
Auto elettriche cinesi 2026: tutti i modelli e i prezzi
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Vai alle offerteCon la vasta e sempre crescente offerta di auto elettriche, è facile perdere il conto di quanti e quali modelli ci siano sul mercato italiano. Oltre ai marchi più noti, nel 2026 ci sono anche molti volti nuovi a listino, come ad esempio le auto elettriche dei produttori cinesi.
La Cina è un importante mercato di vendita per le case automobilistiche italiane ma, al contrario, i marchi automobilistici cinesi stanno diventando sempre più popolari anche in Europa. Mentre i produttori cinesi sono già chiaramente in testa alle vendite di e-car nel loro Paese, questo non è ancora il caso dell’Italia. Tuttavia, la promessa della Cina di fornire buoni veicoli elettrici a prezzi spesso bassi sta facendo scalare le classifiche di vendita anche in Europa, Italia compresa.
Secondo i dati di vendita UNRAE, nella Top 10 delle automobili elettriche più vendute in Italia nel 2025 ci sono tre modelli costruiti in Cina, con la Leapmotor T03 posizionata al settimo posto delle auto elettriche più vendute in Italia, con diversi modelli di BYD che entrano nella Top 30 delle auto a batterie più immatricolate. Esulando, poi, dalla sola produzione di automobili elettriche per un momento, le Case automobilistiche cinesi stanno guadagnando sempre più spazio anche con modelli termici e ibridi. MG, ad esempio, ha una quota di mercato del 3% in Italia, seguita da BYD (1,95%), Omoda&Jaecoo (1,28%) e DR (1,28%).
Dopo i primi anni di presenza sul mercato con modelli piuttosto embrionali e brand che non sono più presenti in toto a listino, oggi l’offerta delle auto elettriche cinesi non è più un lontano spauracchio, ma una concreta minaccia al successo (e alle vendite) dei costruttori occidentali. Scopriamo, allora, quali sono i modelli di auto elettriche cinesi nel 2026.
Sommario
Le auto elettriche cinesi del 2026
Quali sono, quindi, le auto elettriche cinesi? Nel 2026 troviamo diverse Case automobilistiche di origine orientale, capitanate da colossi come BYD e gli enormi Gruppi cinesi come SAIC e Dongfeng, ma in realtà le auto elettriche cinesi hanno, a volte, il marchio di un costruttore “nostrano”. Escludendo, infatti, Case come DR, che hanno origine e sede italiana ma commercializzano automobili sviluppate, costruite e pensate da Case automobilistiche cinesi (nel caso di DR, l’origine è il colosso Chery), troviamo alcuni brand europei (o comunque occidentali) che producono e, a volte, sviluppano le loro auto elettriche nel Paese del Dragone.
Uno degli esempi più importanti è la Dacia Spring, una delle elettriche più vendute in Europa: il Gruppo Renault, infatti, ha pensato la Spring come vettura elettrica compatta ed economica inizialmente per i mercati orientali, Cina in primis, dove è commercializzata come Renault City K-ZE. Visto il progetto con del potenziale, poi, il progetto è stato allargato al marchio Dacia, il più attento al rapporto prezzo-contenuti, che su quella base ha realizzato la piccola Dacia Spring.
Differente, invece, quello che è successo per due brand indiscutibilmente europei come Volvo e Lotus. Sia la Casa scandinava che il leggendario brand inglese sono stati acquisiti dal colosso cinese Geely (Volvo nel 2010, Lotus alla fine degli anni ’10), e a fianco di modelli tradizionali costruiti a Goteborg per Volvo e ad Hethel per Lotus sono nate nuove auto elettriche progettate e costruite in Cina, come la Lotus Eletre o la vendutissima Volvo EX30.
Infine, tra le auto elettriche cinesi del 2026 insospettabili troviamo progetti realizzati da Case automobilistiche che non fanno parte dei grandi Gruppi cinesi ma che, invece, hanno messo in piedi collaborazioni con realtà orientali. È il caso, ad esempio, di Mini, che ha fondato con Great Wall la “Spotlight Automotive”, una joint-venture votata proprio a costruire auto elettriche in Cina. La prima nata di questa collaborazione è la nuova Mini Cooper Electric, la versione elettrica della mitica compatta inglese. In maniera simile, poi, Volkswagen collabora da anni con il colosso cinese FAW per la produzione in loco dei suoi modelli per il mercato interno. Da questa collaborazione è nato anche un modello prodotto in Cina, la Cupra Tavascan, e venduto sul mercato cinese (dove Cupra non è presente) con il marchio Volkswagen e il nome ID.Onyx.
