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Maserati cabrio

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Maserati Cabrio: storia, modelli, versioni e motori

Nella sua storia ultra-centenaria, Maserati ha prodotto numerose tipologie di auto differenti, non concentrandosi unicamente sulle sportive come altre Case automobilistiche simili come Ferrari, Lamborghini o Porsche. Dalle berline alle Gran Turismo alle Cabrio, Maserati ha sempre spaziato molto nella sua produzione di serie, passando da ammiraglie di rappresentanza come la mitica Quattroporte a modelli più popolari come la coupé “economica” Biturbo, passando per alcune scoperte che si sono fatte notare sul mercato per eleganza, lusso e prestazioni interessanti. Escludendo le Maserati sportive e da competizione degli anni ’40 e ’50, dotate di carrozzerie barchetta per limitare al minimo il peso e massimizzare le prestazioni, la prima Maserati cabrio della storia è la 3500 GT Spyder, un modello realizzato sulla base della 3500 GT Coupé e disegnata, nella sua versione cabrio, da Giovanni Michelotti per conto della Carrozzeria Vignale, è stata la prima automobile convertibile di serie della Casa modenese. Dopo la rara Maserati Mistral e la rarissima Maserati Ghibli Spyder, Maserati attese diversi anni prima di produrre una nuova cabrio, questa volta sulla base della Biturbo e realizzata dalla carrozzeria milanese Zagato. Dopo una pausa di diversi anni, le Maserati Cabrio tornarono in auge con la Spyder del 2001, mentre la prima Cabriolet propriamente detta, con quattro posti comodi e un’indole da GT, è la GranCabrio, versione scoperta della GranTurismo lanciata nel 2010. Scopriamo allora i modelli di cabrio Maserati, i motori e le versioni.

Modelli Maserati Cabrio

Come anticipato in precedenza, la capostipite dei modelli Maserati cabrio è la 3500 GT Spyder, lanciata nel 1957 e disegnata, al contrario della coupé opera della Touring Superleggera, da Giovanni Michelotti per conto della Carrozzeria Vignale. Realizzata su un telaio diverso da quello della Coupé, che utilizzava la classica carrozzeria Superleggera con telaio a tubi e carrozzeria in lega leggera. Dotata di una scocca in acciaio con cofano in alluminio, è realizzata su un pianale accorciato di 10 mm, e più corta di oltre 20 cm rispetto alla versione Coupé. Realizzata in numeri molto minori rispetto alla coupé (si stima che siano 245 le Spyder Vignale prodotte, contro le quasi 2.000 Coupé Touring), la 3500 GT Spyder lasciò spazio nel 1964 ad altri modelli cabrio Maserati. Questi sono, nel dettaglio, i modelli di cabrio Maserati prodotti dalla 3500 GT Spyder:

  • Maserati 3500 GT Spyder
  • Maserati Mistral Spyder
  • Maserati Ghibli Spyder
  • Maserati Biturbo Spyder
  • Maserati Spyder
  • Maserati GranCabrio
  • Maserati MC20 Cielo

Al posto della 3500 GT Spyder, i modelli di Cabrio Maserati accolsero una nuova, inedita vettura, la Mistral. Disegnata da Pietro Frua e costruita dalla Carrozzeria Maggiora tra il 1963 e il 1970, la Mistral aveva una linea totalmente diversa dalle precedenti 3500 GT, compreso anche il motore. Sotto il cofano, infatti, trova posto l’ultima applicazione del sei cilindri in linea che equipaggiava anche le Maserati di Formula 1. Elegante, moderna e con una linea che ricorda un po’ alcune sportive inglesi soprattutto nel frontale, era dotata di una carrozzeria in alluminio e, dopo 953 esemplari prodotti tra Coupé e Spyder, venne sostituita dalla Maserati Ghibli Spyder, la prima tra i modelli cabrio di Maserati ad avere il motore V8. Dotata di una linea totalmente nuova, disegnata dal giovane Giorgetto Giugiaro, all’epoca dipendente Ghia, è dotata di fari a scomparsa, un alloggiamento per la capote dietro i sedili per dare all’auto un look ancora più pulito e un abitacolo elegante e raffinato. Prodotta in soli 125 esemplari tra il 1969 e il 1973, Maserati Ghibli Spyder è stata per diversi anni l’ultima Maserati cabrio tra i modelli della Casa. Sia la Khamsin che la Bora, infatti, non erano proposte con carrozzeria cabrio. La sostituta spirituale della Ghibli Spyder tra i modelli cabrio di Maserati arriverà solo nel 1984, con il debutto della Maserati Biturbo Spyder.

