
Prova Dacia Bigster: il SUV più spazioso della Duster ora è ibrido, anche GPL
Un modello strategico, non solo per le dimensioni maggiori e lo spazio a bordo, ma soprattutto perché introduce il rinnovato motore ibrido 1.8 da 160 CV, evoluzione del precedente 1.6. Un’unità pensata per migliorare consumi, efficienza e piacevolezza di guida. Ovviamente la Bigster non si ferma qui, con l’arrivo dell’inedito Mild Hybrid G-140, capace di unire i vantaggi dell’ibrido leggero all’autonomia derivante dai due serbatoi: 50 litri per la benzina, 50 litri per il gas liquefatto, per un totale di 1.450 km di autonomia complessiva.
La Bigster era già stata mostrata in forma di concept nel 2021, in occasione del lancio della Renaulution fortemente voluta dall’ex CEO Luca de Meo, e oggi quella che era un’idea è diventata una proposta concreta, a buon prezzo, in un mercato sempre più orientato verso SUV e crossover. Dacia presidia così sia il segmento più accessibile dove la Sandero continua a registrare numeri importanti e dove la versione Stepway è pronta accoglierà nel 2026 lo stesso sistema ibrido, sia quello superiore con questo modello dal carattere più maturo.
Prima di entrare nel dettaglio dei consumi, della dinamica di guida e del comportamento del sistema ibrido del nuovo 1.8, capace in città di muoversi fino all’80% del tempo in elettrico, annullando consumi ed emissioni, vediamo cosa differenzia davvero Bigster da Duster, sia nell’impostazione sia nell’esperienza a bordo.
Dacia Bigster in 5 punti
- Design squadrato: linee muscolose, passaruota squadrati, estetica più matura rispetto a Duster. Rispetto a quest’ultima, è più lunga di 23 centimetri
- Motorizzazioni, ora sono tutte ibride: con l’arrivo del Mild Hybrid-G 140, anche il GPL si è “ibridizzato”. Senza gas, il Mild Hybrid è il motore d’accesso, mentre il 1.8 Hybrid completa la gamma con il motore elettrico di trazione che abbassa i consumi e permette di circolare fino all’80% del tempo in città senza consumare.
- Tecnologia e ADAS: dotazione completa con frenata automatica, mantenimento di corsia, monitor attenzione conducente e altri dispositivi.
- Interni, c’è più spazio della Duster: tanto spazio (fino a 1.877 litri di bagagliaio), display da 10 pollici, comandi rapidi per gli ADAS, materiali robusti ma curati nelle versioni top di gamma Journey e Extreme.
- Gamma e prezzi: i prezzi della Bigster partono da 24.800 euro per il Mild Hybrid da 140 CV con cambio manuale, il full hybrid parte da 29.700 euro; l’inedito Mild Hybrid associato al GPL parte da 25.800 euro.
Com’è fatta fuori
Quando si parla di differenze tra Duster e Bigster, è facile fermarsi alle dimensioni. La Bigster misura 4,57 metri in lunghezza, 1,81 metri in larghezza e 1,71 in altezza. È omologata per cinque posti, senza la terza fila riservata invece alla Jogger, scelta che favorisce un bagagliaio molto generoso. La capacità massima è di 667 litri, che arrivano fino a 1.937 litri abbattendo gli schienali. La versione 1.8 Hybrid perde qualcosa a causa della batteria, ma con 546 litri (1.851 a sedili giù) resta comunque molto capiente. Da segnalare solo la _soglia di carico un po’ alta: 79 cm da terra.
E la Duster? Una vista laterale mette subito tutto in chiaro: lo sbalzo posteriore più pronunciato e il passo che cresce da 2,66 a 2,70 metri spiegano i 23 centimetri di lunghezza in più della Bigster rispetto al crossover. Anche l’__altezza libera dal suolo sale a 22 cm, contribuendo a un aspetto ancora più SUV rispetto alla Duster, che rimane più vicina al mondo dei crossover. In numeri, la Duster è lunga 4,31 metri, è alta come la Bigster, ma è più stretta di 2 centimetri e offre un bagagliaio che nella configurazione migliore arriva a 517 litri.