Tornando, quindi, alle “vere” auto elettriche cinesi, nel 2026 ci sono dieci Case automobilistiche provenienti da Oriente che vendono ufficialmente in Italia le loro automobili a zero emissioni, dal colosso BYD all’emergente Xpeng. In futuro, poi, dovrebbero arrivare altri brand con le loro proposte elettriche, come ad esempio un altro colosso come Xiaomi o altri più ambiziosi come Nio o Voyah.
Auto elettriche cinesi 2026, tutti i modelli
Come detto in precedenza, quindi, sono 10 le Case automobilistiche cinesi che propongono dei modelli elettrici nella loro gamma. Conoscendo meglio i modelli di auto elettriche cinesi del 2026, poi, ci sono costruttori che hanno una gamma ampia e molto variegata, e altri che invece, per “tastare” il terreno, approcciano all’Italia con un solo modello introduttivo.
È l’esempio di Dongfeng, che arriva in Italia con una sola elettrica, la cittadina Box. Ci sono poi modelli elettrici di brand già presenti da diversi anni, e brand che già godono di un’ottima reputazione. Sono questi, quindi, i modelli di auto elettriche cinesi nel 2026 a listino in Italia:
- BYD Dolphin Surf
- BYD Dolphin
- BYD Seal
- BYD Atto 2
- BYD Atto 3
- BYD Seal U
- BYD Sealion 7
- BYD Tang
- Dongfeng Box
- DR 1.0 EV
- EMC Yudo
- Forthing Friday EV
- Leapmotor T03
- Leapmotor B10
- Leapmotor C10
- Lynk & Co 02
- MG 4
- MG S5
- MG Cyberster
- Omoda 5 EV
- Polestar 2
- Polestar 3
- Polestar 4
- Xpeng G6
- Xpeng G9
Andando in ordine rigorosamente alfabetico, inoltre, scopriamo anche il brand più aggressivo tra tutti i costruttori di auto elettriche cinesi nel 2026, BYD. Il colosso di Shenzen è arrivato in Italia da pochi anni, ma in poco più di due anni è ora forte di una gamma di 8 modelli, dalla piccola Dolphin Surf al SUV di lusso Tang. Proprio la Dolphin Surf è uno dei modelli elettrici più economici sul mercato italiano: lunga poco meno di 4 metri, ha una linea simpatica e particolare, interni tecnologici e un’ottima efficienza. Lo stesso si può dire del SUV più piccolo della Casa, la Atto 2, che condivide le stesse caratteristiche con un look più classico e rassicurante. Tutte le BYD, in realtà, sono caratterizzate da questi punti di forza: interni tecnologici e dotati di uno scenografico schermo rotante tra orizzontale e verticale, ottima qualità costruttiva e un’efficienza di ottimo livello. Gli altri modelli della Casa sono la compatta media Dolphin, il C-SUV Atto 3, la berlina Seal, il D-SUV Seal U e il SUV di lusso Tang.
Se BYD è uno dei brand più attivi e forti sul mercato dell’auto elettrica, c’è un'altra Casa che, seppur di enorme successo in patria, è appena sbarcata in Europa: Dongfeng. Il colosso cinese è, in realtà, già presente con due sue “controllate”, il brand generalista DFSK e il più ricercato Forthing, ma è solo dalla seconda metà del 2025 che Dongfeng è arrivato con il brand principale in Europa, Italia compresa. Il primo modello elettrico ad arrivare in Europa è la piccola Box, una citycar elettrica lunga poco più di 4 metri con linee simpatiche e tondeggianti, un abitacolo piuttosto spazioso e completo e una buona dotazione tecnologica. Due le batterie disponibili, da 33 kWh (230 km WLTP) e 44 kWh (310 km WLTP).
Molto più piccola è una delle auto elettriche cinesi 2026 più popolari, la DR 1.0 EV. Molto gettonata nelle grandi città come Milano e, soprattutto, Roma, la 1.0 EV punta su dimensioni davvero compatte: è lunga infatti solo 3,20 metri, e in assenza della mitica smart fortwo è, da qualche anno, l’automobile più compatta sul mercato. Basata sulla Chery eQ1, ha uno stile simpatico, un abitacolo piuttosto tecnologico e la possibilità di ospitare fino a quattro persone e un bagagliaio da 110 litri. Spinta da un motore posteriore da 61 CV, la 1.0 EV ha una batteria da 31 kWh, sufficiente per un’autonomia WLTP di 210 km.
