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Alfa Romeo Giulia Station Wagon

Alfa Romeo Giulia in sintesi

Qui trovi una panoramica generale dell’auto Alfa Romeo Giulia inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più

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Alfa Romeo Giulia Station Wagon: storia, modelli, versioni e motori

Nonostante nella storia, soprattutto quella recente, di Alfa Romeo ci siano stati diversi modelli di familiari di successo, nonostante siano passati diversi anni dal lancio non è mai arrivata sul mercato un’Alfa Romeo Giulia Station Wagon. Tantissimi appassionati e addetti ai lavori hanno sperato che potesse arrivare, prima o poi, una Giulia “con la coda”, dando seguito a quella fortunata tradizione delle Sportwagon nata con la 33 nel 1984 e proseguita, dopo una piccola pausa, dalle fortunate 156 e 159 Sportwagon degli anni ’90 e ’00. Sebbene poi l’idea di un’Alfa Romeo Giulia Station Wagon fosse stata prevista nei piani iniziali del Gruppo FCA, l’arrivo del SUV Stelvio realizzato sulla stessa piattaforma e il declino delle familiari in favore proprio dei SUV ha convinto la Casa di Arese a concentrarsi sullo Stelvio, cancellando la nuova Giulia Station Wagon. Leggi di più

Modelli alternativi

In un certo senso, quindi, potremmo considerare proprio il SUV del Biscione la vera Alfa Romeo Giulia Station Wagon, andando a offrire spazio per cinque persone, un grande bagagliaio con portellone integrale come una familiare e una guidabilità da vera Alfa. Andando indietro con il tempo, invece, scopriamo come la prima, indimenticabile Giulia del 1961 è stata realizzata in pochi esemplari in versione Familiare. Pensata per offrire la stessa guidabilità della Giulia, la “berlina disegnata dal vento” che colpì il mercato dell’auto degli anni ’60, ma con una maggiore praticità, la Familiare era destinata principalmente all’utilizzo come auto della Polizia, ambulanza o come vettura di sostegno per officine e per le Squadre Corse nelle competizioni automobilistiche. Ad occuparsi di queste Giulia Familiare non era direttamente Alfa Romeo, bensì dei carrozzieri specializzati.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni delle Alfa Romeo Giulia Station Wagon.

Modelli Alfa Romeo Giulia Station Wagon

Come detto in precedenza, purtroppo per la seconda e attuale generazione della berlina del Biscione non sono previsti modelli di Alfa Romeo Giulia Station Wagon. La storia delle wagon Alfa, del resto, è stata piuttosto complicata nel corso degli anni. La prima Alfa Romeo dotata di una coda da familiare prodotta direttamente dalla Casa di Arese è stata la Alfasud Giardinetta del 1975, una versione con tre porte e portellone posteriore della mitica compatta costruita a Pomigliano d’Arco. Nonostante una ottima rigidità torsionale e un pratico vano di carico, il successo della Alfasud Giardinetta, a causa soprattutto delle sole tre porte e del prezzo elevato, fu decisamente limitato.

Per avere la prima Alfa familiare di successo bisogna aspettare il 1984, con l’arrivo della 33 Giardinetta. Dotata di una carrozzeria con cinque porte e di un design riuscito realizzato da Pininfarina, nel 1988 la Giardinetta cambia denominazione, acquisendo un nome che sarebbe poi diventato classico per tutte le Alfa Romeo “con la coda”: Sport Wagon. Con la nascita della Sport Wagon, chi desiderava una 33 dallo stile sportivo e dall’ottima praticità aveva finalmente l’auto perfetta per le proprie esigenze. Oggi le 33 Sportwagon sono molto ricercate, soprattutto nelle versioni 4x4 o nella variante più sportiva Q4 con motore 1.7 e trazione integrale.

Visto il successo della 33, Alfa Romeo realizzò diversi prototipi della sua line-up in versione Sportwagon, dalla mitica 75 alla più grande 90, fino alla successiva 155, senza però mai vedere la produzione. Per una new entry tra i modelli di Alfa Romeo Station Wagon è stato necessario attendere il 2000, anno di debutto della fortunatissima 156 Sportwagon. Disponibile con tanti motori benzina e Diesel a quattro, cinque e sei cilindri con potenze comprese tra i 105 CV della 1.9 JTD 8v ai ben 250 CV della sportiva GTA, spinta dal mitico 3.2 V6 Busso da 250 CV, la 156 Sportwagon è stata capace di insidiare il primato delle wagon medie tedesche, BMW Serie 3 Touring e Audi A4 Avant in primis, con uno stile riuscito e un’ottima dinamica di guida. Molto interessante anche la 156 Crosswagon, una versione rialzata e con protezioni fuoristradistiche della 156 Sportwagon e prodotta, principalmente con motori a gasolio, fino al 2007. Dopo la 156, interrotta la produzione nel 2005, è stato necessario attendere circa un anno per l’arrivo di quella che, ad oggi, è l’ultima familiare a marchio Alfa Romeo: la 159 Sportwagon.