Nota semplicemente come Spyder, è realizzata sulla base della controversa Biturbo, la “piccola” Maserati che, nelle idee del proprietario di allora Alejandro de Tomaso, doveva ampliare le vendite del Tridente ma che, a causa di affidabilità e qualità costruttiva carenti, non riuscì a far fare il salto di qualità auspicato dalla Casa di Modena. Prodotta in tre generazioni, sempre con motore V6 biturbo, tra il 1984 e il 1994, la Maserati Biturbo Spyder era stata disegnata e anche realizzata dalla milanese Zagato, che si occupò della sua produzione. Nonostante questo, la carrozzeria milanese non cambiò eccessivamente le linee della Biturbo, nascondendo quasi la sua partecipazione al progetto, se non per la scelta di accorciare il passo a 2.400 mm e l’abbandono dei due sedili posteriori, rendendo la Spyder l’unica Biturbo due posti secchi. Nonostante i problemi di affidabilità e qualità, con 3.076 esemplari costruiti in 10 anni di produzione la Spyder è la più venduta tra i modelli di Maserati Cabrio.

Dopo l’apprezzata Biturbo Spyder, tra i modelli Maserati cabrio si dovette attendere qualche anno per ritrovare un modello a cielo aperto. La 3200 GT, ultima Maserati “indipendente” prima dell’acquisto della Casa da parte di Ferrari nel 1999 dopo un periodo misto De Tomaso-FIAT negli anni ’90, a causa degli scarsi fondi della Casa di Modena non venne realizzata una versione scoperta della 3200 GT. Si dovette attendere il 2002, quando la 3200 GT è stata sostituita dalle nuove Coupé e Spyder, realizzate sulla medesima piattaforma ma con motore di origine Ferrari aspirato e cambio transaxle. Prodotta tra il 2001 e il 2007 e affiancate, nel 2004, dalla nuova GranSport Spyder, la bellissima Spyder disegnata da Giorgetto Giugiaro è una due posti secchi dotata di cambio manuale o del manuale automatizzato Cambiocorsa, anch’esso di origine Ferrari. Dopo la splendida Maserati Spyder, gli appassionati dovettero attendere ancora diversi anni prima di vedere quella che, a voler essere precisi, è il primo dei modelli Maserati cabrio propriamente detti.

Maserati-GranCabrio

Se fino al 2010, infatti, tutti i modelli di cabrio Maserati erano in realtà delle Spyder con due posti secchi e un’indole sportiva, nel 2010 la nuova Maserati GranCabrio è una Gran Turismo con tetto in tela retrattile, quattro posti comodi e un mix tra sportività, lusso, comfort e guidabilità. Spinta da motori di origine Ferrari e prodotta fino al 2019, Maserati GranCabrio è una delle più raffinate scoperte a quattro posti sul mercato, in grado anche oggi di appagare e offrire comfort e guidabilità più di alcune rivali più giovani. In attesa del debutto ufficiale della nuova GranCabrio, proposta sia con motore V6 Nettuno che in versione Folgore, oggi l’erede dei modelli cabrio Maserati è la MC20 Cielo. La Supercar modenese, la prima Maserati non derivata da modelli e componenti Maserati, è realizzata su un telaio in fibra di carbonio, ha un motore 3.0 V6 Nettuno realizzato in Casa da Maserati e un tetto in tela retrattile in stile targa, molto simile alle berlinette Ferrari.

Motori Maserati Cabrio

Arriviamo così a conoscere i motori delle cabrio Maserati, partendo dall’inaugurale 3500 GT Spyder. Dotata del mitico sei cilindri in linea Maserati, questa sportiva è dotata dell’allora nuovo 3.5 sei cilindri in linea Tipo 101 dotata di 220 CV se alimentata da tre carburatori doppio corpo Weber, e di 235 CV se scelta in versione GTi con iniezione meccanica Lucas. Dotata di cambio manuale a 4 o 5 marce, il sei cilindri della 3500 GT arrivò alla fine della sua storia sulla Mistral Spyder. Sotto il cofano della bellissima creatura di Pietro Frua trova infatti spazio lo stesso 3.5 da 235 CV con iniezione meccanica Lucas. Con l’avanzare della produzione, poi, il sei cilindri è passato a 3.7 litri e 345 CV, mentre al top della gamma c’è il 4.0 da 265 CV, ultima iterazione del sei cilindri made in Maserati.

