Recensione Renault Captur: com’è fatta, pro e contro

La Renault Captur, B-SUV che ha debuttato nell’ormai lontano 2013, ha rivoluzionato il segmento dei crossover compatti non solo in Italia ma anche in Europa, diventando in breve tempo uno dei modelli più venduti e apprezzati dai clienti.

I suoi ingredienti? Stile urbano, praticità, sebbene sia stata poi affiancata dalla più spaziosa Symbioz e un prezzo sicuramente competitivo. Con la seconda generazione lanciata nel 2019, Captur ha compiuto un notevole salto in avanti cambiano aspetto e, allo stesso tempo, venendo maggiormente curata sia in termini di finiture sia di design, fino all’ultimo restyling che ne ha cambiato prevalentemente la forma del muso oltre a introdurre un’interessante novità sotto al cofano.

Con questo aggiornamento, infatti, la Casa della losanga introduce in primis il nuovo motore Full Hybrid, un 1.8 da 160 CV, propulsore creato a partire da un foglio bianco, già condiviso con altri modelli tra cui anche la Dacia Bigster, e ideale per questa fase di transizione che vede l’elettrico ancora recitare una parte minore nel mercato. Al suo fianco, Renault punta ancora forte sulla versione GPL che è tra le più vendute d’Italia. Da non dimenticare l’aspetto legato alla tecnologia di bordo, con l’operativo su base Google che si dimostra versatile e capace di piacere proprio a tutti grazie alla sua semplicità d’utilizzo. Prodotta a Valladolid, in Spagna, dal 2013 sono già state prodotte circa 2,2 milioni di Captur.

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La Renault Captur in 5 punti

  • Motorizzazioni – Gamma completa con benzina 1.0 TCe 90 CV, GPL da 100 CV, entrambi manuali, e via il Mild Hybrid 1.3 da 140 CV per fare spazio al nuovo Full Hybrid E-Tech da 160 CV.
  • Design – Nuovo frontale ispirato al family feeling Renault, con fari LED affilati e firma luminosa inedita; design più maturo e dinamico.
  • Interni – Materiali migliorati, nuova plancia con display centrale fino a 10,4”, strumentazione digitale fino a 10,25”, nuovi rivestimenti più eleganti e sostenibili.
  • Tecnologia – Infotainment OpenR Link con Google integrato, connettività completa, assistente vocale, aggiornamenti OTA e nuove funzioni digitali.
  • Prezzi – Assolutamente competitivi per il suo segmento, ha un listino che parte da 24.100 euro per la GPL e che supera i 30.000 euro, anche se di un niente, per la Full Hybrid.

Com’è fuori

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Renault Captur oggi si mostra con un muso completamente riprogettato: con l’aumento in altezza del paraurti, che ospita ai suoi estremi le luci diurne a LED e viene geometricamente arricchito da giochi di linee. Ora si è ristretto lo spazio per la calandra che ora segue con motivi geometrici a freccia, ovviamente in entrambe le direzioni, il logo Renault virtualmente diviso in due con quest’ultimo posto orgogliosamente al centro. Anche i gruppi ottici abbandonano la forma C-Shape per diventare sottili e sviluppati in larghezza: la tecnologia è Full LED, quindi adattiva.

Non tanto la firma luminosa quanto il paraurti conferisce alla vettura un aspetto più marcato, così da allargare il percepito e rendere il B-SUV francese, le cui forme rimangono “morbide”, più solido. Al posteriore cambia meno che all’anteriore: rimangono praticamente immutati i fanali rispetto al pre-restyling, ma sono sempre i dettagli a fare la differenza e anche qui il paraurti è stato rivista senza, però, dare quell’impronta così diversa vista sul lato A. Si amplia la gamma dei cerchi in lega disponibili così come sono tante le colorazioni, compresi i bitono con il tetto a contrasto.

Vediamo, nel dettaglio, le dimensioni della Renault Captur MY25, dimensioni che sono identiche a quelle del B-SUV nato sulla piattaforma CMF-B, la stessa di Renault Clio:

  • Lunghezza: 4,23 metri
  • Larghezza: 1,80 metri
  • Altezza: 1,58 metri
  • Passo: 2,64 metri
  • Bagagliaio: 422-536/1.596 litri (E-Tech 326-440/1.458 litri)

Com’è dentro

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Dall’elenco di cui sopra emerge una differenza a livello del bagagliaio della Captur. Quest’ultima è dovuta principalmente alla presenza della batteria del sistema ibrido che ruba spazio ma a buon rendere, visto che c’è comunque spazio per due trolley. Peccato che la cappelliera, nel caso i carichi dovessero aumentare, non possa essere riposta da nessuna parte quando rimossa.

C’è il doppio fondo, anche sulla ibrida, mentre i sedili si abbattono 60:40 così da rendere piatto il piano di carico. Caratteristica fondamentale di questo modello è la panca scorrevole, così da adattare lo spazio in base al tipo di viaggio e alle persone presenti a bordo. Ci sono bocchette d’aerazione dedicate alla seconda fila e nonostante un passo non enorme possono stare comodi anche passeggeri alti. Venendo al vero e proprio abitacolo della Renault Captur spicca immediatamente il nuovo schermo centrale che ora integra anche i comandi della climatizzazione: sono sparite, purtroppo, le rotelle del clima. La consolle che ospita la leva del cambio, che sia esso manuale o automatico, è sospesa e avvicina il comando alla mano destra del conducente, liberando spazio sotto per riporre oggetti per svuotarsi le tasche.