Com’è dentro
Gli interni della Dacia Bigster segnano un netto passo avanti rispetto ad altri modelli, più compatti e meno spaziosi, del brand di Pitesti. Rispetto a Duster, da cui prende ovviamente spunto, l’abitacolo della Bigster nasce con il chiaro obiettivo di offrire spazio e maggiore comodità, mantenendo lo stile funzionale tipico del marchio ma con una qualità percepita superiore. La sensazione, appena saliti a bordo, è quella di un ambiente effettivamente più arioso: la larghezza dell’abitacolo consente di accomodarsi in tre sul divano posteriore senza sacrifici, mentre ampie portiere e pavimento quasi piatto facilitano ingressi e uscite.
La plancia segue un’impostazione pulita ma curata. Al centro spicca uno schermo da 10 pollici del sistema Media Display, sempre di serie, così come davanti agli occhi del conducente si trova il Driver Display, o quadro strumenti digitale, con la sua diagonale da 7 pollici. Il sistema di infotainment offre varie funzioni tra cui la replicazione dello smartphone, il Bluetooth e i servizi connessi. L’impianto audio comprende 4 altoparlanti nelle versioni base, che diventano 6 con il Media Nav Live e il supporto della tecnologia Arkamys 3D.
Molto ben studiata la parte relativa ai portaoggetti, a identificare perfettamente lo scopo di questa vettura. Nei vani portiera ci sono tasche profonde, la console centrale (più alta sulle versioni Hybrid) integra un comodo bracciolo e uno scomparto refrigerato, mentre l’intelligente sistema YouClip permette di fissare supporti, ganci o portabicchieri in vari punti dell’abitacolo in base alle esigenze dell’utente.
Anche le sellerie cambiano in modo significativo a seconda dell’allestimento: dal tessuto resistente della versione Essential, al denim della Expression, fino ai rivestimenti TEP MicroCloud per le versioni Journey ed Extreme, arricchiti da dettagli colorati (kaki per la prima, rame per la seconda). Il bagagliaio resta uno dei veri punti di forza. Oltre a essere ampio e dalla forma regolare, può diventare completamente piatto una volta abbattuti i sedili posteriori, che nelle versioni più ricche sono frazionabili 40/20/40 con comandi Easy Fold direttamente dal vano di carico. In questo modo si possono trasportare oggetti lunghi fino a 2,7 metri. Per chi ama il campeggio o i viaggi con soste improvvisate, è disponibile sempre come accessorio il Pack Sleep, con box e materasso integrato per trasformare la Bigster in un piccolo rifugio su ruote.
Alla guida della Dacia Bigster, la scelta tra i motori ibridi
La gamma motori della Bigster è ampia e risponde ad esigenze diverse. Di base, però, con l’elettrificazione del motore bifuel benzina/GPL ora la gamma Bigster è tutta ibrida. Fiore all’occhiello è l’Hybrid 155, dove il cambio automatico del motore 4 cilindri e l’erogazione elettrificata (motore da 50 CV che muove le ruote) garantiscono partenze morbide e consumi contenuti soprattutto in ambito urbano grazie alle alte percorrenze, Dacia stima fino all’80% del tempo in marcia a motore termico spento mantenendo bassa la velocità come di consueto accade in ambito urbano. Significativi anche i 250 kg di capacità di traino in più rispetto al Mild Hybrid 140, per un totale che si avvicina alla tonnellata.
Il Mild Hybrid 140_, invece, si rivolge invece a chi vuole prestazioni equilibrate e costi di manutenzione contenuti, con il piccolo 1.2 tre cilindri turbo benzina a ciclo Miller abbinato al Mild Hybrid e al cambio manuale a 6 rapporti. La versione GPL di questo propulsore ora è stata elettrificata e si chiama mild hybrid-G 140. Con il sistema ibrido a 48V, la guida diventa più fluida grazie al supporto di questo sistema che coadiuva il motore sia che questo vada a benzina sia che questo vada a GPL. La frenata rigenerativa, infine, ricarica la piccola batteria da 0,84 kWh ottimizzando ulteriormente l’efficienza.