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Prodotta nello stesso stabilimento della 156, a Pomigliano d’Arco, la nuova 159 Sportwagon ha uno stile davvero affascinante, riuscendo nell’impresa di essere persino più elegante e aggraziata della versione berlina. Realizzata da Giugiaro, la 159 Sportwagon unisce il frontale aggressivo, ispirato alla Brera e dotato dei tre iconici fari anteriori tondi per lato con il Trilobo al centro, con un posteriore che unisce eleganza nelle linee e una grande sportività, merito del paraurti con il doppio scarico in vista per le versioni più sportive e dei passaruota posteriore molto sporgenti. Prodotta fino al 2011, in tanti speravano che dopo di lei sarebbe arrivata il più atteso dei modelli Alfa Romeo Station Wagon, la Giulia Sportwagon.

Nonostante le idee del management Alfa, infatti, al lancio della Giulia berlina nel 2016 non è seguito, un anno dopo, l’anticipato approdo sul mercato della Giulia Sportwagon. Al posto di una classica familiare, considerata ormai “fuori moda” dai vertici Alfa, è arrivato il SUV Stelvio, che possiamo considerare a tutti gli effetti l’erede spirituale della Giulia Sportwagon. Realizzato sulla medesima piattaforma, l’apprezzatissima Giorgio con motore longitudinale anteriore e trazione posteriore, lo Stelvio è un SUV di dimensioni medie (è lungo 4,69 metri, 5 cm più della Giulia), che con la berlina condivide la meccanica, gli interni e il linguaggio stilistico. Rispetto alla Giulia, però, lo Stelvio offre una seconda fila più spaziosa e ariosa, un bagagliaio accessibile tramite un grande portellone posteriore e un bagagliaio da 525 litri, aumentabili fino a 1.600 abbattendo il divano.

Sebbene non si sia vista l’attuale Giulia in variante familiare, andando a spulciare nella storia del Biscione troviamo alcuni modelli di Alfa Romeo Giulia Station Wagon, prodotti tra gli anni ’60 e ’70 sulla base della classica berlina. In realtà, la Casa del Biscione non ha mai realizzato ufficialmente delle versioni wagon della “berlina disegnata dal vento”, in quanto all’epoca la carrozzeria familiare non era così diffusa come oggi, ma bensì vista come un mezzo capace di essere utilizzato sia sul lavoro che con la famiglia.

Proprio per questo, le Alfa Romeo Giulia con la coda non venivano chiamate “Familiare”, ma anzi con il termine di Giardinetta o “Promiscua”, a richiamarne l’anima bivalente, commerciale e privata. A realizzare queste Giulia con il portellone ci pensavano le carrozzerie indipendenti, che acquistavano da Alfa Romeo le scocche berlina e poi le convertivano artigianalmente con grandi superfici vetrate, una coda più alta e lunga e un ampio portellone, più alto di luci e targa. Tra i carrozzieri che realizzarono queste versioni così particolari vanno segnalate la Carrozzeria Grazia di Bologna, la Introzzi di Lipomo (CO) e le più celebri Giorgetti di Montecatini Terme e la Colli di Milano. Queste due sono le principali produttrici di Giulia Giardinetta: la Giorgetti realizzava le versioni furgonate in uso alla Polizia Stradale, mentre la Colli le Giardinetta utilizzate da concessionari, enti di soccorso stradale, taxi e persino autoambulanze.

Motori Alfa Romeo Giulia Station Wagon

A livello di motori, l’Alfa Romeo Giulia Station Wagon avrebbe avuto le stesse motorizzazioni della normale Giulia berlina. Condividendo, comprensibilmente, la piattaforma Giorgio, anche l’Alfa Romeo Giulia Sportwagon avrebbe ereditato la raffinata meccanica con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore o integrale Q4 per le versioni più potenti. Avrebbe avuto anche le stesse sospensioni di Giulia e Stelvio, con il sistema a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale all’anteriore e Multilink a quattro bracci e mezzo al posteriore, mentre tutte le versioni avrebbero avuto l’albero di trasmissione in fibra di carbonio. A livello di motorizzazioni, la Sportwagon avrebbe sicuramente confermato le motorizzazioni della Giulia, con un motore a benzina e un Diesel, entrambi con quattro cilindri.