Tra i modelli “outsider”, poi, c’è la EMC Yudo, commercializzata in Cina dalla Casa automobilistica Yudo e importata in Italia dalla Eurasia Motor Company. Si tratta di una compatta lunga poco più di 4 metri, con carrozzeria da piccolo SUV urbano, con un abitacolo piuttosto completo e una buona abitabilità. Disponibile in una sola versione, ha un motore anteriore da 95 CV e una batteria da 41,7 kWh, che è sufficiente per percorrere 325 km nel ciclo misto WLTP. Torniamo nella galassia Dongfeng con il marchio Forthing, il primo brand del colosso cinese ad arrivare in Italia. Il modello più interessante è la Friday, un SUV di dimensioni generose (è lunga 4,60 metri) dotata di uno stile personale e grintoso, interni piuttosto spaziosi e tre motorizzazioni: benzina, Full Hybrid ed elettrica. La Friday EV è dotata di un motore anteriore da 204 CV e di una batteria da ben 86 kWh, che nel ciclo misto WLTP promette un’autonomia di 510 km.
In Italia, poi, è arrivata con prepotenza nel 2024 Leapmotor, Casa automobilistica cinese molto giovane ma capace, in pochi anni, di trovare il suo spazio, arrivando ad entrare in una joint-venture con Stellantis che, oggi, ne cura la distribuzione e l’assistenza in Europa. Il modello più piccolo della Casa è la compatta T03, una citycar da 3,62 metri che, con uno stile simpatico e le cinque porte, propone una mobilità elettrica abbordabile e a prova di città.
Dotata di una batteria da 37 kWh, riesce a percorrere, nel ciclo misto WLTP, 265 km. Il secondo modello della Casa è il SUV C10, lungo ben 4,74 metri e dotato di uno stile pulito e dinamico, interni puliti e minimali e di un powertrain elettrico formato da un motore posteriore da 218 CV, batteria da 70 kWh e un’autonomia WLTP di 420 km. L’ultimo modello ad arrivare sul mercato è il SUV B10. Più compatta (è lunga 4,51 metri), ha una linea minimale e filante fuori e molto pulita all’interno. Dotata della stessa piattaforma della C10, la B10 ha lo stesso motore da 218 CV, ma è disponibile con due tagli di batteria, 56 kWh (361 km di autonomia WLTP) e 67 kWh (434 km WLTP).
Tra i modelli di auto elettriche cinesi nel 2026 fa il suo debutto Lynk & Co: il brand del Gruppo Geely, dopo aver sfruttato le sinergie del Gruppo e aver attinto dalla svedese Volvo (con la quale condivide anche la città dove hanno sede il quartier generale e il centro stile, Goteborg) per modelli ibridi molto interessanti, lancia anche in Europa il suo primo modello completamente elettrico, la 02. Dotata di uno stile molto particolare, è un crossover-coupé da 4,46 metri, realizzato sulla stessa base della Volvo EX30 e dotato di un abitacolo minimale ma molto tecnologico. Una sola la motorizzazione disponibile, con motore posteriore da 272 CV, mentre la batteria da 66 kWh offre un’autonomia compresa tra i 435 e i 445 km nel ciclo misto WLTP.
Spazio, poi, ad un brand in costante ascesa, MG. Il fu brand inglese di auto sportive è ormai cambiato molto: dal 2006 nelle mani di Case cinesi, è sotto l’egida del colosso SAIC dal 2010, e dopo un decennio di passaggio è ora uno dei brand emergenti in fatto di auto abbordabili termiche ed elettriche. Dopo le prime EV arrivate insieme al debutto italiano datato 2021, oggi la gamma di auto elettriche di MG è formato da tre modelli: la MG 4, la nuova S5 e la sportiva Cyberster. La MG 4 è una compatta media con stile ispirato ai crossover e con lunotto inclinato, disponibile con diversi tagli di batteria e potenze, con l’esagerata XPower che offre 435 CV e un’accelerazione 0-100 km/h sotto i 4 secondi. La più efficiente, invece, è la Trophy Extended Range, dotata di un motore posteriore singolo da 245 CV, batteria da 77 kWh e autonomia WLTP di 520 km.