I motori delle cabrio Maserati cambiano radicalmente con l’arrivo della Ghibli Spyder, che abbandona il sei cilindri per adottare un nuovo otto cilindri, sviluppato specificatamente per avere una potenza adeguata a combattere contro le principali rivali italiane e inglesi. Dotato di quattro alberi a camme, due per bancata, carter secco e 4.7 litri di cilindrata, il V8 Tipo AM 115 è dotato di 310 CV e accoppiato ad un cambio manuale a 5 marce o automatico a 3 rapporti in opzione. Nel 1969, insieme alla Spyder, arrivò anche la Ghibli SS, con motore portato a 4.9 litri e la potenza che sale a 335 CV e 482 Nm di coppia. Decisamente differente, invece, la gamma motori della cabrio Maserati successiva, la Biturbo Spyder. Tutte le versioni della Spyder su base Biturbo hanno montato il V6 sovralimentato da due turbocompressori delle altre Biturbo, all’inizio il 2.0 da 180 CV e il 2.5 da 192 CV, entrambi alimentati da carburatori.

Con l’arrivo dell’iniezione, la gamma motori della Cabrio Maserati degli anni ’90 guadagna potenza, passando a 185 CV per la 2.0, diventati ben 220 CV nel 1989, mentre il 2.5 passa a 188 CV fino al 1989, quando viene sostituito da un nuovo 2.8 da 250 CV, 225 se dotata di catalizzatore. La terza serie di Spyder, infine, è spinta per il mercato italiano dal 2.0 da 240 o 245 CV, mentre all’estero il motore è il 2.8 da 225 CV catalizzato. Decisamente diverso il motore della successiva cabrio Maserati, la Spyder. Sotto il cofano, infatti, trova posto un 4.2 V8 aspirato di origine Ferrari, capace di erogare 390 CV, che diventano 400 per la GranSport Spyder del 2005. Lo stesso motore è alla base della nuova GranCabrio, lanciata nel 2010 e spinta dal 4.7 V8 aspirato da 440 CV montato sulla GranTurismo S.

Nel 2011, Maserati presenta la GranCabrio Sport, con il 4.7 portato a 450 CV, mentre nel 2013 arriva l’inedita GranCabrio MC, dotata di un’estetica ispirata alla MC Stradale coupé e con motore V8 4.7 portato a 460 CV, per uno 0-100 km/h coperto in 4,9 secondi. Infine, la gamma motori delle cabrio Maserati si conclude con la MC20 Cielo, l’ultima nata e anche la Maserati cabrio più veloce mai creata. Realizzata su un telaio in fibra di carbonio, pesa 65 kg più della MC20 “tradizionale”, rispetto alla quale sfrutta un tetto retrattile in metallo retraibile in soli 12 secondi. Sotto il cofano, in posizione centrale, trova posto un motore interamente sviluppato da Maserati, il 3.0 V6 Nettuno: dotato di doppio turbocompressore, doppio iniettore, sistema twin-spark di accensione e sistema di iniezione della miscela con precamera, il V6 è capace di offrire 630 CV e 730 Nm di coppia, scaricati sulle ruote posteriori da un cambio automatico doppia frizione a 8 rapporti.

Maserati MC20 Cielo (2022) rijdend, achteraanzicht

Versioni Maserati Cabrio

Concludiamo, infine, con le versioni delle Maserati Cabrio viste nel corso degli anni. Come da tradizione delle sportive italiane anni ’50 e ’60, sia Mistral che 3500 GT Spyder sono realizzate in un solo allestimento, non hanno ricevuto aggiornamenti né restyling, ma solo la Mistral ha proposto tre motori differenti a seconda dell’anno di produzione, mentre la 3500 GT è diventata 3500 GTi con l’arrivo dell’iniezione meccanica. Per quanto riguarda la Ghibli Spyder, la sportiva italiana era proposta in versione “standard” con motore 4.7 e SS, con motore più potente da 4.9 litri e 335 CV. Per la Biturbo, invece, in Italia tra tutte le versioni della cabrio Maserati quella di gran lunga più venduta era la 2000 con motore 2.0 litri, esente dal superbollo per le automobili con cilindrata superiore ai 2.000 cm3, con le 2.5 e 2.8 delle vere mosche bianche in Italia.

Per quanto riguarda la Spyder, invece, le versioni erano principalmente tre: la Spyder con cambio manuale, la Spyder Cambiocorsa con cambio manuale automatizzato e paddle al volante e la GranSport Spyder, più sportiva a livello estetico, più potente e disponibile unicamente con il Cambiocorsa. Infine, le versioni della Maserati cabrio più venduta, la GranCabrio, erano la GranCabrio, la GranCabrio Sport e la GranCabrio MC, alle quali si aggiungono le speciali GranCabrio Fendi personalizzate da Silvia Venturini Fendi. Per quanto riguarda la MC20 Cielo, infine, le versioni della Maserati cabrio in vendita oggi differiscono solo per la quantità di optional scelti, non dall’allestimento. Facendosi prendere la mano dalla lista degli optional, infatti, è possibile aumentare di oltre 100.000 euro il prezzo della supercar modenese.