Molto ampio il cassettino così come gradevole è la luce ambiente e piuttosto curati i materiali, con molte superfici morbide che per il tipo di segmento (generalista) non è un dettaglio di poco conto. Mirroring? Quasi superflua, perché il sistema è basato su Android e, almeno per quanto riguarda la navigazione, Google Maps è parte integrante del sistema, quindi molto simile alla famosa app di geolocalizzazione utilizzata da milioni di persone in tutto il mondo. Una volta creato il profilo personale, si possono anche scaricare dallo store varie app tra cui Spotify e la concorrente di Maps, Waze. Fatto l’accesso, ci si può dimenticare del telefono che ovviamente si può collegare via Bluetooth per rispondere alle chiamate o chiamare.

Come si guida la Renault Captur: il nuovo ibrido 1.8 promette bene

Volante tra le mani, nella gamma ora spicca il nuovo 1.8 ibrido, che sostituisce il vecchio E-Tech 1.6 da 143 CV proposto anche su Clio. Al debutto su Dacia Bigster, il nuovo full hybrid del gruppo consiste nell’abbinamento tra il motore termico 4 cilindri da 1,8 litri per 90 CV di potenza e due motori elettrici, di cui solo uno di trazione (l’altro ha il ruolo di avviare la vettura a zero emissioni e di generare energia).

Il cambio è il Multi-Mode rivisto ma già brevettato da diversi anni. Ne risulta una guida rilassata che mette al centro l’efficienza: rispetto alle rivali giapponesi/coreane, il cambio seppur senza frizione ha un comportamento molto diverso dai convertitori di coppia mentre con l’aumento di cavalleria e l’arrivo dell’iniezione diretta da una parte migliora l’efficienza e scendono i consumi, dall’altra anche la guida risulta più brillante. Anche la batteria più grande aiuta a conservare più energia per muoversi a zero emissioni, specialmente in città. Il dichiarato è di 4,3 l/100 km nel misto, ma si può fare meglio.

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Unico ostacolo il prezzo: il delta con GPL e turbo benzina, entrambi con cambio manuale, si fa sentire ed ecco perché anche la GPL, in particolare, può essere la Captur adatta a chi cerca un’auto comunque distintiva ma in grado di abbassare i costi di gestione. 4,23 metri si guidano bene anche nella ricerca dei parcheggi e nelle svolte strette, grazie al buon raggio di sterzata.

Gli ADAS e la sicurezza

Parlando della sicurezza e dei sistemi di assistenza alla guida presenti su Captur, il B-SUV transalpino prodotto in Spagna si dimostra molto all’avanguardia. Fin dal primo allestimento (Evolution) sono di serie la frenata automatica d’emergenza (riconoscimento pedoni, ciclisti, veicoli e incroci), il controllo elettronico della stabilità, l’accensione automatica dei fari, l’assistente alla partenza in salita, il cruise control, l’avviso di distanza di sicurezza, l’avviso di stanchezza del conducente e, siccome è importante vedere bene davanti a sé, sono di serie fin dal primo allestimento anche i fari Full LED.

Dal punto di vista della sicurezza passiva danno sicuramente il loro contributo in caso di urto gli airbag presenti in vettura (frontali, laterali a tendina sia per la prima fila sia per la seconda fila). Se si perde attenzione, l’auto avvisa una volta superata la linea di carreggiata grazie al Lane Departure Warning.

Salendo alla Captur Techno, il motore full hybrid dotato di cambio automatico di serie porta in dote anche il cruise control adattivo e, sia per cambio manuale sia per automatico, il freno di stazionamento elettrico. Sembrano superflui ma anche gli specchietti retrovisori riscaldabili possono dare una grande mano nei mesi invernali grazie alla loro rapidità di sbrinamento. Chiude la Esprit Alpine, che oltre a proporre un design più sportiveggiante con contenuti ad hoc, aggiunge l’Active Driver Assist, l’Adaptive Cruise Control, il monitoraggio dell’angolo cieco. Utile, in conclusione, il Rear Cross Traffic Alert: in manovra è una tecnologia che avverte, direttamente con allarmi sonori e sullo schermo, se sopraggiungono veicoli durante l’uscita da un parcheggio.

Perché scegliere la Captur e perché no

In un mercato affollato, per non dire sovra-affollato, di B-SUV, Renault ha trovato una ricetta tutta sua per migliorare una vettura già di successo, la Captur per l’appunto. A 12 anni dal lancio della prima generazione, il Model Year 2025 ha reso questo modello ancor più maturo e adatto a tutti gli usi.

Certo, il bagagliaio, specie nella versione ibrida, non è enorme così come lo spazio è quello di una compatta, ma scorrendo il listino si scopre una vettura che nei suoi tre allestimenti riesce a offrire una buona dotazione, specie per quanto riguarda gli ADAS, facendolo a un buon prezzo. Anche qui è necessario distinguere l’ibrida da 160 CV dalle motorizzazioni turbo benzina da 90 CV e GPL da 100 CV. Innanzitutto quest’ultime sono abbinate al cambio manuale, così chi odia l’automatico troverà scontata la scelta del propulsore. L’ibrido, però, specie dopo questo step avanzato nel mondo E-Tech, è tra i migliori sul mercato. Rispetto alle rivali perlopiù giapponesi/coreane ha un cambio senza frizione che restituisce un piacere di guida superiore al CVT, con consumi del tutto paragonabili.

La GPL è la Captur più di successo grazie al suo prezzo contenuto: costa meno di 25.000 euro, anche se dentro lo stesso gruppo Renault la Duster si propone a un prezzo ben più concorrenziale. Il sistema è esattamente lo stesso e offre buone prestazioni e consumi, ma cambia la dotazione. Per chi cerca un SUV compatto, facile da parcheggiare, ben assistito dalla tecnologia durante la guida, simpatico nelle tinte della carrozzeria e dotato già dalla base di luci adattive, Captur 2025 rimane una delle proposte più complete e convincenti sul mercato.

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