L’ultima nata della Casa è la S5, un SUV da quasi 4,50 metri dallo stile pulito e moderno, interni sobri ma molto spaziosi e una meccanica derivata da quella della MG 4. Disponibile con due tagli di batteria, se quella d’accesso da 47 kWh ha un’autonomia di 340 km WLTP, la MG S5 Long Range ha una batteria da 62 kWh e un’autonomia nel ciclo WLTP compreso tra 465 e 480 km. Il modello più originale della gamma MG è sicuramente la Cyberster, una particolare sportiva che unisce storicità e modernità. È, infatti, una roadster due posti secchi, una tipologia di auto su cui MG ha puntato per decenni, ma per dimensioni (4,54 metri), stile molto particolare (ha i fari posteriori a freccia e le portiere ad apertura verticale) e potenza è un prodotto molto diverso. Disponibile con trazione posteriore (340 CV) o integrale (510 CV), la Cyberster ha autonomie comprese tra i 443 e i 507 km WLTP.
Tra le Case automobilistiche cinesi in costante ascesa c’è anche il duo Omoda&Jaecoo. I due brand del Gruppo Chery si sono concentrati principalmente su modelli termici e ibridi, ma in gamma c’è anche un’elettrica, la Omoda 5 EV. Lunga 4,37 metri, la Omoda 5 è un SUV dallo stile piuttosto filante e sportivo, con interni tecnologici (ma non troppo raffinati) e una buona abitabilità. La versione elettrica è spinta da un motore anteriore da 204 CV e da una batteria da 61 kWh, che offre un’autonomia compresa tra i 402 e i 430 km WLTP. Tra i nuovi brand cinesi in arrivo in Europa c’è anche Xpeng, che nel 2025 è arrivato anche in Italia con due SUV molto personali, la G6 e la più grande G9. Xpeng è un’azienda con sedi anche a Mountain View, nella Silicon Valley californiana, e a Monaco, in Germania, e punta su uno stile molto personale e su una tecnologia molto raffinata.
Nel dettaglio, la Xpeng G6 è un SUV-coupé molto filante, con interni iper-tecnologici e semplici e due tagli di batteria. La versione d’attacco ha 66 kWh e motore posteriore da 258 CV (435 km autonomia WLTP), mentre la batteria da 88 kWh è accoppiata alla versione Long Range con motore posteriore da 286 CV (570 km WLTP) e alla Performance AWD, con doppio motore da 476 CV e 550 km WLTP. La G9, invece, è un SUV da quasi 4,90 metri, con linee più tradizionali e interni molto ampi e ben rifiniti. Come la G6, è disponibile in due tagli di batteria, 78 kWh e 98 kWh, e due powertrain, il primo con motore posteriore da 313 CV (460 km di autonomia per la Standard Range da 78 kWh e 570 km per la Long Range da 98 kWh) e la top di gamma Performance da 551 CV (520 km WLTP).
Concludiamo, infine, con un brand che è riuscito a staccarsi dall’immagine di marchio cinese, Polestar. Nato in Svezia come divisione sportiva di Volvo, alla fine degli anni ’10 Polestar è diventato un costruttore indipendente, concentrandosi sulla produzione di vetture elettriche dallo stile minimale e ispirato allo stile scandinavo. Nonostante abbia ancora sede a Goteborg, Polestar è a tutti gli effetti una Casa sino-svedese, con stabilimenti produttivi e fornitori cinesi. In Europa, sono tre i modelli Polestar commercializzati. La prima è l’ottima Polestar 2, una berlina media con uno stile pulito ed elegante, diversi tagli di batterie e livelli di potenza, dalla Standard Range con motore posteriore da 272 CV e batteria da 68 kWh (532 km WLTP) alla Long Range con batteria da 78 kWh, motore da 299 CV e autonomia da 654 km, fino alla Performance con trazione integrale e 476 CV.
Seguono, poi, le Polestar 3 e 4, i primi modelli che si distaccano parecchio dall’influenza di Volvo. La Polestar 3 è un SUV con carrozzeria muscolosa, dimensioni molto generose (4,90 metri) e interni semplici e minimali, con un enorme display non sempre intuitivo da utilizzare.