Infine l’unica Bigster con la trazione integrale disponibile a listino, la 4x4 Mild Hybrid 130. Sicuramente la più indicata per chi pratica outdoor, montagna o sterrati: non è un fuoristrada puro, ma grazie al controllo di discesa e alla coppia disponibile, consente di affrontare percorsi difficili con sicurezza. Su strada, la Bigster privilegia il comfort: sospensioni che assorbono bene, sterzo leggero, sedili comodi. Non è pensata per guida sportiva, ma per chi chiede affidabilità e relax alla guida.
Gli ADAS e la sicurezza
La dotazione di sicurezza della Bigster è completa sin dall’allestimento base Essential, sia sul lato della sicurezza passiva sia attiva. Nel dettaglio sono compresi:
- 6 airbag
- ABS, ESP, assistenza alla frenta automatica d’emergenza
- Lane Keeping Assist + Lane Departure Warning
- Monitoraggio attenzione conducente
- Sensori posteriori + retrocamera
- Riconoscimento segnali stradali e superamento limite velocità
- E-call
- Isofix posteriori
La Bigster Expression, il secondo allestimento, aggiunge i fari fendinebbia e i sensori pioggia. Le due top di gamma, Journey ed Extreme, completano la dotazione con commutazione automatica fari abbaglianti/anabbaglinti e cruise control adattivo (solo motore Hybrid 155). Cercando nel listino degli optional, l’Easy Pack aggiunge sensori di parcheggio anteriori e posteriori, Multiview Camera, monitoraggio angolo cieco e Key Less Entry. Il Parking Pack, alter ego dell’Easy Pack, aggiunge sensori anteriori e laterali, multiview camera e blind spot warning. In sintesi: sicurezza buona, ADAS completi, ma la taratura privilegia dolcezza e non invadenza, coerente con la filosofia Dacia.
Perché scegliere la Dacia Bigster e perché no
La Dacia Bigster si colloca in una posizione davvero particolare nel mercato: non è un SUV compatto come la Duster, ma nemmeno un modello premium. È una via di mezzo intelligente, pensata per chi ha bisogno di spazio, vuole un’auto solida e versatile e, soprattutto, non vuole spendere cifre da segmento superiore.
Il secondo motivo riguarda le motorizzazioni intelligenti, con una gamma altrettanto ragionata per rispondere a tutte le esigenze: l’ibrido da 155 CV è un Full Hybrid, quindi in grado di muovere la vettura in elettrico fino all’80% del tempo in città, e si dimostra indicato per chi si muove prevalentemente in città e vuole consumi bassi senza ricariche esterne; il Mild Hybrid 140, con cambio manuale, è equilibrato e semplice da mantenere; la versione GPL permette di tagliare nettamente i costi di rifornimento, rendendo l’auto molto conveniente su grandi percorrenze con fino a 1.450 km di autonomia anche grazie al supporto dell’ibrido 48V.
Un terzo punto è la robustezza: la Bigster non promette lusso, ma concretezza. I materiali sono studiati per durare e per essere facili da pulire, i comandi sono intuitivi e la posizione di guida è alta, con ottima visibilità. Anche gli ADAS sono completi e migliorati rispetto al passato, con frenata automatica, mantenimento corsia e monitoraggio attenzione di serie. Solo alcuni ADAS sono proposti in optional.
Detto questo, la Dacia Bigster non è l’auto ideale per chi cerca prestigio o rifiniture premium. Gli interni, seppur migliorati, rimangono più pratici che ricercati, con finiture “croccanti”. La qualità percepita non raggiunge quella di modelli più costosi e alcuni materiali restano rigidi al tatto. Inoltre, se si cercano i 7 posti bisogna optare per la Jogger, perché Bigster non offre questa possibilità. Dal punto di vista della guida, la Bigster privilegia il comfort a 360°: il suo assetto è votato al morbido.
Infine, chi vuole tecnologia all’ultimo grido potrebbe desiderare schermi più reattivi, funzioni di connettività più evolute o ADAS più sofisticati come la guida semi-autonoma avanzata (disponibili però nella fascia premium del mercato).

