

Abbiamo quindi un quadro che appare piuttosto preoccupante, anche se, in realtà, la situazione è decisamente migliorata rispetto ai 12 mesi passati. Nel 2022, infatti, era la normalità vedere tempi d’attesa per le auto elettriche di almeno un anno, con picchi di addirittura due anni per alcuni modelli. Nel 2023 quindi i tempi d’attesa di auto elettriche, termiche e ibride sembrano migliorati, anche se siamo ancora lontani dai bei, vecchi tempi con consegna a 30 o 60 giorni. Va detto però che ci sono diverse auto che, in realtà, richiedono meno tempo per essere portate a casa, e che fanno viaggiare la lancetta ai tempi pre-Covid. Un esempio? La “nostra” Alfa Romeo Stelvio, che già in versione restyling con nuovi fari e nuovo quadro strumenti digitale è proposto con consegna a 90 giorni. Anche il “cugino” Maserati Grecale ha tempi di consegna di 3 mesi, mentre a spiccare in questa mini-classifica sono la giapponese Suzuki e Mazda, il Gruppo coreano Hyundai-Kia e diversi marchi cinesi. Suzuki ha infatti automobili dall’elettronica completa ma piuttosto semplice, che quindi permette alla Casa di Hamamatsu di avere meno componenti delle rivali. In più, la produzione “in casa” di Suzuki sul suolo giapponese ha permesso al brand nipponico di offrire anche nei “bui” 2021 e 2022 consegne relativamente rapide comprese tra i 60 e i 90 giorni. Anche Mazda riesce a fare il massimo con i suoi stabilimenti produttivi in Giappone, offrendo le versioni aggiornate delle sue Mazda 3, CX-30, CX-5 e anche la nuova CX-60 in massimo 90 giorni. Hyundai-KIA è un altro Gruppo che, nella tempesta dell’approvvigionamento tra il 2020 e il 2022, ha visto fruttare il suo pragmatismo. Hyundai infatti realizza la quasi totalità delle componenti per le auto del Gruppo in casa, dai motori ai freni fino ai sistemi di infotainment e di sicurezza, con semiconduttori prodotti da aziende coreane o taiwanesi, con l’Isola di Formosa relativamente vicina alle coste coreane. Questo ha permesso a Hyundai e KIA di consegnare veicoli moderni quanto se non più della concorrenza in tempi molto brevi, guadagnando come Suzuki quote di mercato ai danni dei costruttori occidentali. Oggi, per portarsi a casa una Hyundai Tucson Plug-In Hybrid bastano 90 giorni, mentre si scende sotto i 3 mesi per Kona e per l’elettrica KIA EV6. Ancora lenta, invece, la produzione di Hyundai Ioniq 6, che in fase di lancio richiede ancora 180 giorni per una consegna.

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A spiccare per ridotti tempi d’attesa di auto nel 2023, elettriche e termiche, sono però stati i costruttori cinesi. Grazie alla presenza sul territorio nazionale di tutte quelle aziende produttrici di componenti, semiconduttori e microchip, infatti, le Case cinesi hanno potuto godere di un vantaggio competitivo importante, in grado di mantenere consegne rapide anche quando le altre Case occidentali erano in acque torbide. L’italo-cinese DR, ad esempio, è stata una delle pochissime a garantire la presenza di vetture in pronta consegna o con 30 giorni d’attesa non solo ora, nel 2023, ma anche nel 2022 e persino nel 2021. Questa disponibilità di modelli ha fatto il paio con il rinnovamento completo della gamma, ora decisamente più moderna e al passo coi tempi, e il risultato di questo mix tra modelli più moderni, prezzi interessanti (ma non più stracciati come una volta) e consegne rapide si rifà in quote di mercato in grande ascesa: in Italia, DR ha ottenuto una quota di mercato del 2,07% superando le 25.000 immatricolazioni.

Altro esempio dell’attuale vantaggio cinese nei tempi d’attesa delle auto elettriche 2023 è l’anglo-cinese MG, che come DR sta continuando a crescere ad un ritmo molto importante. Per una MG 4 Electric, una delle automobili elettriche più interessanti sul mercato dotata di uno stile personale e di una meccanica al passo coi tempi, è sufficiente attendere tra i 60 e i 90 giorni per un ordine dalla fabbrica. Anche MG è riuscita, grazie ai tempi d’attesa per auto elettriche nel 2023 molto ridotti, a guadagnare sempre più credito e interesse da parte del pubblico, affacciandosi come uno dei brand emergenti nel panorama europeo.

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