Il 2.0 Turbo benzina fa parte della famiglia GSE, ed è stato proposto con due livelli di potenza, 200 e 280 CV. Molto valido, invece, il 2.2 MultiJet quattro cilindri turbodiesel, proposto all’inizio con cambio manuale a 6 marce e, successivamente, disponibile unicamente con il cambio automatico ZF a convertitore di coppia a 8 marce. Il 2.2 MultiJet è stato proposto con diversi livelli di potenza: 136 CV e 380 Nm di coppia, 150 CV e 380 Nm, 180 CV e 450 Nm e 210 CV e 470 Nm, con i motori intermedi portati a 160 e 190 CV con il restyling del 2020. Tutti i motori hanno principalmente la trazione posteriore, con le versioni più potenti di entrambi i propulsori, benzina e Diesel, proposti con la trazione integrale Q4. Chissà poi se avremmo visto una Giulia Sportwagon Quadrifoglio, spinta dal 2.9 V6 biturbo da 510 CV (diventati 520 nel 2023), magari con la stessa trazione integrale Q4 dello Stelvio Quadrifoglio, per offrire ancora più efficacia e aderenza sui fondi difficili.

Chiunque desiderasse una Giulia familiare si deve accontentare, si fa per dire, delle pochissime Giulia Giardinetta o Promiscua arrivate fino ad oggi. L’esiguo numero di esemplari convertiti e l’utilizzo gravoso di questo tipo di auto, infatti, non ha permesso a molte vetture di raggiungere indenne gli anni ’20 del XXI secolo.

Nonostante questo, tra tutti i propulsori proposti sulle Giulia dell’epoca, la quasi totalità delle Alfa Romeo Giulia Station Wagon ha motori a benzina, nello specifico il leggendario 1600 Bialbero Alfa Romeo. Realizzata su un pianale inedito, con un Cx record per l’epoca sulla berlina (0,34), sospensioni anteriori a quadrilateri sovrapposti e retrotreno a ponte rigido con scatola del differenziale in alluminio, sotto il cofano ospita il mitico quattro cilindri Bialbero realizzato dall’Ingegner Giuseppe Busso, in versione da 1.570 cm3 e 92 CV, diventati oltre 100 dopo pochi anni. Nel corso degli anni, comunque, si sono visti diversi modelli con motori differenti, dal 1.3 da circa 80 CV o anche con i più grandi 1750 e 2000. Tanti esemplari “da lavoro”, infine, sono stati recuperati con il bistrattato motore Diesel della famigerata Nuova Giulia Super, un quattro cilindri da 1.8 litri della Perkins aspirato da soli 55 CV, molto rumoroso e capace di spingere la Giulia a poco meno di 140 km/h.

Versioni Alfa Romeo Giulia Station Wagon

Come detto, pensando alle versioni dell’Alfa Romeo Giulia Station Wagon possiamo utilizzare solo la fantasia. Vedendo la pressoché totale sovrapponibilità degli allestimenti di Giulia e Stelvio, possiamo immaginare che anche la Giulia Sportwagon avrebbe avuto i medesimi livelli di equipaggiamento, a partire dall’allestimento d’accesso “Giulia”, con cerchi in lamiera, fari posteriori a LED, volante in pelle, fari anteriori alogeni, sistema di infotainment da 6,5 pollici al centro della plancia, Cruise Control e frenata automatica d’emergenza.

A seguire avremmo trovato la versione Super, la Business pensata per le flotte, la più sportiva Business Sport, la sportiva Sprint e le top di gamma Ti, la Turismo Internazionale, e Veloce, allestimento più ricco e sportivo disponibile unicamente con le motorizzazioni più sportive. La versione più desiderabile sarebbe sicuramente stata la Quadrifoglio, con il motore 2.9 V6 Biturbo da oltre 500 CV, i freni maggiorati (magari carboceramici) e un assetto ancora più sportivo, con la possibilità di eludere il controllo di trazione. Tornando su una “vera” Giulia familiare, le versioni dell’Alfa Romeo Giulia Station Wagon prodotte negli anni ’60 e ’70 dai vari carrozzieri sono diverse.

La principale differenza, citata anche in precedenza, è la presenza di due principali varianti, la Giardinetta o Promiscua e la Furgonata. La prima è la versione più comune, dotata di ampie superfici vetrate e di una panca posteriore e pensata sia per l’utilizzo personale che per quello professionale. La versione Promiscua ha poi un vano di carico pensato maggiormente per il lavoro, adatta ad esempio a utilizzi come quello di autoambulanza. Infine, la Furgonata era una versione specifica in uso alla Polizia Stradale, dotata di un posteriore con dei pannelli in lamiera al posto delle finestrature. Questa variante è quindi perfetta per le Pantere della PolStrada, ma anche per i servizi di assistenza tecnica di concessionari, officine e centri ACI, ma anche per le Squadre Corse. Oggi, tutti gli esemplari della Polizia sono stati dismessi, con gran parte di queste vetture riutilizzate da officine e centri riparazioni. Oggi, le poche Giulia Giardinetta sopravvissute sono estremamente ricercate, con quotazioni di gran lunga superiori alle già apprezzate berline.

Valutazioni sul veicolo per Alfa Romeo Giulia

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