Dotata di una enorme batteria da 107 kWh, è proposta con tre livelli di potenza: RWD da 299 CV (706 km WLTP), AWD (489 CV e 632 km WLTP) e Performance AWD (517 CV e 567 km WLTP). La Polestar 4, infine, è un SUV-coupé che si fa notare per linee molto filanti e per l’assenza del lunotto posteriore, sostituito da una telecamera in alta definizione. Molto elegante e pulito l’abitacolo, mentre sono due i livelli di potenza, RWD con motore posteriore da 272 CV e AWD, con doppio motore e ben 544 CV. La batteria è da 94 kWh, per un’autonomia rispettivamente di 620 km sulla RWD e 590 km sulla AWD.
I prezzi delle auto elettriche cinesi nel 2026
Abbiamo visto, quindi, quali sono i modelli di auto elettriche cinesi nel 2026, dalla BYD Dolphin Surf alla Polestar 4, caratterizzati tutti (o quasi) da un prezzo più basso delle rivali dirette occidentali a parità di contenuti e dimensioni. Ad eccezione della Dacia Spring (romena di passaporto ma, va ricordato, costruita in Cina), sono cinesi le due auto elettriche più economiche sul mercato: la Leapmotor T03 e la DR 1.0 EV sono offerte entrambe a 18.900 euro, risultando le auto più economiche sul mercato prodotte nel Paese del Dragone.
Analizzando meglio i prezzi delle auto elettriche cinesi nel 2026, poi, troviamo come modello più costoso la Polestar 3, che in versione Long Range Performance AWD da 517 CV è offerta a partire da 99.900 euro, diventando la prima auto di una Casa cinese a superare i 100.000 euro con qualche optional extra.
Andando un po’ nel dettaglio con i prezzi delle auto elettriche cinesi del 2026, tra le citycar sotto i 25.000 euro troviamo la BYD Dolphin Surf, che parte da 19.490 euro, la Dongfeng Box, offerta da 21.500 euro, e la EMC Yudo, caratterizzata da un listino di partenza di 24.200 euro. Nella fascia tra i 25.000 e i 35.000 euro, invece, troviamo la BYD Atto 2 (da 29.900 euro) e Dolphin (da 33.790 euro), la Leapmotor B10 (da 29.900 euro), le MG 4 (da 31.790 euro) ed S5 (da 32.900 euro), mentre superati i 35.000 euro troviamo modelli piuttosto interessanti come la BYD Atto 3 (da 38.790 euro), la Leapmotor C10 (da 37.400 euro), la Lynk & Co 02 (da 35.495 euro), la Omoda 5 EV (da 36.490 euro) e la Xpeng G6 (da 43.670 euro).
Sopra i 40.000 euro, invece, troviamo le BYD Seal U (da 43.890 euro) e Sealion 7 (da 47.400 euro), la Forthing Friday EV (da 43.500 euro), la Polestar 2 (da 55.800 euro), la Xpeng G9 (da 61.170 euro) e la MG Cyberster, che parte da 63.000 euro. I modelli di elettriche cinesi di lusso, infine, son la BYD Tang (da 74.250 euro) e le Polestar 3 (da 85.900 euro) e 4 (da 66.900 euro). Sono questi, ricapitolando, i prezzi delle auto elettriche cinesi nel 2026:
- BYD Dolphin Surf, da 19.490 euro
- BYD Dolphin, da 33.790 euro
- BYD Seal, da 44.600 euro
- BYD Atto 2, da 29.990 euro
- BYD Atto 3, da 38.790 euro
- BYD Seal U, da 43.890 euro
- BYD Sealion 7, da 47.400 euro
- BYD Tang, da 74.250 euro
- Dongfeng Box, da 21.500 euro
- DR 1.0 EV, da 18.900 euro
- EMC Yudo, da 24.200 euro
- Forthing Friday EV, da 43.500 euro
- Leapmotor T03, da 18.900 euro
- Leapmotor B10, da 29.900 euro
- Leapmotor C10, da 37.400 euro
- Lynk & Co 02, da 35.495 euro
- MG 4, da 31.790 euro
- MG S5, da 32.990 euro
- MG Cyberster, da 63.000 euro
- Omoda 5 EV, da 36.490 euro
- Polestar 2, da 55.800 euro
- Polestar 3, da 85.900 euro
- Polestar 4, da 66.900 euro
- Xpeng G6, da 43.670 euro
- Xpeng G9, da 61.170 euro